Stralci della relazione di Pietro Vangeli, Segretario Nazionale del P.CARC, al VI Congresso Nazionale

Il tipo di governo per cui bisogna organizzarsi, mobilitarsi e lottare

Gli anni che stiamo attraversando sono la fine del sistema di dominio della borghesia imperialista e l’inizio di una nuova era del proletariato.

La situazione attuale ha molte analogie con la fase che poco più di un secolo fa ha preceduto la Rivoluzione d’Ottobre.

Nel settembre del 1917 Lenin nel suo famoso scritto La catastrofe incombente e come lottare contro di essa, scriveva:

“La Russia è minacciata da una catastrofe imminente (…).

Una catastrofe di ampiezza senza precedenti e la carestia ci minacciano inesorabilmente. Tutti i giornali ne hanno parlato infinite volte.

I diversi partiti e i soviet dei deputati degli operai, dei soldati e dei contadini, hanno approvato un numero inverosimile di risoluzioni nelle quali si riconosce che la catastrofe è inevitabile, imminente, che bisogna combatterla strenuamente, che il popolo deve fare “sforzi eroici” per scongiurare il disastro, ecc.

Tutti lo dicono. Tutti lo riconoscono. Tutti lo constatano. E non si fa nulla”.

Lenin indica una serie di misure, il programma di emergenza che un governo democratico e popolare doveva attuare per fermare la catastrofe. Scrive Lenin:

“I profitti scandalosi sulle forniture di guerra, i ‘titoli di credito’ occultati dalle banche, i nomi di coloro che si arricchiscono grazie al crescente costo della vita sono ‘a tutti’ noti; nella ‘società’ se ne parla con un sorriso ironico; persino la stampa borghese che, come regola generale, tace i fatti ‘spiacevoli’ ed elude le questioni ‘delicate’, fornisce a questo proposito non poche indicazioni concrete.

Tutti sanno e tutti tacciono, tollerano e si conciliano con un governo che parla con eloquenza del ‘controllo’ e della ‘regolamentazione’!

I democratici rivoluzionari, se fossero veramente rivoluzionari e democratici, promulgherebbero immediatamente una legge per sopprimere il segreto commerciale, per obbligare i fornitori e i commercianti a rendere dei conti, per proibire loro di abbandonare il loro genere di occupazione senza il permesso delle autorità, pena la confisca dei beni e la fucilazione per l’occultamento dei profitti e l’inganno del popolo, legge che organizzerebbe la verifica e il controllo dal basso, democraticamente, da parte del popolo stesso, dei sindacati degli impiegati, degli operai e dei consumatori, ecc.”.

Ognuno può rendersi conto quanto questa descrizione è paragonabile all’attuale situazione. Rispetto all’epoca di Lenin abbiamo in più dalla nostra parte l’enorme progresso fatto dall’umanità nel corso del XX secolo grazie al movimento comunista, i numerosi insegnamenti che ci lasciano l’esperienza dei primi paesi socialisti, lo sviluppo della conoscenza, della tecnologia e delle forze produttive.

In negativo abbiamo che il movimento comunista è ancora debole, non si è ripreso dalla grave sconfitta subita dalla seconda parte del secolo scorso.

Lenin e i bolscevichi hanno fermato la catastrofe che incombeva sulla Russia avviando la prima ondata delle rivoluzioni socialiste e di nuova democrazia che ha cambiato il corso della storia del mondo.

Oggi diversi denunciano e sono allarmati

– per la grave catastrofe ambientale, climatica e idrica che travolge il pianeta e l’umanità,

– per il pericolo di guerra nucleare che incombe a causa della condotta degli imperialisti Usa che, nel tentativo di fermare il declino del loro dominio nel mondo, alimentano la guerra economica e militare contro la Federazione Russa e la Repubblica Popolare Cinese,

– per lo smantellamento dell’apparato produttivo del paese (chiusura o delocalizzazione di aziende), la disoccupazione di massa, la precarietà del lavoro, le stragi sul lavoro, il degrado crescente,

– per l’immigrazione di massa, provocata dal dominio economico, politico e militare dei gruppi imperialisti Usa, europei e sionisti in diversi paesi dell’Africa, dell’Asia e dell’America.

