Per la pace, per il pane, per la libertà

Per quanti dicono che in Italia non si muove niente sono i fatti che smentiscono questa tesi. Tra le settimane passate e le prossime nel nostro paese sono diverse le mobilitazioni in atto e in preparazione. Sono capillari e riguardano praticamente ogni settore delle masse popolari, dagli operai e lavoratori ai giovani studenti e le donne, passando per i più svariati comitati cittadini, in difesa per l’ambiente o contro la repressione. Sono piccole, diffuse e capillari mobilitazioni con cui le masse popolari resistono nel nostro paese. Tante di quelle esistenti nemmeno le conosciamo ancora. 

È chiaro però che per svilupparsi ulteriormente, per far passare la diffusa resistenza messa in campo dalle masse popolari organizzate dalla difesa all’attacco, c’è bisogno di centri autorevoli che si mettano alla testa di questo movimento, che guidano e trascinano chi è già organizzato e chi ancora non lo è a convergere verso un obiettivo comune. C’è bisogno di centri autorevoli che promuovano la riscossa! 

 Non è un caso che laddove le mobilitazioni sono già unite da un filo rosso, laddove organismi operai e popolari marciano più o meno coordinatamente su obiettivi comuni è proprio dove ci sono collettivi e organizzazioni che si sviluppano come questi centri autorevoli. 

Tra queste una delle più importanti per estensione e ruolo assunto è sicuramente quella del Collettivo di Fabbrica Gkn, che dopo aver organizzato all’interno della fabbrica il festival della letteratura Working class lo scorso 31 marzo -1 e 2 aprile alla presenza di migliaia di persone accorse, ha di recente fatto irruzione nella campagna elettorale promuovendo un confronto pubblico in fabbrica con i candidati sindaci della città di Campi Bisenzio (città in cui sorge lo stabilimento ex Gkn), ancora una volta un confronto non sulle loro teste ma con le loro testa. 

Ma soprattutto abbiamo un piano industriale che, se realizzato, creerebbe un punto di eccellenza, forse europeo, sul piano della transizione ecologica e sul modello sociale e solidale di produzione. Entro il 17 aprile prenderemo le manifestazioni di interesse per partecipare alla futura cooperativa. Il Comune di Campi Bisenzio può scegliere di vivere passivamente questo fatto o al contrario attivamente – addirittura studiando forme di partecipazione pubblica. Nel primo o nel secondo caso, però, sarebbe almeno il caso di conoscere i fatti in profondità.Per questo vi proponiamo un dibattito pubblico – nel luogo che riterrete più opportuno – tra i candidati sindaci, la Rsu di fabbrica e la cittadinanza su questi temi.Augurando a tutta Campi un futuro di partecipazione e consapevolezza” La Rsu ex Gkn

A Napoli sono diverse le mobilitazioni in campo, da quelle contro lo smantellamento del Reddito di Cittadinanza portata avanti tra gli altri dai disoccupati del Comitato 7 novembre e dal Cantiere 167 di Scampia, fino a quelle dei comitati contro la chiusura dei presidi ospedalieri e per la difesa del SSN

Diverse anche le manifestazioni contro la guerra, per la pace e contro le basi Nato nel nostro paese. Tra i principali promotori delle mobilitazioni il CALP di Genova, che prosegue con la vigilanza, la denuncia e il sabotaggio dell’ invio di armi dai nostri porti. La mobilitazione del CALP che non solo non si è mai fermata, ma si è fatta promotrice della mobilitazione di altre realtà con la manifestazione del 25 febbraio e si è legata con altri organismi di lavoratori, primo fra tutti il Collettivo di Fabbrica Gkn, ha dimostrato anche che non è “stando buoni” e “facendo i bravi” che si spezzano i tentativi di repressione. È infatti crollata l’accusa di associazione a delinquere a carico del collettivo.

In continuità con la loro mobilitazione il 2 aprile scorso, in occasione della giornata di manifestazioni mondiali per la pace, si è nuovamente tenuto un presidio davanti alla base militare di Ghedi non solo per dire «basta» alla guerra, ma anche per invocare la messa a bando delle armi nucleari, la chiusura della basi Nato e per chiedere l’uscita dell’Italia dalla Nato. Tra i promotori dell’iniziativa le associazioni Donne e uomini contro la guerra, Familiari delle vittime dell’uranio impoverito, Basta guerre e dal Centro sociale 28 maggio. 

Altre manifestazioni contro la guerra e la presenza delle basi Nato sono in programma a Milano per il 15 e 16 aprile e per il 28 aprile in Sardegna. A Milano si tiene una due giorni promossa da Miracolo a Milano “contro una Guerra che non si combatte solo in Ucraina e in tutti gli altri fronti di guerra, ma anche contro la Guerra alla cognizione della propaganda mass-mediatica e contro la Guerra politica, economica, sanitaria e sociale che si combatte contro di Noi, contro la nostra libertà e il nostro futuro”. 

In Sardegna il 28 aprile si terrà una manifestazione a Decimomannu contro la presenza e le attività delle basi militari e Nato nel territorio, che devastano l’isola e ammalano i suoi abitanti. 

