[Emilia Romagna] Una Settimana Rossa contro il Partito Della guerra e del cemento. Per la pace, il pane e la libertà!

L’Italia, diretta dalle Larghe Intese e dal governo Meloni attuatore dell’Agenda Draghi, è un paese in guerra a tutti gli effetti. La soluzione è sviluppare la lotta di classe, rendendo “il fronte interno” sempre più ingestibile, ingovernabile. In questa situazione, la memoria viva, e la sua difesa contro i rigurgiti revisionisti e le strumentalizzazioni, della Resistenza antifascista e delle lotte operaie non può e non deve rimanere soltanto un ricordo da celebrare, ma può e deve diventare uno strumento per passare dalla difesa all’attacco.

Non solo resistere, perché non più sufficiente: in ogni città, quartiere, zona produttiva, scuola e ospedale dobbiamo mobilitarci in maniera sempre più organizzata e coordinata contro il programma di guerra e di cemento del Partito Democratico e per il programma comune delle masse popolari. Anche in Emilia Romagna, facciamo delle date del 25 aprile e del 1° Maggio due momenti di una più ampia, capillare ed estesa Settimana Rossa (25 aprile – 1° Maggio) di mobilitazione per avanzare nella riscossa operaia e popolare.

Il nemico da combattere in casa nostra

A cosa ci ha portato e a cosa ci sta portando la direzione del Partito Democratico nella nostra regione è sotto gli occhi di tutti: devastazione ambientale e precariato lavorativo; inquinamento e siccità; repressione e carovita.

Ad una partecipazione diretta alla guerra per procura di USA-NATO contro la Federazione Russa e all’attracco dei rigassificatori, vere e proprie “bombe”, nel porto di Ravenna; ad un’enorme e continuativa colata di cemento, come illustrato in Un’alta marea di asfalto. Con il Passante, Bologna avanguardia dell’ingiustizia climatica; ad una gestione del lavoro fatta di smantellamento del tessuto produttivo (come alla Fox Bompani di Ferrara), di precariato e sfruttamento (come dimostrano esternalizzazioni e privatizzazioni nel Pubblico e sulle coste della Riviera) e di repressione (come conferma la risposta padronale alla lotta dei lavoratori della logistica); ad una sanità regionale a rischio Commissariamento perché anteposti gli interessi (i profitti) di privati, del Vaticano e delle organizzazioni criminali a quelli delle masse popolari (lavoratori e utenti) e ad una distribuzione delle risorse energetiche (gas, luce e acqua) trasformata in rapina e fonte di clientelismo con le multiutility.

Questo è il sistema clientelare, mafioso e poliziesco del PD con alla testa Bonaccini e il suo entourage, oggi alle prese con la guerra interna post elezione di Elly Schlein quale segretaria nazionale e quindi in crisi crescente. È contro questo nemico che dobbiamo lottare.

Tra il dire e il fare c’è di mezzo il fare

Centinaia sono le battaglie, i comitati, le reti, le associazioni, le RSU e RSA, i circoli ARCI, le sezioni dell’ANPI e i comunisti che nei nostri territori combattono contro la piovra del PD e le sue articolazioni e misure. A questo si aggiunge un diffuso e sotterrano malcontento in ogni dove che ancora non sa che direzione prendere: usiamo la Settimana Rossa per far confluire e convergere le mille e particolari lotte verso un obiettivo comune immediato, cioè quello di tessere ulteriormente il filo rosso della riscossa dal basso in stretta sinergia con la rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato.

Questo è parte essenziale del senso e del contenuto dell’antifascismo – popolare – che serve, combattendo risolutamente quello padronale e di facciata: il PD è il peggior nemico tanto dei nostri partigiani e delle nostre staffette quanto di tutti i lavoratori, studenti e disoccupati!

Il PD infatti si riempie la bocca di simboli e nomi della storia partigiana, si richiama ai valori e ai diritti della “democrazia” e si fregia di una retorica progressista ma, oltre la cortina di fumo, è il primo responsabile dei mali attuali. Ecco quindi che essere antifascisti oggi significa promuovere in ogni dove organizzazione e coordinamento operaio e popolare (ciò che noi chiamiamo Organizzazioni Operaie e Organizzazioni Popolari) fino a far valere, imponendoli, i propri interessi.

