Nella giornata di venerdì 17 marzo si è svolta a Napoli l’iniziativa “Uniti e uguali” per protestare contro il ddl Calderoli sull’autonomia differenziata, approvato il giorno precedente dal Consiglio dei Ministri.
L’evento è stato lanciato dal coordinamento “Recovery Sud”, costituito da un vasto numero di amministrazioni locali meridionali (circa 425) contrarie al progetto di spaccatura del paese prospettato da Calderoli che, in linea con la riforma del Titolo V della Costituzione approvata nel 2001 dal “centro – sinistra” e a seguito dei tentativi già operati dai governi Gentiloni (preaccordi con le regioni Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna) e Draghi (ddl Gelmini), mira a dare mano libera alle Regioni, in special modo a quelle più ricche, sulla gestione di settori essenziali come istruzione, ricerca scientifica, ambiente, ecc…
Oltre alle amministrazioni promotrici del coordinamento, hanno aderito anche i Comuni di Napoli, Bari, Bologna, Pesaro e il presidente della Regione Puglia, Emiliano. La giornata ha visto la combinazione di due diverse iniziative.
Nella prima parte si è svolto un corteo organizzato da un vasto fronte di associazioni, comitati e organizzazioni politiche, da Medicina Democratica, ai sindacati Cobas e Cub scuola; da partiti politici quali Prc, Pmli, Sinistra Anticapitalista, deMa, ecc., ai lavoratori della Whirlpool; dall’Anpi alla Consulta Popolare per la Salute e la Sanità del Comune di Napoli.
A seguire si è tenuta, nella sala consiliare della città metropolitana di Napoli, un’assemblea dei sindaci aderenti che ha varato e consegnato al prefetto di Napoli un documento in cui si chiede il ritiro del provvedimento e che fa seguito alle prese di posizione di Anci Campania, Calabria, Sicilia, Sardegna e Basilicata.
L’iniziativa di venerdì 17 è stata solo l’ultima tappa di una mobilitazione contro l’autonomia differenziata che ormai va avanti da diversi mesi: basti pensare che da circa due mesi, quasi quotidianamente, si svolgono incontri e assemblee sull’Autonomia differenziata non solo al sud ma anche nel resto d’Italia. Sono già in programma iniziative a Pesaro e Perugia, in Toscana, Emilia Romagna, ecc..
Una mobilitazione che, oltretutto, sta alimentando anche le contraddizioni all’interno dei partiti delle Larghe Intese e del sistema di potere che regge il nostro paese: tra istituzioni locali e governo centrale, tra polo PD e polo Meloni – Berlusconi – Salvini. Pensiamo solo al fatto che il Pd “ripulito” di Elly Schlein, dopo essere stato promotore della sciagurata riforma del Titolo V della Costituzione e dei primi tentativi di varare l’autonomia differenziata, ora si presenta come fiero avversario della proposta di Calderoli.
Tuttavia, la piazza di Napoli ha visto convergere per la prima volta su questa questione amministratori, i sindaci ed esponenti istituzionali (erano presenti ad esempio diversi parlamentari del M5S, tra cui la vicepresidente del Senato Mariolina Castellone) con la rete delle associazioni, dei comitati, dei sinceri democratici, delle forze politiche e sindacali.
Dare continuità a quest’iniziativa, dunque, significa far crescere la mobilitazione e l’organizzazione in ogni azienda e ogni territorio, da nord a sud e creare una rete di amministrazioni locali rette da uomini di fiducia delle masse popolari organizzate, in grado di difendere, ampliare e rendere accessibili in tutto il paese i servizi pubblici che con l’autonomia differenziata si vorrebbe ulteriormente smantellare.
Solo procedendo su questa strada si potrà cacciare il governo Meloni e imporre un governo di emergenza capace di impedire l’ulteriore spaccatura del paese, di eliminare il divario tra nord e sud e di attuare fino in fondo le parti progressiste della Costituzione che Calderoli e Meloni sognano di picconare.