Dibattito congressuale

Il ruolo dell’Italia nella UE

I delegati hanno respinto l’emendamento che proponeva di aggiungere, alla Tesi 1 di pag. 2 (riga 19) della Dichiarazione Generale, che il nostro paese non è solo “coinvolto” ma “coinvolto e imbrigliato nell’UE e nelle altre istituzioni dei gruppi imperialisti europei”, con la seguente motivazione:

“il termine ‘coinvolto’ può avere un’accezione principalmente positiva (rendere attivamente partecipe, impegnare) e lascia intendere un coinvolgimento ‘alla pari’ dell’Italia nelle istituzioni dei gruppi imperialisti europei. Ho aggiunto quindi ‘imbrigliato’ per rendere più esplicita la valenza anche negativa del suo coinvolgimento, che rimanda alle parole d’ordine ‘rompere le catene della UE’”.

La Tesi 1 illustra le particolarità del nostro paese rispetto agli altri paesi imperialisti: la questione importante ai fini della lotta per il socialismo non è se sono positivi o negativi, ma che rendono l’Italia un anello debole della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti Usa, sionisti ed europei. Inoltre il positivo e il negativo non esistono in astratto, in generale, ma dipendono da quali classi sociali e da quali interessi si considerano: l’Ue e le altre istituzioni dei gruppi imperialisti europei (Banca Centrale Europea, Commissione Europea, ecc.: vedasi su www.nuovopci.it la voce “Unione Europea” dell’Osservatorio del (n)PCI) sono una cosa certamente negativa per le masse popolari, ma rispondono agli interessi della borghesia imperialista del nostro paese, quindi per essa sono una cosa positiva.

Quanto al ruolo alla pari o meno dei gruppi imperialisti italiani, attenzione a non avallare l’idea che sia le masse popolari sia la borghesia imperialista italiane siano danneggiate dai “burocrati di Bruxelles”! “Ce lo chiede l’Europa” è la parola d’ordine che le autorità della Repubblica Pontificia hanno usato per imporre sacrifici crescenti alla massa della popolazione e al contempo mettersi “al riparo” dall’opposizione popolare: il “ce lo chiede l’Europa” non ha voluto dire per le autorità della Repubblica Pontifica adottare misure contrarie agli interessi degli “italiani che contano”. Attenzione anche a non considerare in modo unilaterale il ruolo trainante degli imperialisti francesi e tedeschi. I gruppi della borghesia imperialista italiana sono parte integrante degli imperialisti europei e sono stati tra i fondatori dell’attuale Ue, non sono succubi degli imperialisti europei: l’Unione Europea risponde ai loro interessi (prima soffocare il movimento comunista, poi eliminare le conquiste strappate dalle masse popolari nel periodo del “capitalismo dal volto umano”, infine far fronte agli imperialisti Usa e a quelli di altri paesi), tant’è vero che nessuno di essi è contrario all’Ue e promotore dell’uscita dell’Italia dall’Ue e i partiti delle Larghe Intese, come la Lega e Fratelli d’Italia, che hanno cavalcato l’opposizione popolare all’Ue per raccogliere voti e consensi, una volta andati al governo hanno cambiato completamente musica. “Con l’Ue i gruppi imperialisti europei servendosi degli Stati dei paesi membri costringono in una camicia di forza le masse popolari dei paesi europei, con l’obiettivo 1. di finire di eliminare le conquiste che queste hanno strappato nel periodo del “capitalismo dal volto umano” (1945-1976) quando il movimento comunista era forte nel mondo, 2. di soffocare la resistenza delle masse popolari al corso delle cose e impedire la rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato, 3. di far fronte ai gruppi imperialisti Usa e di altri paesi che sono anche loro alle prese con la seconda crisi generale per sovrapproduzione assoluta di capitale. Il processo di creazione dell’Ue, iniziato nel secondo dopoguerra, è avvenuto per tappe e i gruppi imperialisti europei, nonostante i loro contrasti, l’ostilità dei gruppi imperialisti Usa e la crescente opposizione dei popoli di molti paesi aderenti, spingono ancora per rafforzarla.