Significa mettere al centro il protagonismo popolare e gli interessi reali comuni oltre gli steccati, avanzando nella promozione di iniziative di rottura comuni, volantinaggi ai cancelli e nei caseggiati insieme; mettendo in pratica azioni pratiche oltre il solo piano mediatico come ad esempio affiggere cartelli sui portoni delle case sfitte e sostenerne le occupazioni; bloccando e invadendo in maniera organizzata e costante i cantieri delle grandi opere inutili e dannose; facendo spese proletarie mandando gli scontrini ai sindaci e alle multiutility e molte altre creative forme di azione. Senza timore: è legittimo fare tutto ciò va negli interessi delle masse popolari, anche se è illegale!

Il fare dimostra che è possibile fare: una conferma

Partecipare, in particolare convergendo da tutta la regione sulla tappa bolognese del 27 aprile (h. 17:30 presso centro sociale G. Costa), al fitto calendario di iniziative che la rete contro l’emergenza climatica regionale (qui e qui per rimanere aggiornati) sta promuovendo verso il corteo nazionale contro i rigassificatori a Ravenna del 6 maggio è la strada da percorrere. Un vero e proprio tour regionale promosso da un insieme di Organizzazioni Popolari come fu l’Insorgiamo Tour dell’autunno scorso con il Collettivo di Fabbrica GKN.

È questo un ottimo esempio di cosa significa nel concreto organizzarsi e coordinarsi dal basso mettendo al centro l’interesse comune e il “basso”, lavorando oltre la singola data e secondo un processo fatto di tappe concatenate di un’unica campagna. Questo è un esemplare passo sulla strada da percorrere. Non solo, riunirsi al fine di elaborare piani alternativi per la gestione dei territori e dei posti di lavoro è il passo in più su cui lavorare perché è il contenuto dell’andare oltre la resistenza, agendo d’attacco. Applicare, dandosi i mezzi, questi piani significa assumere il ruolo di vere e proprie nuove autorità mettendo all’angolo, in un modo o nell’altro, le Istituzioni della classe dominante. Chi vive e lavora nei territori sa cosa serve e sa anche, ragionandone collettivamente, cosa fare, avvalendosi di esperti che si mettono a servizio di ciò che serve fare. Il Movimento NO TAV prima e l’esperienza della lotta in GKN oggi, lo dimostrano.

Fare quindi!

È alla luce di questo sommovimento e con spirito di attacco e di conquista che chiamiamo tutte e tutti a contribuire in Emilia Romagna alla realizzazione del nostro Appello nazionale per una Settimana Rossa. Dal Comitato per la verità e giustizia per la strage del carcere S. Anna di Modena e dall’Assemblea NO Passante di Bologna, passando per i Comitati NO Accordo IREN-Mekorot di Reggio Emilia e Parma, le reti ambientali romagnole e le mobilitazioni in ambito sanitario, per le organizzazioni e i collettivi giovanili che occupano scuole e università e l’avvio della campagna referendaria Italia per la pace e contro la partecipazione dei privati alla pianificazione sanitaria contro il governo Meloni fino alle organizzazioni del movimento comunista e a quelle sindacali (come quelle di base)

avanziamo nel marciare uniti

per la pace, cioè per sottrarre la nostra regione al contributo che dà alla guerra con il sostegno alla NATO attraverso la presenza e l’uso della base militare di Poggio Renatico (FE) e con l’asservimento agli USA mediante la messa in opera dei rigassificatori a Ravenna.

Per il pane, cioè per un lavoro utile e dignitoso senza lo strozzinaggio di enti quali Legacoop e senza le speculazioni a mano armata sui beni comuni da parte di IREN ed HERA e a causa dell’economia di guerra.

Per la libertà, cioè per non avere bavagli e/o limitazioni nell’agibilità politica (applicandola), per non sottostare al ricatto salute e ambiente e per poter vivere da protagonisti in un territorio sano e libero da inquinamento e devastazione ambientale mettendo mano alle vere grandi opere che servono (dalla risoluzione del rischio idrogeologico, all’edilizia popolare e dei servizi alla persona)

Cacciamo i guerrafondai e gli antifascisti padronali dalle nostre piazze. Riprendiamocele!

Spezziamo le catene dell’UE e della NATO nel nostro paese e quelle del sistema del PD in regione!

Avanti uniti per il Governo di Blocco Popolare, verso il socialismo!

Contattaci per costruire la Settimana Rossa insieme (iniziative, cortei, banchetti, diffusioni eccetera), per partecipare insieme alle varie iniziative in regione, per sostenere insieme l’organizzazione nei posti di lavoro e per confrontarci sulla fase attuale e il che fare!

A breve il programma completo.

La Segreteria Federale del P. CARC Emilia Romagna

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