In occasione della Festa dei lavoratori del Primo Maggio e verso la mobilitazione nazionale contro i rigassificatori del 6 maggio a Ravenna, continuiamo con la promozione della mobilitazione coordinata sui territori contro il programma comune delle Larghe Intese e per il programma comune delle masse popolari.
Questo il contenuto della Settimana Rossa che abbiamo lanciato (qui il comunicato nazionale, qui quello federale), questo lo spirito con cui la Sezione di Bologna del Partito dei CARC aderisce al Corteo del 1° Maggio Giù le armi – Su i salari, il cui comunicato di indizione riportiamo qui sotto.
La città, come il paese, è preda della speculazione e della guerra tra bande. I governi nazionali, regionali e locali, indifferentemente, permettono alle multinazionali del farmaco e alle cliniche private di “mangiarsi” i bilanci sanitari, mentre concedono al sistema clientelare delle cooperative che fa capo al PD il “boccone” dei servizi comunali. Questi sono i soggetti dell’eccellenza democratica bolognese che si spartiscono la torta. Completano il quadro i palazzinari del centro o la società autostradale che, grazie al Passante di mezzo, staccherà nuovi lauti dividendi ad azionisti (inclusi quelli politici).
La situazione è straordinaria e per chi promuove l’organizzazione operaia e popolare comporta responsabilità straordinarie. Per realizzare il programma comune delle masse popolari, di cui la manifestazione cittadina del Primo Maggio tratteggia alcuni punti, sono necessari alcuni ingredienti fondamentali.
Il primo è l’organizzazione popolare e il suo coordinamento. La nostra città pullula di organizzazioni, associazioni e comitati che oggettivamente lottano tutti contro il comune nemico e il suo programma di profitto e sterminio delle masse. L’organizzazione e la convergenza sono la forza principale di cui disponiamo. Il nemico è comune (che in Emilia Romagna è il cancro del PD) e comune deve essere il fronte che lo combatte. Dobbiamo portare a fondo la lotta contro il settarismo e la politica degli orticelli che è di fatto una mano tesa che offriamo a chi ci affama.
“C’è in piazza – diceva una compagna alla spentolata contro il Passante di mezzo del 17 aprile scorso – una competenza dieci volte superiore a quella che c’è nel palazzo”. Le misure necessarie per rimettere il paese in carreggiata negli interessi delle masse popolari sono a grandi linee a tutti note e devono e possono essere elaborate collettivamente. Ecco, il secondo ingrediente è quindi che questo composito coordinamento di forze arrivi a darsi un obiettivo politico di governo del territorio e del paese. Non c’è alternativa, anche perché chi oggi ci governa non è incompetente: risponde a precisi interessi che sono antagonisti ai nostri.
Serve cacciare il governo Meloni a livello nazionale e il governo di Bonaccini a livello regionale (e lo stesso va fatto in ogni città governata dalle Larghe Intese) perché primi promotori e attuatori della sottomissione del nostro Paese all’imperialismo USA e al suo braccio armato della NATO, facendoci diventare il trampolino di lancio per la guerra contro la Federazione Russa in palese violazione con l’articolo 11 della Costituzione nata dalla Resistenza antifascista.
L’Italia è un paese in guerra all’estero con la NATO e al suo interno con la guerra di sterminio non dichiarata che i padroni muovono contro le masse popolari. D’altronde, la crisi ambientale e climatica è strettamente correlata con la lotta contro la guerra e per un lavoro utile e dignitoso per tutte e tutti (basti pensare alla media di oltre 4 morti sui posti di lavoro ogni giorno): la causa dei nostri mali è il capitalismo in crisi acuta e terminale.
Il terzo ingrediente, quindi, è la rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato. Alle guerre della classe dominante dobbiamo opporre una nostra guerra, una nuova liberazione nazionale! I comunisti devono legarsi strettamente alla lotta di classe in corso per portare fino in fondo e insieme alla classe operaia il compito storico avviato con e dai partigiani e Consigli di Fabbrica: prendere in mano il governo del paese e avanzare nella lotta per fare dell’Italia un nuovo paese socialista. Per questo nelle piazze della città di questi giorni promuoviamo, con tutti i partiti comunisti che vogliano impegnarsi, l’unità d’azione in sostegno delle organizzazioni operaie e popolari.
Ci vediamo il Primo Maggio per la manifestazione “Giù le armi, su i salari – Lavoro e reddito dignitoso per tutti!” co promossa [prime adesioni] con SGB, USI-CIT, Unione Inquilini, Peace Link, Sinistra Unita per Bologna, PRC e PCI con concentramento alle ore 10 in Piazza Don Gavinelli (davanti al Teatro Testoni).
Segue comunicato di lancio.
1 Maggio – Giù le armi su i salari – lavoro e reddito dignitoso per tutti ! Manifestazione ore 10 Pzza Don Gavinelli (davanti a Teatro Testoni)
Il governo Meloni ha annunciato che il Primo Maggio si terrà un consiglio dei ministri straordinario per varare il cosiddetto “decreto lavoro” che si preannuncia come l’ennesimo regalo al padronato ed un attacco alle condizioni dei lavoratori e dei settori popolari. Noi il Primo Maggio proseguiremo nel percorso di mobilitazione che ci ha già visti in piazza ed in sciopero lo scorso due dicembre.
A Bologna, Manifestazione ore 10
Pzza Don Gavinelli (davanti al Teatro Testoni):
Lavorare tutti lavorare meno
Basta precarietà e sfruttamento
Per una nuova scala mobile
Garantire un reddito dignitoso a tutte/i
Basta morti sul lavoro
Per la democrazia e le libertà sindacali
No alle grandi opere inutili e dannose come il passante di mezzo
No alla privatizzazione di sanità e scuola
No all’autonomia differenziata né della Lega né del PD
No alla guerra e all’economia di guerra.
No alle spese militari e all’invio delle armi.
Le risorse economiche siano spese per lavoro, salari, pensioni e welfare
La manifestazione che partirà da Pzza Don Gavinelli (davanti al Teatro Testoni) toccherà punti simbolicamente importanti e si concluderà davanti alla vetrina delle buste paga da fame in Via Zampieri, che per l’occasione verrà aggiornata.
Sindacato Generale di Base (SGB) – Unione Sindacale Italiana (USI-CIT) – Unione Inquilini – Peace Link – Sinistra Unita per Bologna – CARC – PRC – PCI