(…) Subito alla fine della Seconda Guerra Mondiale furono i gruppi imperialisti Usa a dare inizio al processo da cui risulta l’attuale Ue. Essi dovevano far fronte al movimento rivoluzionario (socialista e anticoloniale) che si sviluppava vigorosamente in tutto il mondo e in particolare dovevano soffocare l’Unione Sovietica, base rossa mondiale della rivoluzione

socialista e di nuova democrazia, uscita dalla vittoria sul nazifascismo con un enorme prestigio, e rimettere all’opera lo Stato Maggiore tedesco con la sua grande esperienza militare (allo scopo fondarono la Repubblica Federale Tedesca con alla testa Adenauer e altri meno presentabili professionisti che avevano convissuto con il nazismo). Per soffocare il movimento comunista nei paesi europei, in particolare in Italia e in Francia, la ripresa economica era indispensabile (bisognava mostrare alle masse popolari che “con il capitalismo è meglio che con il comunismo”, sintetizzò in Italia Amintore Fanfani). A questo dovevano provvedere 1. l’intervento economico dei gruppi Usa (Piano Marshall (1948) con investimenti, prestiti, trasferimento di derrate alimentari e impianti, contributi finanziari: con gli Accordi di Bretton Woods (1944) i gruppi imperialisti Usa si erano messi nelle condizioni di creare moneta internazionale a loro discrezione) e 2. il maggior grado possibile di collaborazione tra i gruppi imperialisti europei alle prese con le distruzioni della guerra e (in particolare quelli francesi e inglesi) con le rivolte nelle colonie e nei protettorati d’Africa e d’Asia. L’istituzione della Nato (1949) e l’organizzazione della collaborazione tra i gruppi imperialisti europei furono due processi paralleli che inquadrarono l’attività dei più importanti Stati europei formalmente indipendenti e che comunque restarono titolari di Forze Armate e di Forze dell’Ordine. Il benevolo supporto del Vaticano e l’adesione e la collaborazione di fatto dei partiti comunisti europei (in particolare di Pci e Pcf capeggiati da revisionisti alla Togliatti e alla Thorez che non volevano proseguire la rivoluzione socialista cresciuta con la Resistenza e con una sinistra alla Pietro Secchia che non aveva un piano per proseguirla) furono fattori indispensabili perché gli Stati europei, retti formalmente da Costituzioni che quando erano liberi di parlare i capitalisti definivano “sovietiche”, potessero collaborare a realizzare i propositi dei gruppi imperialisti Usa.

Compiuta la ricostruzione e con l’Urss e i paesi socialisti dell’Europa orientale avviati sulla via della reintegrazione graduale e pacifica nel sistema imperialista mondiale, iniziò la seconda crisi generale del capitalismo per sovraccumulazione assoluta di capitale. Nel 1971 (Richard Nixon presidente) i gruppi imperialisti Usa avevano imposto a tutti i gruppi imperialisti il dollaro come moneta fiduciaria mondiale: essi e i loro Stati dovevano accettare come mezzo di pagamento internazionale il dollaro che la Federal Reserve Usa creava a propria discrezione, senza la pretesa, prevista invece negli Accordi di Bretton Woods, di chiederne la conversione in oro. Il diritto di conversione, agitato in particolare dai gruppi imperialisti francesi sotto la presidenza di Charles De Gaulle, divenne lettera morta.

I gruppi imperialisti europei, con alla testa quelli tedeschi e francesi, presero allora essi in mano il processo di unificazione europea. Addirittura chiamarono (nel 1979) tutti i cittadini dei paesi allora membri dell’Unione Europea a votare a suffragio universale il Parlamento e nel 1992 ribattezzarono Unione Europea l’aggregato di istituzioni chiamato nel 1957 Comunità Economica Europea. Era per essi indispensabile proseguire con più energia l’eliminazione delle conquiste strappate dalle masse popolari nel periodo del “capitalismo dal volto umano” e dei “lacci e laccioli” (espressione di Guido Carli, tra il 1960 e il 1992 governatore della Banca d’Italia, poi presidente di Confindustria e infine Ministro del Tesoro, veste nella quale è stato uno dei firmatari del trattato di Maastricht) che ostacolavano le operazioni finanziarie e commerciali. I singoli Stati già avevano liberato le rispettive banche centrali dal vincolo di servire la politica economica ufficialmente dichiarata (in Italia il “divorzio” tra Tesoro e Banca d’Italia è del febbraio 1981), ma i partiti deputati a governare e soggetti al suffragio universale dovevano fare apparire alle masse come ineludibile costrizione esterna l’eliminazione delle conquiste, la distruzione del settore economico pubblico e la privatizzazione (vendita, appalto, ecc.) dei servizi pubblici (sanità, autostrade, istruzione, manutenzione del territorio e dell’ambiente, edilizia e lavori pubblici, ecc.). L’Unione Europea è la veste sotto la quale i gruppi imperialisti europei organizzano tutta questa operazione, cercando in qualche modo di mediare con i contrasti che ancora oggi oppongono tra loro i gruppi imperialisti europei” (da “Farla finita con l’Unione Europea”, La Voce del (n)PCI n. 66 – novembre 2020).

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