La CIA manipola le notizie e controlla i social

Su Il Fatto Quotidiano sono stati pubblicati una serie di articoli a firma Daniele Luttazzi che, attingendo da un’inchiesta del giornalista inglese Alan MacLeod, mostrano come gli imperialisti Usa controllino e manipolino la discussione pubblica. Per inciso: la notizia è ovviamente esplosiva, dovrebbe stare sulle prime pagine dei giornali di tutto il mondo ma, a riprova che l’informazione è manipolata, è stata silenziata e non se ne trova traccia sui media più importanti.

Gli articoli si concentrano in particolare sul controllo dei social da parte del governo americano. Riportiamo qui la sintesi che ne fa Luttazzi: “Quello che Facebook, Twitter, Google, TikTok e Reddit mostrano agli utenti viene deciso da centinaia di ex-agenti Cia, Fbi e Nsa che sono stati assunti dai social per pilotare il fact-checking (per esempio, sulla guerra in Ucraina): decidono quale narrazione è giusta o sbagliata; selezionano i feed di notizie mostrati agli utenti; e cassano le notizie che giudicano “fake”. Inoltre, le agenzie di fact-checking di Facebook (anche quella italiana, Open) sono tutte “certificate” dall’Ifcn, ovvero dal Poynter Institute, entrambi finanziati dal Ned, ovvero dalla Cia: quando un loro fact-checker bolla un contenuto come falso, le piattaforme Meta (Facebook, Instagram, WhatsApp) ne riducono la visibilità. Infine, dopo lo scandalo Cambridge Analytica, Facebook è diventato partner dell’Atlantic Council, il think tank Nato nel cui consiglio di amministrazione figurano Kissinger ed ex-direttori Cia”.

La serie di articoli, ben documentata e ricca di fonti, mostra quindi l’enorme numero di istituzioni di facciata di cui i servizi segreti Usa si servono per finanziare e controllare social media, testate giornalistiche, motori di ricerca. Svela i fittissimi legami tra questi, il Pentagono, i servizi segreti, l’industria della difesa e tutta l’amministrazione Usa. Da Facebook, a Twitter, da Google, fino a Tik Tok (sì, anche Tik Tok), non c’è social su cui gli imperialisti Usa non intervengano e in cui non infiltrino i loro uomini.

Insomma, gli articoli mostrano quali immense risorse essi siano disposti a impiegare per manipolare la realtà, distorcere a proprio favore le informazioni e la narrazione degli avvenimenti.

Siamo di fronte a una manifestazione della forza della borghesia imperialista? O piuttosto a una manifestazione della paura che essa ha delle masse popolari, del fatto che arrivino ad aver coscienza della loro condizione e del loro ruolo? A un sintomo della crescente difficoltà della classe dominante, che deve ricorrere a ogni inganno per tenere soggiogati milioni di individui a cui non ha niente altro da offrire se non miseria, abbrutimento e guerra?

La borghesia imperialista governa attraverso un regime che combina intossicazione delle coscienze, intruppamento delle masse mediante concessioni e partecipazione (subordinata) al sistema politico borghese, repressione dei comunisti. Il procedere della crisi generale fa però scricchiolare questo regime: la borghesia non è più nella condizione di concedere nulla e anzi erode quel che resta delle conquiste delle masse popolari, col risultato che in ogni paese cresce il distacco tra queste e il regime politico della classe dominante.

Non restano in piedi che la repressione e l’intossicazione delle coscienze. La prima si fa sempre più dispiegata e di massa, ma incontra due limiti importanti: alimenta la ribellione e non può svilupparsi oltre un certo grado senza sfociare nella guerra civile. La seconda assume quindi il ruolo principale e si sviluppa in proporzioni mai viste prima.

Ma per quanto la classe dominante possa manipolare la realtà e intossicare le coscienze, i lavoratori e le masse popolari vivono ogni giorno sulla propria pelle gli effetti sempre più gravi della crisi del sistema capitalista. La loro esperienza pratica li spinge ogni giorno di più verso la rivoluzione socialista per arrivare ad affermare il nuovo mondo che già prende forma dalle ceneri del vecchio. A condizione che i comunisti siano capaci di illuminare la loro pratica, di orientare e organizzare questa spinta, di trasformarla in mobilitazione rivoluzionaria.

La raccolta degli articoli di Luttazzi è citata nel Comunicato del (n)PCI n. 08 del 7 aprile 2023

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