La sinistra borghese denuncia il “turbocapitalismo” che devasta e distrugge tutto e tutti.

La denuncia dei mali del capitalismo è giusta ma non basta perché, senza indicare e soprattutto impegnarsi per la soluzione dei problemi che affliggono le masse, finisce per alimentare disfattismo e depressione tra le masse popolari. È positivo che aumentano i partiti, i sindacati, gli amministratori e gli intellettuali che riconoscono che la situazione è grave. Ma sono ancora troppo pochi quelli che si comportano in coerenza con quanto denunciano. Ancora meno sono quelli che indicano qual è la strada per fermare il declino.

Noi comunisti sappiamo che la soluzione dei mali che affliggono la società è farla finita con il capitalismo e instaurare il socialismo.

Sono ancora pochi quelli che propagandano tra i lavoratori, i giovani e le masse popolari che occorre incanalare le diverse lotte sindacali e politiche nella lotta più generale per il socialismo.

Per questo indichiamo come esempio l’azione del Collettivo di Fabbrica Gkn, del Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali (Calp) di Genova contro la guerra, l’azione del movimento No Tav, dei comitati ambientali, che inseriscono la loro lotta particolare nella lotta più generale contro il capitalismo e per il cambiamento della società.

Queste organizzazioni operaie e popolari hanno avviato percorsi di collegamento e coordinamento tra di loro e con forze politiche, ambientali, studenti, tecnici e si pongono il compito di costruire la nuova classe dirigente del paese.

Spetta a noi comunisti assumerci il compito di sostenere, rafforzare, estendere e coordinare queste forme di organizzazioni dei lavoratori e delle masse popolari.

Spetta a noi comunisti portare questi organismi ad assumere il ruolo di punti di riferimento della costruzione di un nuovo sistema di governo del Paese, quello che abbiamo chiamato governo di emergenza popolare.

In questi ultimi anni diversi settori delle masse popolari hanno verificato sulla loro pelle i gravi danni che comporta la permanenza del potere della borghesia imperialista. Abbiamo verificato cosa significa gestione criminale della borghesia di ogni problema sociale.

– L’abbiamo visto nella gestione della pandemia da Covid-19 che ha provocato nel nostro paese la morte di decine di migliaia di persone, che sono state lasciate morire per mancanza di assistenza sanitaria di base. Durante la pandemia abbiamo visto il terrorismo di massa, la chiusura in casa forzata mentre i lavoratori dovevano lavorare, la repressione di chi osava criticare le misure del governo, il licenziamento dei lavoratori che non si vaccinavano, il Green Pass usato come strumento di controllo e repressione, ecc.

Cosa avrebbe fatto il Governo di Blocco Popolare sulla questione? Quello che in piccolo abbiamo fatto noi, alcuni organismi popolari e sindacati di base che non hanno accettato “il chiudersi in casa ad aspettare”, ma hanno organizzato le brigate di solidarietà, scioperi e mobilitazioni, ecc.

Abbiamo applicato il principio comunista di organizzare e mobilitare le masse nella gestione dei problemi della società.

Il Governo di Blocco Popolare avrebbe usato le risorse, gli uomini e i mezzi per la gestione dell’emergenza sanitaria e sociale.

– Lo vediamo nella gestione della guerra condotta dagli imperialisti Usa e Nato contro la Federazione Russa in Ucraina, con l’asservimento del nostro paese alla Nato, con la fornitura di armamenti sempre più micidiali, con il finanziamento del regime fantoccio di Zelensky, con la speculazione finanziaria sulle risorse energetiche e sulle altre materie prime, con le sanzioni economiche e finanziarie che si ritorcono contro il nostro paese.

Cosa può fare il Governo di Blocco Popolare sulla questione?La prima misura è non partecipare alla guerra Usa-Nato. La seconda misura è vietare da subito l’uso delle basi Usa e Nato per le missioni di guerra e per il deposito di armi nucleari. La terza è eliminare i privilegi e le impunità di cui godono i militari Usa e Nato nel nostro paese.

