La Federazione Toscana del P.CARC aderisce e partecipa alla manifestazione del 13 maggio indetta dal Si Cobas, con concentramento alle ore 15:30 presso la stazione di Santa Maria Novella a Firenze.
La manifestazione è stata chiamata dopo che la Questura di Firenze ha consegnato il foglio di via da Campi Bisenzio a Luca Toscano, coordinatore del Si Cobas di Prato e Firenze, per un volantinaggio davanti al negozio di Liu Jo ai Gigli dello scorso 30 ottobre, nell’ambito della vertenza della Iron & Logistics. Il 10 maggio, a tre giorni dalla manifestazione, il foglio di via è stato consegnato anche alla coordinatrice provinciale Sarah Caudiero per gli stessi motivi.
È un attacco gravissimo alle libertà sindacali e al diritto di sciopero che ha l’obiettivo di fiaccare un’organizzazione sindacale tra le più combattive del nostro paese, che negli ultimi anni ha avuto il merito di mobilitare settori prima poco sindacalizzati, come quello della logistica o quello del distretto del tessile nel pratese. Aver scoperchiato la fogna del “sistema Prato” e aver sindacalizzato molti operai immigrati prima “invisibili” e senza diritti è un merito del lavoro dei compagni, ma è proprio quello che la classe dominante non può sopportare. Per questo, in Toscana e non solo, inasprisce la repressione contro il Si Cobas: ma l’attacco domani sarà portato contro ogni sindacato che promuoverà una mobilitazione superiore dei lavoratori, una mobilitazione che la situazione oggettiva e la fase di crisi spinge sempre più a dover assumere per far fronte al catastrofico corso delle cose che ci impone la borghesia imperialista.
Contro la repressione sindacale è necessario organizzarsi e fare fronte comune! Per questo, come P.CARC stiamo lavorando affinchè aderiscano e partecipino alla manifestazione le RSU e gli operai delle aziende della piana fiorentina e non solo, al di là della sigla di appartenenza: è un attacco contro tutti! Già molte realtà sindacali, politiche e associative hanno aderito all’appello del Si Cobas (che riportiamo sotto in appendice) e questo è un primo passo per contrastare le manovre sempre più spudorate della classe dominante che prova, inutilmente, a reprimere gli operai e i sindacalisti che alzano la testa e si ribellano alle terribili condizioni di lavoro alle quali sono sottoposti a causa della crisi generale del sistema capitalista.
La mobilitazione generale contro la repressione aziendale è un primo passo che deve servire a costruire un fronte comune per cacciare il governo Meloni e tutti i governi delle Larghe Intese. Perché i padroni delle aziende che sfruttano la classe operaia, che sono responsabili di 4 morti al giorno sul lavoro, che agiscono impuniti e protetti con le loro speculazioni e malefatte, sono frutto del sistema economico capitalista, giunto ormai al punto di non ritorno e che deve necessariamente essere superato.
Oggi, nel nostro paese, questo vuol dire lavorare per costruire un governo di emergenza, frutto dell’organizzazione dal basso dei lavoratori e del resto delle masse popolari, che la faccia finita con il sistema delle Larghe Intese e metta mano agli effetti più gravi della crisi, a partire dalla sicurezza e dai diritti della classe operaia sui luoghi di lavoro.
A questo fine, è necessario lavorare per alimentare e coordinare l’organizzazione dei lavoratori e del resto delle masse popolari, rigettando le logiche da orticello e le contrapposizioni in ambito sindacale e non solo, che non fanno altro che spaccare il fronte della classe operaia (e quindi fanno gli interessi dei padroni), che sono sempre più superate e avversate dai lavoratori e dalle masse popolari: noi sì che siamo tutti sulla stessa barca!
In queste settimane tutti guardano alla mobilitazione contro la riforma delle pensioni in Francia come un esempio da seguire, spesso lamentandosi che in Italia, invece, non si riesce a fare altrettanto.
Ebbene, come scriviamo anche nell’Editoriale di Resistenza di maggio:
La questione non è che “i francesi sono tosti e gli italiani sono pecoroni”. L’interrogativo giusto da porsi è: quali sono gli ostacoli che frenano le organizzazioni sindacali, in particolare i sindacati di base e alternativi, i partiti e le organizzazioni politiche anti Larghe Intese dal farsi promotrici della mobilitazione dispiegata e coordinata delle masse popolari?
Gli ostacoli sono tutti di tipo ideologico (riguardano il modo di pensare e determinano anche il modo di agire): l’attendismo, il disfattismo, il legalitarismo… e per quanto riguarda i partiti politici anche l’elettoralismo.
