Sabato 29 aprile, presso la Galleria Principe di Napoli durante l’inaugurazione della mostra “Resistenza” è avvenuta una provocazione di alcuni seguaci del governo neonazista di Kiev. Un gruppo di donne e uomini ha provato prima a sabotare la mostra facendo entrare dei bambini che davano dei fascisti putiniani a quelli che erano dentro, per poi esibirsi in una serie di strilli, improperi, sputi e minacce di bruciare le opere e le sedi che le ospitano. Il motivo? Una mostra antifascista e internazionalista ospitante opere di un’artista russa. È questo lo spirito democratico di Zelensky e dei suoi seguaci, invocare con la forza alla censura di una mostra d’arte con una sceneggiata e usando bambini come scudo umano.
I buffoni non solo non hanno osato entrare all’interno degli spazi e tradurre in pratica quello che starnazzavano, ma sono stati allontanati dalla galleria dove nel frattempo era sopraggiunta la Polizia municipale che ne ha identificati alcuni. Dopo di ciò, come accaduto in occasione della celebrazione della “Giornata vittoria” dello scorso anno, per gli agenti il problema non era la presenza di gruppi nazisti di un altro paese che vanno in giro per la città, impunemente, a minacciare e aggredire gli antifascisti napoletani e di altre nazionalità. Il “problema” era sapere se l’iniziativa (fatta in uno spazio occupato e noto alle autorità dal 2013) fosse “autorizzata” o meno. Come se il processo di autonomia sociale che abbiamo costruito in anni in Galleria, la riqualificazione degli spazi e la loro restituzione alla città in termini di fruibilità pubblica avesse bisogno di “autorizzazione” da parte di istituzioni che hanno lasciato marcire per anni, nell’abbandono, nel degrado, nel decadimento un gioiello monumentale della città.
Due compagni hanno fornito le generalità e hanno denunciato a gran voce a tutti i presenti che anziché cacciare a calci nel culo i provocatori delle squadracce naziste, la Municipale si stava occupando di identificare anche i partecipanti, quelli erano oggetto della provocazione. Proprio in questi giorni che si è celebrata la Resistenza antifascista nel nostro paese, non una semplice ricorrenza ma un compito quotidiano per tutti i comunisti, gli antifascisti e sinceri democratici della città e del paese.
Ma chi volevano minacciare questi provocatori nazisti? Chi volevano colpire? Volevano colpire i principi e i valori antifascisti e antinazisti che animano la parte migliore della comunità russa, ucraina e napoletana. Volevano impedire l’inaugurazione di una mostra d’arte per trasformarla nell’ennesima occasione per diffondere la propaganda di guerra di Zelensky, del battaglione Azov e il resto delle squadracce assoldate dagli imperialisti NATO, USA e UE in chiave antirussa contro le popolazioni del Donbass e le loro repubbliche indipendenti e la loro autodeterminazione. Volevano colpire uno dei principali centri di organizzazione, coordinamento e mobilitazione politica per la riscossa popolare della città di Napoli, un laboratorio di unità delle masse popolari in lotta contro la guerra e i guerrafondai di casa nostra: il governo Mattarella-Draghi-Meloni e tutti i governi emanazione dei principali gruppi imperialisti attivi nel nostro paese. Volevano colpire ciò di cui hanno più paura gli oppressori di tutto il mondo e i loro lacchè: il nuovo potere delle masse popolari organizzate.
La Segreteria Federale Campania del Partito dei CARC esprime la sua solidarietà al collettivo GalleRi@rt e alle artiste protagoniste della mostra e chiama tutti i compagni, gli operai, i lavoratori, gli studenti, le organizzazioni politiche e sindacali e anche la parte più democratica e leale ai principi costituzionali delle stesse Forze dell’Ordine a isolare ogni tentativo di intimidazione delle squadracce di provocatori fascisti di qualsiasi nazionalità, a non ridurre la città in un teatro di scontri per bande e soprattutto a imporre il rispetto dei valori antifascisti della Costituzione della Repubblica italiana, quella per la quale si combatté, si morì pur di vincere, pur di liberare l’Italia dalla barbarie nazifascista che aveva condotto le masse popolari nel disastro della guerra, nel baratro dell’oppressione.
Chiama tutti a esprimere solidarietà verso l’accaduto e a sostenere le prossime iniziative contro la guerra e all’insegna dell’antifascismo che terremo il 2 maggio a Piazza Dante alle ore 18.30 e il 7 maggio alle ore 11.00 presso la Galleria Principe di Napoli. Chiama a rendere questo attacco l’opportunità per imparare a organizzarsi e lottare meglio e di più contro i nemici principali delle masse popolari italiane, i gruppi imperialisti USA e UE, il Vaticano, Confindustria, i sionisti, le organizzazioni criminali e il resto dei mandanti, padroni e padrini. Chiama a cacciare i complici di Zelensky e tutti quelli che permettono a queste squadracce di agire nell’impunità, innanzitutto il governo Meloni e tutta l’accozzaglia di partiti e gruppi delle Larghe Intese.
Per questo invitiamo i compagni, i lavoratori, gli studenti, i sinceri democratici e tutti gli elementi attivi delle masse popolari napoletane e campane, a promuovere, sostenere e partecipare a 10, 100, 1000 azioni di lotta per cacciare Meloni e i guerrafondai dal governo del paese!