In diretta televisiva Pietro Orlandi, fratello della giovane cittadina vaticana Emanuela, scomparsa negli anni ’80, ha denunciato come la pedofilia in quegli anni era largamente accettata in Vaticano. Nelle ultime settimane è emerso poi un audio in cui un ex membro della banda della Magliana accusa papa Wojtyla di pedofilia confermando quanto Pietro Orlandi andava affermando da tempo. Delle proteste e della campagna di verità e giustizia che Pietro sta facendo rispetto alla scomparsa della sorella abbiamo già scritto nel gennaio scorso indicando che lottare per avere verità e giustizia per Emanuela significa lottare per ottenere verità e la giustizia nel nostro Paese. Significa lottare contro le conseguenze dell’assurda anomalia italiana, della situazione di sovranità limitata che impantana il nostro paese causata dalla presenza del Vaticano.
Emanuela Orlandi, ricordiamolo brevemente, è una cittadina vaticana – ancora minorenne all’epoca dei fatti – scomparsa il 22 giugno 1983 proprio nei pressi di quello stesso crocevia tra Castel Sant’Angelo e la sua scuola di musica distante poche centinaia di metri. Oltre 40 anni di estenuante ricerca della verità, riflettori della stampa mondiale puntati, colpi di scena, molte piste e tutte sempre conducenti ad un unico responsabile: lo Stato Vaticano ed i suoi intrecci di potere con la mafia, gli USA e il resto dei gruppi di potere che compongono Repubblica Pontificia.
Le “indagini” condotte da papa Francesco (ma anche da Ratzinger prima di lui) su Emanuela Orlandi ma anche sugli altri casi di pedofilia sono di facciata come di facciata sono tutte le sue prese di posizione a favore degli ultimi e contro la guerra. Come alla retorica della pace non seguono scomuniche per tutti i vertici Nato e i parlamentari dei paesi che votano per l’invio di armi in Ucraina, così come alla retorica dell’aiutare gli oppressi corrisponde l’arricchimento della Chiesa e l’aumento della povertà, anche su tema pedofilia alle parole non seguono i fatti. I preti pedofili ancora oggi vengono coperti, quando emerge un caso prassi della Chiesa di Roma è zittire la vittima con un risarcimento e trasferire il prelato altrove. Questo è quanto avvenne con un certo clamore in Australia nell’aprile del 2021. Guai a condannare preti e dimostrarne gli abusi e le malefatte. Meglio dare due spicci al malcapitato di turno e far dire ai suoi stupratori tre ave Maria e due Padre nostro. Alleluia!
Alle parole non seguono i fatti. Ciancica Bergoglio di egualitarismo e comunismo nei suoi discorsi roboanti, ma più lo fa e più la realtà dei fatti lo smentisce. Il papa è il capo della più vasta e potente organizzazione privata mai esistita. Un potere occulto che, insieme alle organizzazioni criminali, i gruppi imperialisti USA, UE e sionisti, dirige il nostro paese. È il responsabile di ultima istanza delle condizioni in cui versano le masse popolari italiane.
Tutti i compagni e le compagne che aspirano a fare dell’Italia un nuovo paese socialista, per non commettere gli errori del passato[1], devono tenere conto del ruolo del Vaticano nel nostro paese. Sbaglia chi gioisce quando il Papa e altri prelati si dicono a favore dei diritti della comunità LGBTQ o contrari ai mali del capitalismo. A pronunciarle sono quelle stesse figure che in altri momenti o in altri paesi hanno promosso il massacro di circa un milione di comunisti in Indonesia (1965), sostenuto negli anni ’70 i regimi militari in Argentina e in Cile, fatto crociate contro i “diritti civili”, allevato generazioni di banchieri, affaristi e speculatori che hanno liquidato e venduto il nostro paese e compiuto altre “attività progressiste” di questo genere.
Ma a dire “ora basta” dobbiamo essere noi, collettivamente: solo la forza delle masse popolari organizzate può produrre quel cambiamento di qualità necessario ad imporre un governo di nuova, rinnovata ed autentica sovranità popolare e nazionale, un governo libero da ingerenze straniere. Un governo che la faccia finalmente finita con l’assurda anomalia italiana e liberi il nostro paese da tutte quelle forze che lo occupano abusivamente, il Vaticano, la Nato, Ue, i sionisti e le organizzazioni criminali.
Per noi questo significa lottare per imporre un Governo di Blocco Popolare e facciamo appello a tal fine alle forze operai e popolari, della cittadinanza attiva, degli autentici democratici e degli antifascisti sinceramente interessati a cambiare il nostro Paese negli interessi delle masse popolari che lo abitano e che producono la sua ricchezza.
[1] L’accettazione del potere del Vaticano e della Chiesa di Roma fu, nella Resistenza e dopo, una componente fondamentale della linea della destra del primo PCI che lo portò prima alla corruzione, poi alla disgregazione e infine allo scioglimento.