Compagni della Redazione,
ho letto la risposta di Comunisti Milano (rintracciabile sulla loro pagina Fb in data 6 giugno) alla vostra critica contenuta nell’articolo di Resistenza 6/2023 “Sulla manifestazione del 25 Aprile a Milano”.
In particolare, scrivono: “Eravamo e restiamo una esigua minoranza rispetto a un corteo, quello ufficiale [del 25 Aprile – ndr], che raccoglie decine di migliaia di partecipanti. Ma noi non volevamo, e non vogliamo più, fare una scelta di convenienza, opportunista nei fatti, per rincorrere delle masse che, se pure in gran parte sono in buona fede, si prestano, volenti o meno, all’operazione di “lavanderia” delle forze legate al Pd”.
Tutto il dibattito, e in particolare questa frase, mi hanno fatto pensare a un’esperienza che stiamo facendo come Sezione di Milano Sud. Ve la riporto in quanto credo possa essere utile a fare luce sulla questione.
Da circa un anno e mezzo abbiamo organizzato, assieme a compagni di altre realtà, medici di base e infermieri, uno sportello sanità nel quartiere Gratosoglio di Milano. Facciamo inchiesta sul territorio, svolgiamo piccole consulenze sanitarie, ma soprattutto facciamo valere la legge esistente affinché le visite e le prestazioni sanitarie siano erogate nei tempi previsti anziché in quelli biblici che oramai sono la regola.
L’attività sta avendo successo: tutte le visite su cui siamo intervenuti sono state erogate nei tempi corretti, ma più di tutto lo sportello si è rivelato un ottimo strumento per entrare in contatto con gli abitanti del territorio per i quali è diventato un “punto di riferimento”. Per questo pensiamo che moltiplicare questi sportelli possa essere un mezzo importante per sviluppare la mobilitazione in difesa della sanità pubblica. “Uno sportello sanità in ogni quartiere” è diventata la nostra parola d’ordine.
Il 1 aprile e il 24 maggio ci sono state due manifestazioni cittadine sulla sanità, la prima in Piazza del Duomo e la seconda sotto il palazzo della Regione Lombardia, promosse entrambe da Medicina Democratica e partecipate anche dai partiti delle Larghe Intese oggi all’opposizione (Pd, M5s, Sinistra Italiana).
Come sportello sanità abbiamo discusso se partecipare o meno a tali manifestazioni. Nonostante le varie tendenze politiche presenti nello sportello, nessuno si sentiva rappresentato da quelle piazze e il timore di tutti era che partecipare sarebbe servito solo a portare acqua al mulino delle Larghe Intese e dei suoi addentellati, che con queste manifestazioni tentavano di accreditarsi come difensori di un Sistema Sanitario Nazionale che hanno e stanno smantellando, pezzo dopo pezzo.
L’intervento alle manifestazioni poteva, però, essere un’occasione per parlare ai tanti compagni di base, comitati e lavoratori che avrebbero comunque partecipato perché sinceramente interessati a difendere la sanità pubblica. Era l’occasione per far conoscere loro la nostra esperienza e la nostra proposta di moltiplicare gli sportelli territoriali.
D’altronde, rispetto alle migliaia di partecipanti della prima manifestazione e alle centinaia della seconda, noi eravamo un’esigua minoranza. Non sarebbe stata certo la nostra mancata partecipazione a far saltare le manovre del Pd e dei suoi addentellati. Ma partecipando potevamo, al contrario, evitare di lasciargli campo libero e valorizzare quanto di positivo c’era in quelle mobilitazioni.
Abbiamo quindi deciso di partecipare con degli interventi in cui chiamavamo a costruire 10, 100, 1000 sportelli sanitari per alimentare l’organizzazione delle masse popolari anziché la delega al Pd e ai politicanti di turno.
In entrambe le manifestazioni, i nostri sono stati tra gli interventi dal palco più applauditi e ci hanno permesso di raccogliere contatti e intessere nuove relazioni, contribuendo all’attuale risultato: nuovi sportelli stanno nascendo in alcuni quartieri di Milano e nei paesi dell’hinterland.
Penso che questa esperienza risponda bene alla questione che ponevo all’inizio.
L’esito dimostra, infatti, che partecipare è stato giusto, che anche da manifestazioni come questa possiamo portare a casa dei risultati importanti. Più in generale dimostra, che se (e solo se) interveniamo con una nostra linea e con dei nostri obiettivi, non ci “prestiamo all’operazione di lavanderia delle forze legate al Pd” (o delle Larghe Intese in senso più ampio), al contrario siamo noi a usare le iniziative da questo promosse per sviluppare passo passo l’organizzazione e la mobilitazione delle masse popolari. Non si tratta di “inseguire le masse”, ma di puntare a conquistarle, a organizzarle, senza lasciare campo libero al nemico.
Il Segretario della Sezione di Milano Sud
M. S.