Sulla campagna referendaria Italia per la pace e contro la partecipazione dei privati alla pianificazione sanitaria

Il 23 marzo il Comitato Generazione Futura, promosso da Ugo Mattei, e il Comitato Ripudia la Guerra, promosso da Enzo Pennetta e sostenuto da Democrazia Sovrana e Popolare, si sono accordati per dare inizio a una campagna referendaria denominata Italia per la Pace. Si tratta della raccolta firme per l’indizione di un referendum contro la guerra, che, a seguito dell’accordo fra i due soggetti, consta di due quesiti: il primo per sospendere l’invio di armi in Ucraina, il secondo per impedire al governo di decretare l’esportazione e transito di armi verso paesi in stato di conflitto armato (“fatti salvi” però “gli obblighi internazionali dell’Italia”, cioè in primis la partecipazione dell’Italia alla NATO). Il comitato promotore unitario sta raccogliendo adesioni fra sindacalisti, sinceri democratici, giuristi, giornalisti, esponenti del mondo della cultura e dello spettacolo. 

A questi due quesiti si affianca un terzo quesito, promosso da Generazione Futura, che riguarda l’abolizione di una legge del 1992 che prevede che al tavolo per l’annua programmazione sulle priorità di spesa destinata alla sanità pubblica possano partecipare non solo i rappresentanti delle istituzioni pubbliche, ma anche soggetti privati.

A partire dalla fine di aprile avrà inizio la raccolta firme con la promozione locali di banchetti, campagna cui è possibile aderire e contribuire a realizzare contattando referenti di zona.

Come abbiamo sancito nella Risoluzione 1 del VI Congresso appena svoltosi, il PCARC sostiene tutte le mobilitazioni e le iniziative contro la guerra e che vanno nella direzione di spezzare le catene UE e NATO. Sosteniamo inoltre la lotta contro lo smantellamento del Sistema Sanitario Nazionale, per un sistema sanitario universale, orientato verso la prevenzione e sostenuto e attuato attraverso la partecipazione diretta degli utenti e dei lavoratori.

Per raggiungere i giusti obiettivi che il referendum si propone è necessario alimentare nel nostro paese le decine e decine di iniziative che su questi temi già esistono, promuovere l’organizzazione di comitati territoriali tematici, le lotte dei lavoratori (emblematico il caso del CALP di Genova) e il loro coordinamento. È necessario, cioè, fare della lotta alla partecipazione dell’Italia alla guerra e della difesa del SSN una questione di ordine pubblico. La campagna referendaria, con la promozione di iniziative pubbliche, portando i banchetti nei mercati, nei quartieri, davanti alle aziende, scuole, università e ospedali e chiamando a schierarsi autorevoli esponenti della società civile, è un mezzo e un’opportunità per alimentare questo lavoro.

Che le varie organizzazioni, associazioni, comitati che lottano per la pace e per la difesa del SNN, colgano l’occasione della campagna referendaria per alimentare la convergenza e una comune visione di prospettiva politica. Uno è il nemico e uno dev’essere il Fronte. È la stessa mano che ci trascina in guerra, che specula sui prezzi dei beni di prima necessità, che taglia posti letto, che rende i luoghi di lavoro delle trappole mortali o inquina l’aria e l’acqua dove viviamo. È la mano della borghesia imperialista, per conto della quale i governi delle Larghe Intese (di cui l’attuale maggioranza parlamentare è espressione) portano avanti la loro agenda.

La soluzione a ognuno di questi problemi dipende in ultima analisi solo dalla volontà politica di affrontarli e tale volontà può essere solo imposta alla classe dominante con la forza delle masse popolari organizzate. Serve resistere e al contempo formare la nuova classe dirigente, serve che il comune Fronte anti Larghe Intese che dobbiamo costruire si dia un obiettivo di governo del paese. Serve lottare per un governo di emergenza delle masse popolari organizzate, un governo che abbia la forza e il mandato di far rispettare i nostri interessi.

Con questo spirito, il Partito dei CARC non assume la campagna a livello nazionale ma svilupperà forme di collaborazione a livello territoriale sui banchetti e iniziative che si terranno. Chiamiamo, inoltre, le altre organizzazioni comuniste a fare altrettanto per rendere questa campagna un ambito di sviluppo dell’unità d’azione tra diverse organizzazioni comuniste e, quindi, anche per questa via, portare avanti quel lavoro pratico di base sulla cui base, qui e ora, solo può svilupparsi il processo di ricomposizione unitaria di cui c’è bisogno.

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