La sezione di Massa del P.CARC sta sostenendo la candidatura a sindaco di Marco Lenzoni e la Lista Massa Insorge che unisce operai, lavoratori e lavoratrici della sanità, tra i quali alcuni nostri compagni e compagne che sono quindi candidati.
Abbiamo deciso di sostenere questa lista perché uno degli aspetti cardine della nostra azione politica è che le masse popolari (cioè le persone che vivono del proprio lavoro; operai e dipendenti privati, dipendenti pubblici, partite IVA, commercianti ecc; e che pagano il prezzo della crisi) si organizzino in tutti gli ambiti della vita sociale, dalle aziende private a quelle pubbliche, dai comitati territoriali e tematici, per sviluppare le proprie rivendicazioni davanti agli effetti più gravi della crisi.
E’ l’azione delle masse popolari organizzate il motore del cambiamento. Solo l’azione delle masse popolari organizzate può dare forza, coraggio, prospettiva ad un governo (locale, regionale, nazionale) che si pone il compito di porre fine agli effetti più gravi della crisi.
Solo un Governo (locale, regionale, nazionale) che si pone coscientemente il compito di favorire con ogni mezzo a sua disposizione questa tendenza può avere in sé la premessa e la forza (nel mondo in cui l’economia domina sulla politica le buone intenzioni e i buoni programmi contano poco) per far valere un principio che oggi è essenziale per sviluppare un’azione di governo che va negli interessi delle classi popolari: è legittimo tutto ciò che va nell’interesse delle masse popolari (della collettività, del 99%, chiamatelo come vi pare non è una questione nominalistica ma di sostanza!) anche se in contrasto con le leggi, i vincoli, i dicktat e le imposizioni calate dall’alto.
Governare (dal punto di vista dell’interesse delle masse popolari) significa essenzialmente attuare delle misure di rottura che tuttavia si possono applicare solo se si sviluppa un’azione cosciente e sistematica per favorire la mobilitazione popolare.
La parabola discendente del M5S a tutti i livelli amministrativi in cui è stato impegnato ci insegna questo: concepire l’azione di governo come l’applicazione di una serie di misure di buon senso (buoni programmi) senza curarsi delle necessarie misure di rottura e della mobilitazione popolare come cardine dell’azione di governo porta all’inconcludenza; porta necessariamente al “non è possibile” al “vorrei ma non ce lo lasciano fare” e riporta velocemente nell’alveo delle larghe intese.
Sulla base di queste considerazioni abbiamo deciso di sostenere attivamente la lista Massa Insorge: è la lista (e Marco Lenzoni è il candidato) che ha chiaro questo aspetto.
Alla luce di questa premessa, e calando di più il ragionamento sul dibattito cittadino, intendiamo sviluppare un ragionamento.
Oltre a Massa insorge esistono altre liste che si pongono al di fuori e contro delle larghe intese: Unione Popolare, forza che abbiamo sostenuto alle scorse elezioni politiche e che ha il merito di non aver mai sostenuto né a livello nazionale né a livello locale le larghe intese, che compone il Polo Progressista assieme al M5S che nonostante abbia responsabilità anche gravi, come l’aver sostenuto il governo Draghi, a livello locale ha giustamente scelto di svincolarsi dal PD.
La situazione politica particolare della nostra città (la coalizione di destra divisa e in concorrenza, il centro sinistra ben poco credibile e frammentato) avrebbe consentito di usare le elezioni meglio di come effettivamente i partiti anti larghe intese le stanno usando: sarebbe stata auspicabile un’unica coalizione alternativa e antagonista alle larghe intese. Così non è stato ed è stato un errore.
Adesso, nel pieno della campagna elettorale, le forze anti larghe intese possono decidere di perseverare (e aggravare l’errore) alimentando la reciproca concorrenza oppure possono decidere – pur essendo divise sul piano elettorale – di condurre una battaglia comune contro le larghe intese.
È possibile? Non solo è possibile, ma è necessario.
L’esperienza delle elezioni politiche dello scorso settembre (tante liste formalmente “antisistema” si sono presentate divise, anche per questo nessuna di esse ha convinto le masse popolari che infatti si sono astenute in massa) ci impone di NON ripetere lo stesso errore.
Noi siamo per unire quello che l’elettoralismo divide. Perché le elezioni passano, ma la necessità – che diventi possibilità è responsabilità collettiva – di costruire una alternativa alle amministrazioni delle larghe intese rimane.
Allora, a Unione Popolare e al M5S diciamo: superate la concorrenza elettoralistica (nel senso di chi concepisce le elezioni come il fine ultimo della propria azione politica), che giova solo alle Larghe Intese.
Cosa significa? Significa lavorare affinché la campagna elettorale sia uno strumento per rafforzare un fronte comune che oggettivamente esiste già e a cui va dato uno sbocco positivo, un peso e un ruolo nella politica cittadina. Pertanto:
– SI al dibattito franco e aperto, alla critica, anche aspra sull’analisi, sui programmi e sui metodi che si intende perseguire, ma che sia una critica finalizzata a sviluppare il ragionamento. Un esempio positivo, in termini di contenuto, è l’approccio del compagno Franco Peselli: su Facebook ha posto una critica aperta e “senza sconti” che però ha permesso di sviluppare un ragionamento con Marco Lenzoni. Al di là dei termini e dei modi, è un esempio di dibattito costruttivo.
– NO all’utilizzo di mezzi meschini e subdoli, denigrazioni, e provocazioni, a volte promosse sui social attraverso profili falsi (che, diciamolo, non fano neppure onore a chi ne è promotore…) per dileggiare, anziché entrare nel merito delle questioni. Ovviamente non è possibile impedire a nessuno “scemo del villaggio” di usare mezzi simili, ma è chiaro che tali atteggiamenti, oltre a squalificare la “parte politica da cui provengono”, ostacolano lo sviluppo di un ragionamento politico che è certamente più importante – e certamente più proficuo – del “pollaio” su Facebook.
– SI ad azioni e iniziative comuni di denuncia e mobilitazione tese a smascherare la politica delle larghe Intese che, quale sia la salsa in cui si propone, è sempre antioperaia e antipopolare. Ragioniamoci su insieme.
Sezione di Massa del Partito dei CARC