“Il 28 aprile torneremo all’Aeroporto di Decimomannu, con gli occhi rivolti alle reti dietro le quali si alzano in volo gli aerei che sulla nostra terra imparano l’arte della guerra per poi andare a farla. […] Il 28 aprile lottiamo contro questa idea di Sardegna, vogliamo lottare per vivere in una Sardegna diversa. Tutte e tutti insieme, ribadendo ancora una volta che abbiamo tanti modi e un’unica lotta”

Una delle prossime manifestazioni già in programma è quella nazionale dei migranti indetta per il 28 aprile a Roma. La manifestazione Non sulla nostra pelle ha messo al centro le parole d’ordine: “Non sulla nostra pelle” costruirete la vostra ricchezza! Rivendichiamo diritti di cittadinanza e diritti lavorativi! Siamo noi i protagonisti del processo di cambiamento”. 

L’Usb migranti aggiunge: “Su queste parole d’ordine costruiremo assemblee in tutta Italia, nelle campagne, nelle città! Con i lavoratori nelle campagne e nei magazzini, insieme alle lavoratrici domestiche clandestine nelle case dei propri assistiti, con i lavoratori nei ristoranti e nei centri commerciali
NON ABBIAMO PIÙ TEMPO PER ASPETTARE!”

In ultimo il 26 maggio è promosso da Usb uno sciopero generale Abbassare le armi, alzare i salari, ribadendo il legame che esiste tra la lotta alla guerra Usa-Nato e quelle in difesa del lavoro, che vede come obiettivo immediato la cacciata del governo Meloni (vedi l’articolo E’ tempo di lotte, non di farse. Il governo Meloni se ne deve andare di Usb)

Come dicevamo, queste sono tutte manifestazioni e iniziative che pur ognuna con la propria parola d’ordine hanno un legame profondo che le attraversa e che le fa proseguire. Un legame che sempre di più è esplicitato e perseguito dai principali organismi operai e popolari che operano nel nostro paese e che per svilupparsi ha bisogno proprio di questo. 

Qual è il filo rosso che lega tutte le mobilitazioni? 

Lo abbiamo detto (Il filo rosso della lotta di classe in corso): è la necessita per le masse popolari di fare guerra alla guerra condotta contro di loro: gli effetti della guerra per procura di Usa-Nato contro la FR e la guerra di sterminio che non è dichiarata ma perseguita contro le masse popolari attraverso lo smantellamento dell’apparato produttivo, la precarizzazione del lavoro, i tagli alla sanità, le devastazioni ambientali e quanto altro. 

Quali sono i centri autorevoli in grado di far marciare unite le varie organizzazioni?

Chi ha un ruolo d’avanguardia in questo momento, come il Collettivo di Fabbrica della Gkn e il CALP di Genova, deve proseguire nell’assumerselo ed elevarlo per guidare altri a fare altrettanto. Perché si sviluppi e rafforzi la guerra delle masse popolari contro padroni, speculatori, affaristi e contro la sottomissione agli imperialisti Usa e Ue c’è bisogno di centri autorevoli che la promuovano, che estendano e promuovano l’organizzazione di altri lavoratori e delle masse popolari in comitati popolari; che indichino loro la strada per organizzarsi e per mobilitarsi in modo da far confluire le mille e particolari lotte verso un obiettivo comune. 

Le difficoltà nel farlo ci sono, è vero, ma siamo in una situazione straordinariamente grave e bisogna fare cose straordinarie per farvi fronte. Una mobilitazione coordinata, capillare e ampia è possibile se chi la promuove è deciso a combattere la sfiducia e lo scetticismo e andare fino in fondo! Già il Collettivo di fabbrica ha dimostrato cosa accade se questi organismi soffiano sulla brace che cova sotto la cenere! 

Serve costruire il nostro programma comune e imporre il governo che dovrà attuarlo, il governo di quella maggioranza nel paese che già si organizza, coordina e mobilita per far fronte al programma comune della borghesia, fatto di miseria e morte

Anche per questo abbiamo fatto appello per sfruttare nel miglior modo possibile in questo senso la settimana che andrà dal 25 aprile al 1 maggio, quella che abbiamo chiamato Settimana Rossa. Per questo abbiamo fatto appello a organizzare iniziative comuni nelle città, nelle piazze, nelle scuole, di fronte agli ospedali e sotto le carceri, sotto le ambasciate USA e davanti alle basi NATO, di fronte alle aziende, sotto i tribunali e le prefetture. Per questo infine abbiamo fatto appello perché ognuno porti il suo pezzo e le sue parole d’ordine.

Per la pace, per il pane, per la libertà!

CONTRO il governo della guerra e della sudditanza alla UE e alla NATO, dello smantellamento delle aziende, della privatizzazione dei servizi pubblici, del carovita e dell’eliminazione del Reddito di Cittadinanza, dei rigassificatori e della devastazione ambientale, delle stragi di migranti, della repressione, della mano libera alle organizzazioni fasciste,
PER “la pace, il pane e la libertà”, per estendere i servizi pubblici e gestirli in funzione delle esigenze delle masse, per tutelare e migliorare l’ambiente in cui viviamo, per liberare il nostro paese da sfruttatori e oppressori, per un sistema di relazioni sociali corrispondente alle esigenze delle masse popolari, democratico ed ecocompatibile. (…) 
Per la pace. Cioè per sottrarre il nostro paese dal giogo della NATO e della UE.
Per il pane. Cioè per assicurare a ogni adulto un lavoro utile e dignitoso.
Per la libertà. Cioè per rompere il sistema politico delle Larghe Intese e per il protagonismo delle masse popolari organizzate

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