La sorpresa di Pasqua nel Decreto bollette

Il Sistema Sanitario Nazionale (Ssn) versa da lungo tempo in condizioni drammatiche e peggiora sempre di più.

Devastato da decenni di tagli – siamo il paese europeo con la minore spesa sanitaria in rapporto al Pil – e costretto a farsi carico delle conseguenze della gestione criminale della pandemia da Covid-19 (senza averne i mezzi necessari), il Ssn non è in grado di garantire i livelli essenziali di assistenza (Lea)* in gran parte delle regioni d’Italia.

Anche nelle aree più sviluppate del paese è ormai impossibile ottenere visite ed esami in tempi accettabili o a una distanza ragionevole da casa, mentre se ci si rivolge al privato vengono fissati nel giro di pochi giorni: potersi curare è sempre di più un privilegio per pochi.

Gli operatori sanitari cercano nel settore privato condizioni lavorative e salariali più dignitose di quelle offerte dal Ssn, dove gli aumenti retributivi sono ampiamente al di sotto dell’inflazione.

I continui tagli del personale e il blocco delle assunzioni determinano indicibili sovraccarichi di lavoro. Turni che arrivano a 12 ore consecutive e a 60 ore alla settimana producono inevitabili gravi conseguenze sulla qualità delle cure che vengono fornite e quindi anche sulla sicurezza di lavoratori e pazienti. Conseguenze a volte mortali, come nel caso della giovane infermiera vittima, nel febbraio scorso, di un incidente stradale al rientro da due turni di notte straordinari consecutivi.

Di fronte a una situazione così grave, il Governo Meloni ha deciso di intervenire con urgenza, inserendo all’interno dell’uovo pasquale del “Decreto bollette” una bella sorpresa: norme in materia di sanità che danno il colpo di grazia al Ssn già agonizzante.

Si tratta di aspetti tecnici che ben si prestano a confondere le acque e che vengono sistematicamente tenuti nascosti alle masse popolari dai media di regime, trovando spazio principalmente sulla stampa di settore e specializzata: il Governo Meloni procede sulla strada del taglio alle risorse assegnate alla sanità. Lo sbandierato aumento di 4 miliardi di euro di spesa è solo un trucco contabile, l’incremento reale è ben al di sotto dell’inflazione, l’insufficienza della spesa per la sanità è stata denunciata dalla stessa Corte dei Conti nel corso dell’audizione alla Commissione bilancio della Camera il 19 aprile.

A questo si aggiungono la legittimazione dell’utilizzo da parte degli ospedali di personale “a gettone” o assunto tramite cooperative o false Partite Iva e la possibilità di mantenere i medici in servizio fino a 72 anni.

Dicono di voler risolvere il problema della carenza di personale, in realtà, dopo aver privatizzato le prestazioni mediche, vogliono esternalizzare e privatizzare anche le assunzioni, tenendo a lavorare in corsia medici che avrebbero tutto il diritto di godersi la meritata pensione, anziché assumere il personale necessario e riconoscergli un giusto salario.

*Dati tratti da Quotidiano Sanità

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