Sul numero 4/2023 abbiamo pubblicato l’articolo “Amministrative del 14 e 15 maggio – prendiamocene la responsabilità!”. Il senso del discorso di quell’articolo era che i comunisti devono assumersi la responsabilità di far diventare le elezioni un elemento di mobilitazione popolare, un elemento di rottura del sistema politico della classe dominante e una spinta al rafforzamento del fronte anti Larghe Intese.
I principali “laboratori” in cui sperimentiamo l’attuazione di questo orientamento sono tre: Brescia, Pisa e Massa.
A Brescia non presentiamo alcuna lista e nessuno dei nostri compagni è candidato. La sperimentazione consiste nel valorizzare la decisione di M5S, Unione Popolare e Pci di presentarsi in coalizione (contro le decisioni di tutti e tre i rispettivi gruppi dirigenti nazionali) e dare vita a un raggruppamento anti Larghe Intese. È un segnale importante contro la frammentazione.
Il contributo che intendiamo portare è spingere la coalizione a promuovere iniziative radicali, cioè a iniziare a fare già in campagna elettorale quello che promette di fare quando sarà al governo della città, anziché limitarsi ai bei discorsi e alla presentazione di programmi radicali.
A Pisa un nostro compagno, Simone Casella, è candidato nella lista di Unione Popolare a sostegno della candidatura di Francesco Auletta a sindaco. In questo caso la sperimentazione consiste nel condurre direttamente alcune iniziative radicali per alzare di tono la campagna elettorale.
A Massa sosteniamo la lista Massa insorge e la candidatura a sindaco di Marco Lenzoni. In lista ci sono compagni del P.CARC, operai, infermieri, lavoratori autonomi, disoccupati.
Non è stato possibile formare alcuna coalizione con Unione Popolare e M5S (che sono coalizzati e sostengono una comune candidata a sindaco) per loro indisponibilità a qualunque dialogo: sono orientati a condurre una campagna elettorale “classica” (comizi, iniziative, promesse estrapolate dal programma), nonostante la situazione politica consenta di condurre una campagna elettorale “radicale”.
Massa insorge è lo strumento per raccogliere il malcontento che si sarebbe espresso (e in parte si esprimerà) nell’astensione e trasformarlo in mobilitazione e organizzazione.
In cosa consiste la campagna elettorale “radicale” (di iniziative e azioni radicali)?
Facciamo alcuni esempi, anche se nel momento in cui scriviamo la campagna non è ancora finita.
Per andare oltre la denuncia del degrado e del dissesto in cui versa la sanità, anziché limitarsi a distribuire volantini, il comitato elettorale ha organizzato tende della salute nei principali quartieri popolari della città. Le tende della salute sono uno strumento per raccogliere elementi rispetto alle necessità della comunità, ma anche uno strumento per offrire quelli che nel frattempo sono diventati “servizi inaccessibili”, benché apparentemente banali: misurazione della pressione, dell’indice glicemico, della saturazione, ecc. tutte cose che si possono fare in farmacia… sempre che ci siano farmacie di prossimità!
Per non limitarsi a propagandare un programma fatto di “belle promesse”, il comitato elettorale ha promosso assemblee nei quartieri per “scrivere il programma popolare”: è questo che deve vincolare l’Amministrazione, non il trucco e parrucco a cui le Larghe Intese sottopongono i progetti speculativi per spacciarli come “conquiste di civiltà”.
Il candidato a sindaco, Marco Lenzoni, ha risposto pubblicamente a una segnalazione di Up e M5S al Prefetto: denunciavano che i loro spazi elettorali sui cartelloni erano invisibili ai cittadini. Lenzoni ha annunciato che i manifesti elettorali delle Larghe Intese (Pd, Fi, FdI, Lega e le loro liste civiche) che impestano la città da due mesi, saranno sistematicamente coperti.
Su segnalazione di Asia Usb rispetto all’imminente sgombero di una famiglia in stato di necessità, Lenzoni ha eletto quell’abitazione a sede del proprio comitato elettorale e ha diffidato il Prefetto dal turbare lo svolgimento della campagna elettorale: se sgomberano il nostro comitato elettorale, saremo costretti a sgomberare tutti gli altri per par condicio…
Il 25 Aprile, in risposta ai tentativi del Pd e degli altri guerrafondai di usurpare le celebrazioni della vittoria della Resistenza, Massa insorge ha tenuto un’assemblea in un parco che la precedente amministrazione di destra aveva intitolato a un gerarca fascista, con la scusa che fosse un poeta dialettale. Ebbene, al termine dell’assemblea è stata cambiata l’intitolazione della piazza, che ora non celebra più un fascista, ma i martiri della Casa dei sindacati di Odessa trucidati il 2 maggio 2014, dai nazisti ucraini sostenuti dalla Nato, da Fratelli d’Italia, dalla Lega, da Forza Italia e dal Pd.
Piccole e piccolissime iniziative che dimostrano, più di tutto, che usare la campagna elettorale come strumento di irruzione, anziché di appiattimento, è solo una questione di volontà politica.