Sono misure che si possono prendere con le leggi e la Costituzione in vigore (sovranità nazionale, non partecipazione alle guerre), non serve un governo socialista. Noi sappiamo (e dobbiamo tener presente) che queste misure rompono con l’asservimento del nostro paese agli imperialisti Usa e Nato e creano una situazione insostenibile per gli imperialisti Usa che useranno tutte le loro armi di ricatto, minacce e ritorsioni. Il Governo di Blocco Popolare deve affrontare la situazione con la mobilitazione popolare e stabilendo relazioni politiche e diplomatiche con gli altri paesi che contrastano il dominio degli imperialisti Usa.

– Lo vediamo nella non gestione della catastrofe ambientale, della siccità e crisi idrica che incombono. Persino alcune misure di emergenza di buon senso, come l’accumulo e conservazione delle risorse idriche o la manutenzione degli acquedotti, non vengono prese. La siccità dell’estate 2022 è stato il segnale di una cambiamento climatico permanente, provocato dalla gestione criminale dell’ambiente, delle risorse naturali come quelle idriche, dei territori, della produzione e distribuzione di beni e servizi.

Cosa può fare il Governo di Blocco Popolare sulla questione? Diverse cose, mi limito a indicare un piano straordinario di manutenzione della rete idrica, l’apertura di nuovi invasi, l’organizzazione della produzione e distribuzione delle merci con metodi ecocompatibili.

– Lo vediamo con lo smantellamento dell’apparato produttivo del paese (chiusura di aziende come Gkn, Whirlpool, Alitalia, ecc.), lo smantellamento dei servizi sanitari e scolastici, ecc.

Cosa può fare il Governo di Blocco Popolare sulla questione?Anche in questo caso sono le diverse misure elaborate dalle organizzazioni operaie e popolari. Mi limito a dire che il Governo di Blocco Popolare avrebbe da subito attuato il piano di riconversione industriale elaborato dai lavoratori Gkn e dai tecnici, avrebbe creato una compagnia aerea che serve al paese, avrebbe riconvertito la produzione delle aziende che sono state chiuse, ecc.

– Lo vediamo con l’immigrazione di massa di interi popoli causata dalle guerre e dallo sfruttamento criminale delle risorse, dei territori e dei paesi da parte dei gruppi imperialisti della Comunità Internazionale.

Cosa può fare il Governo di Blocco Popolare sulla questione?La prima cosa da fare è abolire il reato di immigrazione clandestina e le varie leggi contro gli immigrati (dalla Turco-Napolitano in poi). Un paese di 60 milioni di persone non è messo in crisi dall’arrivo di alcune centinaia di migliaia di persone. La soluzione è inserire gli immigrati nel percorso di fargli svolgere un lavoro utile e dignitoso per quelli che vogliono stare nel nostro paese o farli andare in altri paesi se quello è il loro obbiettivo.

– Lo vediamo nelle speculazioni finanziarie, nello strapotere del capitale finanziario e speculativo e nel ricatto del debito pubblico che soffocano il paese.

Cosa può fare il Governo di Blocco Popolare sulla questione?Mi limito a dire che basta vietare per legge e nei fatti le speculazioni finanziarie, congelare i titoli del debito pubblico in mano a banche, capitalisti e speculatori, ecc.

Sono tutte misure che possono elaborate e attuate dalle organizzazioni operaie e popolari coinvolgendo tecnici, esperti e istituzioni. Sono misure che solo un governo di emergenza popolare può prendere perché la loro attuazione rompe con il sistema di potere vigente. La loro attuazione dà origine ad una nuova fase dello scontro di classe nel nostro paese e tra il nostro paese e la Comunità internazionale dei gruppi imperialisti, che non dobbiamo temere. Uno scontro che il Governo di Blocco Popolare dovrà affrontare con la mobilitazione delle masse popolari e con l’instaurazione di nuove relazioni di solidarietà, collaborazione e scambio con gli altri paesi che contrastano il dominio della Comunità Internazionale, paesi che oggi rappresentano i tre quarti della popolazione mondiale.

