Giovedì 11 maggio in Stellantis a Pomigliano d’Arco gli operai hanno incrociato le braccia e si sono mossi in corteo interno, aderendo allo sciopero proclamato dalla Fiom, per opporsi ai ritmi di lavoro insostenibili che mettono a rischio sicurezza e salute. A fronte dell’assenza di risposta da parte dell’azienda oggi, venerdì 12 maggio, lo sciopero prosegue su diversi turni. L’adesione allo sciopero nella giornata di ieri è stata massiccia, tanto che gli operai hanno fermato la produzione della Panda e del Tonale. Per Mario Di Costanzo, responsabile automotive per la Fiom di Napoli che “hanno aderito allo sciopero circa l’80% delle maestranze sulle catene di montaggio, e ciò comporta quasi una paralisi nella produzione. Secondo nostre stime sono state prodotte oltre il 70%. di Panda in meno. Questo dimostra che gli operai sono stanchi”.
Quello che accade a Pomigliano mostra ancora una volta l’atteggiamento di padroni senza scrupoli che speculano sul lavoro e sulla vita degli operai avallati da leggi come il Jobs Act varato dal Governo Renzi, approfondito dal Governo Draghi e fatto suo dall’attuale Governo Meloni, che garantisce loro libertà di sfruttamento e di ricatto verso gli operai. Vengono infatti imposti maggiori carichi di lavoro a fronte di un paradossale ricorso alla CIG, a una maggiore “flessibilità” o a contratti senza tutele e nel frattempo si ricorre ai licenziamenti delle avanguardie di lotta, alla ricattabilità dei lavoratori come politica aziendale, alle trasferte forzate e anche a fermi di produzione forzati. I padroni di Stellantis insomma, dopo aver fatto profitti e rendite parassitarie, pensano di poter disporre degli operai a proprio piacimento.
Comunicato stampa Fiom-Cgil nazionale
Stellantis Pomigliano. Fiom: “La riduzione dei costi non può passare attraverso il peggioramento delle condizioni, necessario un confronto”. “A fronte dell’ennesimo aumento di produzione con un sostanziale peggioramento delle condizioni di lavoro in tutti i reparti, la Fiom ieri, nel pomeriggio, ha proclamato otto ore di sciopero che hanno interessato anche la giornata di oggi, 11 maggio. Le lavoratrici e i lavoratori hanno aderito massicciamente alla protesta, tanto che la produzione della Panda e del Tonale si è fermata. Abbiamo più volte sollecitato la Direzione aziendale ad una più attenta gestione dei carichi di lavoro, delle condizioni di sicurezza e delle condizioni igieniche generali dello stabilimento, ma le risposte sono state sempre insufficienti e l’adesione agli scioperi di questi giorni ne è la dimostrazione. Bisogna superare la logica contrattuale delle commissioni presiedute dai soli sindacati firmatari, poiché non rappresentano e non risolvono i problemi di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori, i quali – prima con il voto per il rinnovo degli Rls di qualche giorno fa e poi con lo sciopero di oggi – hanno inviato un messaggio preciso all’azienda e dato un chiaro mandato alla Fiom. Abbiamo chiesto un incontro alla Direzione aziendale per discutere delle problematiche che ci hanno indotto a proclamare lo sciopero, in quella sede ribadiremo che la politica della riduzione dei costi non può passare attraverso il peggioramento delle condizioni di lavoro, mettendo a repentaglio anche la sicurezza dei lavoratori. Solo una vera contrattazione e il rispetto delle lavoratrici e dei lavoratori può essere il punto di partenza per un confronto vero che porti a risultati concreti per tutte le parti. La Fiom e le sue Rsa non si tirano indietro, ci auguriamo lo stesso anche per l’azienda.” Lo dichiarano in una nota Samuele Lodi, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile settore mobilità, Mauro Cristiani, segretario generale Fiom-Cgil Napoli e Mario Di Costanzo, segreteria Fiom Napoli.
Ufficio stampa Fiom-Cgil nazionale
Lo sciopero interno oggi in Stellantis dimostra, però, che la resistenza degli operai non si piega! Al contrario, laddove a resistere è anche un solo piccolo nucleo deciso a dare battaglia e vincere, quella resistenza si rafforza e si sviluppa, avanza in intensità e durata, prende la fabbrica. È sciopero non concordato con l’azienda! È la lotta.
Operai! Compagni!
Bisogna dare continuità alla mobilitazione e alla lotta! Bisogna organizzarsi nelle fabbriche, dove aumenta lo sfruttamento, ma anche la resistenza operaia. E bisogna organizzarsi fuori dalle fabbriche, costruendo iniziative di lotta legate al resto dei movimenti di resistenza sociale diffusi sul territorio e coordinandosi con altre realtà di resistenza operaia e popolare, a partire da quelle degli operai e lavoratori del polo industriale di indotto a Nola l, del gruppo Finmeccanica (l’Alenia a Capodichino, l’Ansaldo a Gianturco, ad esempio) e altre ancora (su tutte, l’AVIO di Pomigliano, l’Hitatchi e la ex Whirlpool a Ponticelli). Tanti focolai di resistenza affinché diventino incendio di lotta.
Mobilitarsi in azienda e uscire dall’azienda!
Dev’essere la parola d’ordine di quanti, oggi, intendono dare continuità allo sciopero! Perché i confini di un singolo stabilimento consentono solo una difesa limitata delle condizioni di vita e di lavoro. Perché l’organizzazione collettiva e coordinata degli operai è il primo passo per far pesare il numero e l’unità della classe operaia, sia nelle rivendicazioni sia nello scontro con il governo dei padroni che vorrebbe operai pacificati e libertà di sfruttamento. Perché uniti si vince!
Costituire e coordinare le organizzazioni operaie e popolari!
Dare continuità e prospettiva alle rivendicazioni ed alla lotta, allora, significa coordinarsi! Stabilire contatti e rapporti tra operai combattivi innanzitutto nei settori produttivi contigui, indipendentemente dalle sigle sindacali di appartenenza, costruire azioni di lotta e propaganda in contemporanea tra i diversi stabilimenti e coordinarsi. È possibile farlo perché fuori dalla fabbrica esiste un vasto movimento di resistenza sociale pronto a sostenere la lotta degli operai, perché la lotta degli operai, storicamente, ha dato forza e fiducia alle lotte delle masse popolari tutte!
Costruire un governo di emergenza popolare!
È l’unica alternativa concretamente praticabile per cacciare padroni ed governi loro amici. Bisogna costruire un governo fondato sulle organizzazioni operaie e popolari che lavora negli interessi generali delle masse popolari, cioè disposto anche a violare le leggi della classe dominante assumendo, di volta in volta, i provvedimenti che le organizzazioni operaie e popolari, autonomamente, prenderanno per garantire la continuità delle aziende e tutela del territorio!
Il Partito dei CARC sostiene senza condizioni la mobilitazione degli operai Stellantis di Pomigliano d’Arco!
Sostiene organizza ogni operaio che si mette su questa strada!