L’intervento militare della Federazione Russa in Ucraina ha generato posizioni contrapposte entro il movimento comunista cosciente e organizzato (Mcco), sia a livello internazionale che nelle singole nazioni. C’è chi dichiara che la Federazione Russa è un paese imperialista e quindi afferma che il suo intervento militare in Ucraina è uno scontro interimperialista tra essa e la Nato, e c’è chi nega che la Federazione Russa sia un paese imperialista e afferma che il suo intervento militare in Ucraina è reazione a un attacco imperialista della Nato con alla testa i gruppi imperialisti Usa.
Le due posizioni sono emerse e si sono scontrate apertamente lo scorso ottobre a Cuba, all’Avana, in occasione dell’incontro di SolidNet, termine che sta per Solidarity Network, nota anche come Incontro Internazionale di Partiti Comunisti e Operai (International Meeting of Communist & Workers’ Parties).
(…) L’appuntamento è stato rinnovato nel 2022, tenuto per la prima volta all’Avana dal 27 al 29 ottobre, e vi hanno preso parte 145 rappresentanti di 78 partiti comunisti e operai di 60 paesi. In questa occasione il Kke ha scritto una risoluzione contro l’intervento in Ucraina della Federazione Russa, che a suo giudizio è uno Stato imperialista. Il (n)Pci si occupa della materia in un suo articolo nell’ultimo numero della sua rivista La Voce, “Prese di posizione sulla guerra in Ucraina”,del quale condivido impostazione e dal quale traggo molte informazioni che qui espongo. Invito a leggerlo e a leggere i molti articoli che la rivista negli ultimi numeri dedica all’argomento. Nell’articolo citato si riporta, tra le altre cose, l’elenco dei firmatari della Risoluzione scritta e promossa dal Kke, 24 aderenti a SolidNet tra i quali il Partito Comunista del Belgio e il Partito Comunista della Turchia, e altri 4 non aderenti, tra i quali il Fronte Comunista dall’Italia e il Partito Marxista Leninista della Germania (Mlpd).
Il Partito Comunista della Federazione Russa, pure aderente a Solidnet e presente all’Avana, ha sostenuto fin da subito l’intervento militare della Federazione in Ucraina e anzi dichiara di averlo sollecitato per difendere le popolazioni del Donbass dall’aggressione che i governi ucraini hanno condotto contro di loro dal 2014 su pressione della Nato.
La posizione era contrapposta a quella dei comunisti greci, che infatti immediatamente avevano accusato il Pcfr di essere filoimperialista in quanto sosteneva il governo di Putin e la sua azione militare in Ucraina. All’Avana, quindi, il Pcfr ha ripetuto la sua posizione e scritto una Risoluzione contrapposta a quella del Kke, dove ribadisce il suo sostegno all’intervento militare della Federazione Russa, in particolare alla “giusta lotta antifascista del popolo lavoratore del Donbass sostenuta dalle forze armate russe”.
La Risoluzione è firmata da 23 partiti organismi aderenti a Solidnet, inclusi il Partito Comunista dall’Italia, il Partito Comunista Tedesco, il Partito Comunista dell’Ucraina, il Partito Comunista Operaio Russo, partiti socialisti e comunisti della ex Jugoslavia, più altri 11 non aderenti, tra i quali il Fronte dei Lavoratori del Donbass e l’organizzazione della Repubblica Popolare di Lugansk e il Partito dei Comunisti degli Usa. L’elenco completo è sempre nell’articolo sopra citato de La Voce.
La contrapposizione investe larga parte del Mcco a livello internazionale. (…)
Vediamo che è posta come questione centrale nel dibattito e nello scontro tra posizioni il definire cos’è l’imperialismo e conseguentemente se un paese è imperialista o no. Lo vediamo nelle prese di posizione contrapposte all’incontro dell’Avana.
Come dice l’articolo citato de La Voce è positivo che il corso degli eventi spinga gli organismi del Mcco “a prendere posizione sui fattori per cui un paese è, per la natura del suo sistema politico, economico e sociale, da annoverare tra i paesi imperialisti, quindi a comprendere più a fondo le caratteristiche dell’epoca imperialista. È utile, infatti, indagare e discutere su quali sono le caratteristiche particolari dei singoli paesi, ma la prima cosa da tenere a mente è che l’imperialismo è l’epoca della rivoluzione socialista e della decadenza della società borghese e che compito prioritario odierno è fare dei paesi imperialisti nuovi paesi socialisti. A questo fine non basta ripetere l’analisi leninista, come se l’imperialismo fosse qualcosa di immutabile e non una fase del movimento storico della società borghese, oppure ritoccarla qua e là o cercare di attualizzarla aggiungendovi ecletticamente elementi desunti dall’osservazione empirica dei fenomeni contemporanei”.
Tenere sempre a mente che ciò che chiamiamo epoca imperialista va piuttosto chiamato epoca della rivoluzione proletaria ci anima a essere protagonisti del costruire la rivoluzione socialista nei nostri paesi e soprattutto per noi italiani a fare dell’Italia, che senza ombra di dubbio è un paese imperialista, un nuovo paese socialista. Per questo scopo serve fare ciò che la Carovana del (n)PCI ha intrapreso fin dai suoi primi passi e cioè il bilancio dell’opera che il movimento comunista del nostro paese ha svolto dalle sue origini a oggi per comprendere quale motivo ha impedito fino ad ora ai comunisti italiani di conquistare il potere nel loro paese così come è accaduto ai comunisti di tutti gli altri paesi imperialisti. Comprendendo i limiti li supereremo e comprendendo gli errori li eviteremo e, così facendo, saremo in grado di vincere e finalmente realizzare quanto Lenin e Stalin ritenevano possibile già quando avviarono la costruzione del socialismo in Russia e cioè che la loro rivoluzione fosse “solo” premessa alle rivoluzioni in paesi come i nostri, come l’Italia, come la Germania. Così facendo, saremo degni eredi dei nostri grandi predecessori e, rompendo la catena degli Stati imperialisti, daremo il migliore contributo alla resistenza delle masse popolari in Donbass, alla lotta di classe delle masse popolari in Ucraina, nella Federazione Russa e nel resto del mondo.