Chi ancora pensa che i governi della borghesia possono fare gli interessi delle masse popolari e salvaguardare l’ambiente è o un illuso o un imbroglione. Il sistema della borghesia funziona secondo la legge del capitalismo: ricerca del massimo profitto ad ogni costo. Per il profitto dei capitalisti i lavoratori devono sacrificare la loro vita e la loro salute, l’ambiente può essere devastato, inquinato e avvelenato, la vita sociale deve essere subordinata agli interessi dei padroni.

Nella situazione attuale, tenendo conto della debolezza del movimento comunista, il governo di emergenza popolare è l’unico governo in grado di fermare la catastrofe che incombe sul nostro Paese.

Il Governo di Blocco Popolare può avviare da subito l’attuazione di una serie di provvedimenti di emergenza come quelli di cui ho parlato prima sulle questioni economiche, ambientali e sociali e sulla guerra, provvedimenti che rientrano nelle sette misure generali del Governo di Blocco Popolare che il (n)PCI ha indicato dal 2009:

1. assegnare a ogni azienda compiti produttivi utili e adatti alla sua natura, secondo un piano nazionale. Nessuna azienda deve essere chiusa,

2. distribuire i prodotti alle famiglie e agli individui, alle aziende e ad usi collettivi secondo piani e criteri chiari,

3. assegnare a ogni individuo un lavoro socialmente utile. Nessun lavoratore deve essere licenziato, ad ogni adulto un lavoro utile e dignitoso, nessun individuo deve essere emarginato,

4. eliminare attività e produzioni inutili o dannose, assegnando alle aziende coinvolte altri compiti,

5. avviare la riorganizzazione di tutte le altre relazioni sociali in conformità alla nuova base produttiva e al nuovo sistema di distribuzione,

6. stabilire relazioni di solidarietà e collaborazione o di scambio con gli altri paesi disposti a stabilirle con noi,

7. epurare gli alti dirigenti della Pubblica Amministrazione che sabotano la trasformazione del paese, conformare le Forze dell’Ordine, le Forze Armate e i Servizi d’Informazione allo spirito democratico della Costituzione del 1948.

(…) Abbiamo più volte affermato che il Governo di Blocco Popolare non è il governo socialista, ma è un governo che organizza e mobilita le masse popolari ad attuare le misure di emergenza che servono, che sono anche l’attuazione delle parti progressiste della Costituzione del 1948, da sempre eluse o aggirate; che rompe con l’asservimento del nostro paese agli imperialisti Usa e alla Nato, all’Unione Europea e al Vaticano, che rompe lo strapotere di padroni, banchieri e associazioni criminali.

Il Governo di Blocco Popolare non è un governo socialista, ma un governo democratico borghese (nel senso che usa e porta all’estremo la stessa legalità borghese, rompendo con la demagogia, retorica e ipocrisia della borghesia e della sinistra borghese).

Il Governo di Blocco Popolare è tale

– se prende fin da subito le misure di emergenza a favore delle masse popolari, se rompe a livello nazionale e internazionale con il programma della borghesia imperialista,

– per la resistenza che oppone alla Comunità Internazionale, grazie alla mobilitazione popolare e alle relazioni di reciproca solidarietà e scambio che stabilisce con i paesi che non si sottomettono ad essa,

– per la mobilitazione dal basso e dall’alto che crea per attuare le misure di emergenza che servono.

Un governo come questo non può essere tollerato dalla borghesia e dalle sue istituzioni, che cercherà in tutti i modi di boicottarlo, che promuoverà provocazioni e macchinazioni di ogni genere per cercare di fermare la sua azione e per impedire il suo consolidamento.

La sua azione e continuità apriranno una nuova fase della lotta di classe, che porterà la borghesia anche a ricorrere alla guerra civile: i comunisti e le organizzazioni operaie e popolari non devono temerla, ma attrezzarsi per combatterla e vincerla. Noi comunisti ci distinguiamo dagli altri oppositori perché abbiamo fatto nostra la dichiarazione che Marx ha fatto 170 anni fa ai proletari di tutto il mondo nel Manifesto programma: “Tremino pure le classi dominanti davanti a una rivoluzione comunista. I proletari non hanno nulla da perdere in essa fuorché le loro catene. E hanno un mondo da guadagnare”. Questo è l’insegnamento che ha guidato il movimento comunista rivoluzionario.

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