La fuga di Artem Uss e il grosso guaio al Ministero della Giustizia

Artem Uss, ufficialmente imprenditore di nazionalità russa, è stato arrestato a Malpensa il 17 ottobre 2022, su mandato degli Usa, per i reati di contrabbando di petrolio venezuelano verso la Federazione Russa e la Repubblica Popolare Cinese, frode bancaria e contrabbando di tecnologie militari americane a favore dei russi.

Il 25 novembre gli sono stati concessi gli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico, un dispositivo che dovrebbe permettere di intervenire tempestivamente in caso di tentata evasione. Di fronte a questa concessione il Dipartimento di Giustizia statunitense chiede chiarimenti al Governo italiano e il Ministro della Giustizia Nordio il 6 dicembre lo rassicura sul fatto che le misure cautelari adottate sono assolutamente adeguate.

Il 21 marzo 2023 la Corte d’Appello milanese dà il suo via libera all’estradizione negli Stati Uniti, ma… Artem Uss è irreperibile.

Riapparirà nella Federazione Russa dove rilascia interviste e ringrazia pubblicamente anonimi soggetti che lo hanno sostenuto nella fuga. Dichiarazioni pubbliche di tenore simile vengono rilasciate anche dal padre, Aleksandr Uss, potente “oligarca” ed ex-governatore della regione siberiana di Krasnoyarsk, che, curiosamente, proprio ad aprile ha dato le dimissioni dal suo precedente incarico per assumere altri ruoli a livello federale nell’apparato statale russo.

Ovviamente, scoppia il caso. Nordio, messo alle strette, scarica sulla Corte d’Appello di Milano. La Corte ribatte, sottolineando che era stato proprio il Ministero a rassicurare gli Usa sugli arresti domiciliari, e ricorda che Nordio avrebbe potuto rispedire Uss in carcere sulla base dell’articolo 714 del Codice Penale, che gli conferisce questo potere al fine di garantire l’esecuzione di una richiesta di estradizione.

Per cavarsi d’impiccio Nordio nega la realtà e avvia un’azione disciplinare nei confronti dei giudici, accusandoli di grave negligenza. A questo punto interviene l’Associazione Nazionale Magistrati che denuncia l’intervento del Ministro come lesivo dell’indipendenza della Magistratura.

Al netto della bufera politica e dell’evidente presa in giro di un Ministro della Giustizia che dichiara la propria impotenza a corrente alternata (vedi potere di revoca del 41 bis a Cospito, per esempio), cosa mostra questa vicenda?

Tutto conferma le crepe che esistono nei vertici della Repubblica Pontificia e, di conseguenza, in questo governo. Le dichiarazioni stesse di Uss (sia padre che figlio), in merito alle amicizie e connivenze che avrebbero favorito la fuga dall’Italia, trovano riscontro nel fatto che essi sono legati da tutta una serie di interessi a soggetti del mondo politico ed economico del nostro paese non estranei alla compagine governativa attualmente in carica. Soggetti che poi tranquillamente votano a favore delle sanzioni alla Russia e dell’invio di armi in Ucraina. É interessante, per chiarirsi le idee in merito , andarsi a leggere l’articolo de Il Fatto Quotidiano del 17 aprile 2023 “Artem Uss, ecco chi in Italia ha avuto relazioni pericolose con la Russia e ora forse tira un sospiro di sollievo”.

L’azione disciplinare avviata è funzionale a far passare in secondo piano il fatto che il Ministro Nordio ha deciso di non applicare l’articolo 714 del Codice Penale, favorendo in tal modo la fuga di Uss.

La bufera politica e lo scontro fra poteri dello Stato (governo versus magistratura) non sono altro che la manifestazione plateale del sotterraneo scontro fra fazioni interne ai vertici della Repubblica Pontificia e di contraddizioni che la guerra contro la Federazione Russa sta facendo esplodere.

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