Sardegna

Basta con l’occupazione militare

Il 2 giugno a Cagliari si è tenuta una mobilitazione, indetta da A Foras – Contra a s’ocupatzione militare de sa Sardigna, contro la presenza delle basi Nato sull’isola e contro i festeggiamenti per la Festa della Repubblica all’insegna della propaganda di guerra e della sottomissione agli imperialisti Usa-Nato. In proposito rimandiamo all’articolo pubblicato su Resistenza n.6/2023 “Festa della Repubblica? Mobilitazione antimilitarista a Cagliari”.

La manifestazione si è inserita in un contesto generale caratterizzato dall’aumento dell’escalation militare a livello nazionale e internazionale (discussione sull’ennesimo invio di armi all’Ucraina, sdoganamento dell’utilizzo di armi all’uranio impoverito, nuove e più imponenti esercitazioni militari in Sardegna), ma anche dal susseguirsi di iniziative, assemblee e mobilitazioni popolari contro la guerra. Non solo in Sardegna. Nel corso del 2023 ci sono stati importanti appuntamenti a Genova, Roma, Milano, Niscemi, Firenze, Trieste e in numerose altre città italiane, fino alla recente iniziativa No Base né a Coltano né altrove del 2-3-4 giugno scorsi.

Le contraddizioni che apre un simile contesto si evidenziano anche nello scontro tra i vertici militari italiani, con l’apertura del processo per devastazione ambientale nel poligono di Capo Teulada che vede coinvolti generali e alti ufficiali, tra cui spicca Claudio Graziano, ex Capo di Stato Maggiore della Difesa e dal 2022 presidente di Fincantieri.

La mobilitazione di Cagliari ha visto la partecipazione di oltre mille persone e l’adesione e la convergenza di tante realtà politiche, associative e sindacali sarde. Una mobilitazione popolare che ha sfilato lungo i luoghi dell’occupazione militare a Marina Piccola, una zona portuale della città dove sono presenti caserme dismesse e lasciate al degrado, depositi di munizioni della Nato, tre caserme ancora operative e impianti sportivi ben attrezzati a uso esclusivamente militare.

Tra tutte queste strutture, spicca la presenza degli edifici dell’ex Nato-Pol (acronimo di Petroleum, Oil and Lubricant, un sistema di rifornimento a uso delle forze Nato) sulla Sella del Diavolo, uno dei luoghi naturali più suggestivi di Cagliari. Gli edifici ex Nato-Pol servivano alla sorveglianza delle gallerie e depositi di carburante sotterranei, collegati tramite un oleodotto con la Radice del Molo di Levante, dove si trova una zona militare di rifornimento per le imbarcazioni militari. Una zona completamente abbandonata, fino al 2021 gestita dalla Marina Usa, che né il Comune né altre istituzioni hanno interesse a recuperare e a rimettere a disposizione della collettività.

La manifestazione segna, inoltre, la ripresa di una mobilitazione popolare che si lega ai tanti altri problemi che la crisi del sistema capitalista e la gestione criminale della società da parte della borghesia imperialista alimentano: lo smantellamento della sanità pubblica che, nelle zone interessate dalle servitù militari e dalla presenza dei poligoni, spinge i cittadini ad affidarsi al medico militare; la repressione a carico di chi si mobilita contro la presenza militare Usa-Nato e per la dismissione e interdizione dei poligoni; lo smantellamento del tessuto produttivo con importanti aziende condannate alla morte lenta, mentre si fanno balenare promesse di mirabolanti opportunità per l’isola che arriverebbero grazie all’installazione di nuovi parchi eolici o grazie all’iniziativa militare.

Il movimento contro le basi Nato in Sardegna ha una grande esperienza di organizzazione e mobilitazione. Ha una importanza nazionale e internazionale (in Sardegna esistono i tre poligoni Nato più grandi d’Europa) e deve farla valere, intessendo nuovi e superiori legami con gli organismi attivi in questo ambito a ogni livello, per essere motore e spinta della lotta contro la Nato e trovare alimento e forza per crescere, svilupparsi e vincere.

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