[…]
Per “dare fuoco alla prateria” bisogna essere convinti – o per lo meno essere disposti ad assumere – che la violazione della legalità borghese, grande o piccola che sia, è una dimostrazione pratica che è possibile rompere con la cappa di oppressione, repressione e ricatti a cui la classe dominante costringe le larghe masse.
Questo, del resto, è ciò che insegnano le lotte operaie e popolari che hanno impresso una svolta al corso delle cose nel nostro paese, dal Biennio Rosso agli scioperi del 1943 fino alle mobilitazioni degli anni Settanta.
È del tutto legittimo e normale che le larghe masse siano diffidenti verso chi dice di voler cambiare tutto, ma non è disposto a rompere la legalità borghese, neppure quando è evidente la sua funzione antioperaia, antipopolare e repressiva.
Per questo la violazione del foglio di via da parte di Luca e Sarah è un atto da propagandare e da cui prendere esempio! Per questo invitiamo tutti a partecipare anche allo sciopero generale di USB del prossimo 26 maggio!
Rafforziamo il fronte unito delle masse popolari organizzate per cambiare le sorti del nostro paese!
No alla repressione aziendale! Difendiamo il diritto di organizzazione, sciopero e manifestazione!
La solidarietà è un’arma, usiamola per cacciare il governo Meloni!
La Federazione Toscana del P.CARC
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𝐀𝐏𝐏𝐄𝐋𝐋𝐎 𝐏𝐄𝐑 𝐋𝐀 𝐋𝐈𝐁𝐄𝐑𝐓𝐀̀ 𝐒𝐈𝐍𝐃𝐀𝐂𝐀𝐋𝐄 𝐄 𝐈𝐋 𝐃𝐈𝐑𝐈𝐓𝐓𝐎 𝐃𝐈 𝐒𝐂𝐈𝐎𝐏𝐄𝐑𝐎 – 𝐍𝐎𝐀𝐋𝐅𝐎𝐆𝐋𝐈𝐎𝐃𝐈𝐕𝐈𝐀𝑀𝑎𝑛𝑖𝑓𝑒𝑠𝑡𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒𝑠𝑎𝑏𝑎𝑡𝑜 13 𝑚𝑎𝑔𝑔𝑖𝑜𝑎𝐹𝑖𝑟𝑒𝑛𝑧𝑒
Lavoriamo nella piana tra Firenze, Campi Bisenzio e Prato. Siamo operai tessili e dell’abbigliamento, pellettieri delle filiere del lusso, driver, facchini della logistica tessile e della GDO, operai dell’industria alimentare, riders, lavoratori dei servizi e dell’industria culturale.
Il foglio di via obbligatorio dal Comune di Campi Bisenzio consegnato dalla Questura di Firenze a Luca Toscano, coordinatore del nostro sindacato, è un attacco a tutti noi. E non solo. È un fatto preoccupante per lo stato di salute della democrazia nel nostro paese, perché in gioco ci sono il diritto di sciopero e la libertà di sindacato.
L’attività sindacale che si vuole criminalizzare è quella con cui stiamo contrastando l’illegalità imprenditoriale e lo sfruttamento in comparti importanti del territorio, come quello del tessile, della moda e della logistica. L’esercizio del diritto di sciopero e di associazione sindacale sono stati e continuano a essere gli strumenti più efficaci per riaffermare i diritti in filiere malate, dove il massimo profitto si raggiunge attraverso il massimo sfruttamento di chi lavora.
Il foglio di via a Luca Toscano è un provvedimento ingiusto, che serve a difendere altra ingiustizia. L’ingiustizia che produce un sistema di appalti e subappalti dove i diritti scompaiono, e di cui anche i grandi brand della moda si servono volentieri. Un sistema fatto di sfruttamento senza regole, di caporalato, di lavoro nero, della negazione dei diritti previsti dai contratti e dalle leggi.
Il caso del distretto tessile e moda, che da Prato si estende fino a Campi Bisenzio, è eclatante. In questi anni le nostre lotte sono dovute partire dal rivendicare e ottenere una giornata lavorativa di otto ore, contro quella “normalizzata” di dodici, e una settimana lavorativa di cinque giorni, contro i sette a cui molti di noi erano costretti.
È proprio l’assenza di sindacalizzazione in queste fabbriche che ha permesso che nella Piana tutto ciò diventasse così incredibilmente normale e diffuso. La sindacalizzazione del distretto negli ultimi anni, al contrario, è riuscita anche a Campi Bisenzio a riportare diritti e dignità a centinaia di lavoratori, partendo prima dai magazzini della logistica e arrivando poi alle pelletterie. Chi ha interesse a fermare questo processo?
