Con questo numero di Resistenza iniziamo a trattare dei contenuti del Congresso pubblicando stralci e citazioni di alcuni degli interventi, dei saluti e delle relazioni che si sono susseguiti nella prima giornata. Iniziamo dal lavoro operaio e dalle relazioni internazionali, proseguiremo nei numeri successivi. Per completezza: le registrazioni video di tutti gli interventi della giornata sono state già pubblicate sul canale YouTube del P.CARC; tutte le relazioni, gli interventi, le mozioni e i saluti (anche quelli che non è stato possibile leggere per motivi di tempo), come anche i documenti congressuali e lo Statuto approvati nella loro versione finale, sono in via di pubblicazione su www.carc.it
L’articolo che segue è una sintesi, adattata, del Comunicato della Direzione Nazionale del 15 aprile 2023
Sabato 1 e domenica 2 aprile i delegati al VI Congresso Nazionale del Partito dei CARC si sono riuniti a Roma con un centinaio di invitati e, salutati da numerosi contributi al dibattito e messaggi di buon lavoro, hanno portato a termine positivamente i compiti del VI Congresso. In particolare 1. rafforzare nelle file del Partito la comprensione di come usare le crepe nel sistema politico nella classe dominante e gli appigli che la situazione offre per orientare e coalizzare le organizzazioni operaie e popolari, i partiti e organismi del movimento comunista cosciente e organizzato, tutte le forze anti Larghe Intese e che hanno a cuore le sorti del paese nella lotta per costituire un governo d’emergenza popolare; 2. elevare l’unità di indirizzo rispetto alle origini e la natura della guerra in corso in Ucraina e al contesto storico e internazionale di cui essa è espressione in modo da contrastare le posizioni da “tifosi della Federazione Russa contro il governo nazista ucraino”. Sono posizioni presenti anche nelle nostre file e che, al pari della linea del “multipolarismo”, portano a trascurare o comunque a mettere in secondo piano la lotta per instaurare il socialismo nel nostro paese e quindi ostacolano il dispiegarsi di un’azione sistematica e capillare per fare della lotta contro la partecipazione alla guerra a cui gli imperialisti Usa hanno dato il via nel 2014 per espandere la Nato all’Ucraina (e contro cui il 24 febbraio 2022 la Federazione Russa ha reagito con la sua “operazione militare speciale”) un altro fronte su cui sviluppare il contrattacco delle masse popolari, convogliando ogni singola operazione nel fiume della rivoluzione socialista; 3. rafforzare nel corpo del Partito la comprensione delle cause della frammentazione attuale dei comunisti italiani (ma lo stesso vale per i comunisti degli altri paesi imperialisti) in una miriade di partiti, organismi, gruppi e personaggi che operano ognuno per conto proprio, e della via per superarla. La frammentazione dei comunisti è una malattia che molti compagni denunciano, si augurano che guarisca e si danno anche da fare per guarirla. Come con qualsiasi altra malattia, per curarla in primo luogo serve una diagnosi giusta, poi individuare la cura adatta allo scopo e infine perseverare nel seguirla fino alla guarigione. La frammentazione dei comunisti è sicuramente una malattia grave, ma il procedimento per curarla è lo stesso anche se la scienza che serve non è quella medica, ma la scienza comunista; 4. consolidare e sviluppare i risultati raggiunti nell’attuazione della linea (sancita dal V Congresso del gennaio 2019) di diventare un partito di quadri e di massa, un partito cioè organizzato in modo da raccogliere lavoratori avanzati e compagni della base rossa e farli partecipare alla lotta per la costituzione del Governo di Blocco Popolare. In questo modo, per loro esperienza diretta e attraverso un processo di cui sono protagonisti, supereranno le illusioni democratiche e il riformismo rivendicativo ed elettorale che il lungo periodo di predominio dei revisionisti moderni e della sinistra borghese ha sedimentato anche tra larga parte di essi e toccheranno con mano che la rivoluzione socialista è l’unica strada realistica, efficace e possibile per farla finita con il disastroso corso delle cose imposto dalla borghesia imperialista. Il VI Congresso ha così messo basi più solide perché il P.CARC contribuisca di più e meglio a quello che è il compito proprio dei comunisti: trasformare il disordine e l’indignazione generali delle masse in una guerra diretta a mettere fine al dominio della borghesia imperialista, al suo modo di produzione e agli ordinamenti che su di esso si basano e instaurare un regime socialista. Alla prima giornata del Congresso hanno partecipato, sono intervenuti e hanno inviato contributi e messaggi di saluto numerosi esponenti di organismi operai e popolari, di organizzazioni anti Larghe Intese e di partiti, organismi e riviste comuniste. Sono intervenuti esponenti di Costituente Comunista, Prc, Pmli e La Città Futura (mentre un membro della Direzione Nazionale del Pci a causa di un imprevisto non è riuscito a essere presente per intervenire). Militant, Circolo Culturale Proletario di Genova, Centro Sociale 28 Maggio di Brescia, Socialismo Italico, Rivoluzione hanno inviato messaggi e contributi al dibattito. È un significativo passo avanti rispetto allo scorso Congresso del gennaio 2019, quando l’intervento di un dirigente provinciale fiorentino del Prc aveva fatto “brillare” l’assenza degli altri partiti che si richiamano al comunismo nonostante fossero stati invitati. Il loro contributo è soprattutto una base per allargare e rafforzare da subito l’unità d’azione e il dibattito franco e aperto che fa parte del percorso attraverso il quale i comunisti arriveranno a una comprensione più avanzata delle condizioni della lotta di classe nell’epoca imperialista, necessaria per guarire la malattia della frammentazione, per far rinascere il movimento comunista e portare alla vittoria la seconda ondata della rivoluzione proletaria in corso nel mondo. Nella seconda giornata del Congresso, i delegati hanno approvato con alcune correzioni la Dichiarazione Generale, le due Risoluzioni annesse e il nuovo Statuto del Partito. Questi documenti a breve saranno a disposizione sul sito www.carc.it, insieme alle mozioni approvate dal Congresso e agli interventi dei delegati e degli invitati e dei saluti pervenuti per la prima giornata. Ognuno, facendo il confronto con i documenti congressuali pubblicati a inizio Congresso, può farsi un’idea in prima persona delle correzioni apportate attraverso il dibattito congressuale. Segnaliamo solamente che, per sviluppare l’azione come partito di quadri e di massa, una delle correzioni allo Statuto è stata quella di introdurre l’esistenza del presidio del Partito: un collettivo, composto da uno o più membri oppure da un membro e uno o più collaboratori e simpatizzanti oppure da soli collaboratori e simpatizzanti, che non ha ancora le caratteristiche per costituire una Sezione, ma che svolge un’azione (di propaganda, di organizzazione, di mobilitazione, ecc.) funzionale al radicamento territoriale del Partito sotto la direzione della Segreteria Federale o del Comitato Direttivo. I delegati hanno poi eletto il Segretario Nazionale (confermando all’unanimità il compagno Pietro Vangeli), la Direzione Nazionale e la Commissione Nazionale di Garanzia. La Direzione Nazionale eletta dal Congresso si complimenta con i compagni che hanno assunto nuovi compiti e maggiori responsabilità nella lotta per mobilitare le masse popolari del nostro paese a costituire un loro governo d’emergenza.