Il fatto che queste battaglie e la voce di noi lavoratori, secondo la Questura, siano sintomo di “pericolosità sociale”, è inquietante e inaccettabile. Un semplice volantinaggio davanti alle vetrine del negozio LiuJo al centro commerciale “I Gigli” è stato scelto dalla Questura come motivazione stessa del Foglio di via. Era il 30 ottobre e fuori alle vetrine c’erano i lavoratori licenziati dalla Iron&Logistics (filiera LiuJo). Opporsi a questo Foglio di via è necessario per non arrendersi ad un modello di società in cui chi produce con le proprie mani e il proprio sudore quei vestiti e quelle borse non ha diritto di raccontare in quali condizioni è stato costretto a farlo. Un modello di società che espone e santifica la merce, mentre invisibilizza la vita e le storie di chi la produce. Dove il “diritto al consumo” polverizza tutti gli altri e la merce ha più diritti degli uomini e le delle donne.
Il foglio di via è un provvedimento che nasce in tempi bui del nostro paese, tempi in cui il fascismo negava sistematicamente ai lavoratori i diritti oggi garantiti dalla Costituzione italiana nata dalla Resistenza. Diritti che crediamo fermamente debbano continuare a essere i pilastri su cui fondare la una società democratica: diritto di associazione e di organizzazione sindacale, diritto di sciopero e di dissenso.
È dall’esercizio di questi diritti, dal basso, che passa la possibilità di un futuro diverso per la Piana fiorentina. Alla chiusura di fabbriche storiche del territorio come GKN, forti di storie lunghe di conquiste, i lavoratori hanno risposto con una lotta che va avanti da più di un anno e mezzo e capace di coinvolgere migliaia di persone, che da tutto lo stivale hanno attraversato il territorio di Campi grazie ad assemblee, confronti sulla reindustrializzazione e la fabbrica socialmente integrata, festival di letteratura e occasioni culturali. Nella miriade di anonimi capannoni industriali e magazzini logistici, luoghi dello sfruttamento sfrenato di lavoratori invisibili e senza cittadinanza, i lavoratori hanno risposto organizzandosi in sindacato ed esercitando il diritto di sciopero, proprio lì in quelle fabbriche che tanti avevano definito “non sindacalizzabili”. Questa è l’unica speranza per un futuro diverso, un futuro di lavoro degno, di diritti, di partecipazione democratica.
In un momento di inflazione, di strapotere delle multinazionali e di smantellamento progressivo delle tutele del lavoro, abbiamo sempre più bisogno di unirci per difenderci e per migliorare le nostre vite. È ora più che mai che c’è bisogno di libertà di sindacato. In decine di aziende abbiamo scioperato per dare un primo segnale contro questo provvedimento vergognoso e richiederne il ritiro. Crediamo che ora sia necessario mobilitarci insieme al territorio tutto.
Per questo invitiamo lavoratori e lavoratrici, associazioni del territorio e organizzazioni sindacali e politiche ad aderire al nostro appello e a partecipare a una manifestazione che sabato 13 maggio attraverserà le vie di Firenze, per tornare davanti ai negozi dei brand della moda e riaffermare il libero esercizio dell’attività sindacale, che nessun provvedimento ci spingerà ad arrestare, né a Campi Bisenzio né altrove.
𝐅𝐢𝐫𝐦𝐚𝐭𝐚𝐫𝐢
RSA Tintoria TS, RSA GM Industry, RSA Tuntoria Sunshine, RSA Tintoria Lino, RSA Tintoria Fada, RSA Digi Accessori, RSA Pelletteria Z Production, RSA Pelletteria Fashion Studio, RSA Pelletteria Rcl, RSA Pelletteria Arcobaleno, RSA Autonanny, RSA Stef Prato, RSA Gls Campi Bisenzio, RSA Lmd Campi Bisenzio, RSA Brt Prato, RSA Elt Express, RSA Panificio Toscano, RSA Edizioni Clichy, RSA Just Eat Firenze, RSA Brt Lavoria
RSU Ceva Magazzino Piaggio
Lavoratori e delegati Sial Cobas Piaggio
USB Firenze
Workers in Florence
Operatori Sociali Autorganizzati Perugia
Tomaso Montanari – rettore dell’Università per stranieri di Siena
Antonella Bundu e Dmitrij Palagi – Gruppo consiliare Sinistra Progetto Comune – Firenze
Lista civica Per una cittadinanza attiva – Bagno a Ripoli
Potere al Popolo Firenze
Potere al Popolo Prato
Si Campi a Sinistra
Collettivo artistico ToccaUnoToccaTutti
Collettivo K1 Machiavelli Capponi Firenze
Studenti di Sinistra – Firenze
Circolo di Rifondazione Comunista Campi Bisenzio
Circolo Rifondazione Comunista Valdarno Aretino
Prato Antifascista
Csa nEXt Emerson
CPA Firenze Sud
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FGC Firenze
PMLI Firenze
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