Il filo rosso della lotta di classe in corso

Il Collettivo di Fabbrica dei Lavoratori della Gkn ha lanciato la manifestazione nazionale “25 marzo: liberiamo Gkn” che si terrà a Firenze proprio il 25 marzo.

Il Partito dei CARC ha aderito a questa mobilitazione perché la lotta del Collettivo di Fabbrica della Gkn è la lotta di tutti i lavoratori e le lavoratrici, di chi lotta contro lo smantellamento dell’apparato produttivo del paese, la guerra, il carovita e la gestione criminale del paese da parte del governo Meloni e delle Larghe Intese.

Altro importante appuntamento è l’assemblea contro la guerra convocata sempre per il 25 marzo a Livorno da USB e dagli operai del CALP di Genova.

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Il filo rosso del nuovo governo del paese

Entrambi gli appuntamenti si inseriscono in quella che deve svilupparsi come una dispiegata e diffusa lotta per imporre un governo di emergenza popolare che sia espressione degli interessi della maggioranza della popolazione del nostro paese e che si dia i mezzi per imporre l’agenda di governo delle misure opposta all’agenda Draghi, oggi portata avanti dal governo Meloni.

È questo il filo rosso che lega le decine di mobilitazioni che si susseguono in tutto il paese negli ultimi mesi. Iniziative di lotta, organizzazione e coordinamento in cui noi, la maggioranza del paese, già da ora stracciamo l’agenda Draghi e diamo gambe a una nostra agenda di governo.

Siamo contro la chiusura delle aziende e a difesa di ogni posto di lavoro. Vogliamo sicurezza, diritti e agibilità politica in ogni fabbrica, ospedale, scuola e azienda.

Vogliamo che il nostro paese ritiri immediatamente ogni sostegno alla guerra in Ucraina condotta dagli imperialisti contro la Federazione russa di cui gli operai, i lavoratori e le masse popolari del nostro paese stanno pagando gravi conseguenze.

Vogliamo che il reddito di cittadinanza non venga tagliato, anzi lo vogliamo estendere e rendere una misura che ridà dignità e impiega nei lavori che servono ai nostri territori energie, capacità e professionalità oggi trattate come esuberi e schiavi.

Vogliamo una salute pubblica, gratuita, universale e di qualità che dia a tutti la possibilità di curarsi, prevenire patologie gravi e migliorare le proprie condizioni fisiche e psicologiche.

Vogliamo impedire che l’inquinamento selvaggio e l’uso criminale delle risorse naturali che devastano il pianeta e l’ambiente con gravi conseguenze per la salute e la sopravvivenza della nostra e di altre specie animali.

Autori e protagonisti dell’attuazione di questo programma di governo sono il Collettivo di Fabbrica della Gkn di Firenze, il Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali di Genova, i comitati in difesa del reddito di cittadinanza, i movimenti di lotta per la casa, i disoccupati organizzati di Napoli. Sono gli operatori sanitari e i comitati cittadini in difesa della sanità pubblica, i comitati popolari contro i rigassificatori e il resto delle opere inutili e dannose, i collettivi studenteschi e movimenti come il Friday for Future, Extintion Rebellion e Nuova Generazione e tutte le decine di organizzazioni grandi e piccole che oggi si mobilitano per imporre le misure più urgenti per far fare fronte agli effetti più gravi della crisi.

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Benaltrismo, paraculismo e l’unità che serve alle masse popolari

Come spesso accade in queste situazioni si moltiplicano tra le file della sinistra borghese i tentativi e le argomentazioni per mettere una mobilitazione in contrapposizione con le altre: quelle “giuste” contro quelle “sbagliate”.

Si tratta dei professionisti del benaltrismo – per i quali l’aspetto decisivo è decidere se sia meglio lottare per il lavoro più che per il reddito di cittadinanza, per la sanità pubblica più che per l’ambiente e via discorrendo –  o del paraculismo militante dei vertici CGIL che prima starnazzano di antifascismo per cacciare il governo Meloni salvo poi far intervenire la premier al loro congresso nazionale, primo presidente del consiglio dopo vent’anni a farlo, per sentirla intonare l’inno dell’unità nazionale e del confronto costruttivo.

Queste concezioni sono un ostacolo allo sviluppo del movimento di resistenza delle masse popolari del nostro paese e sono loro stesse a combatterlo (prima su tutti la spinta del CALP di Genova ad unire l’incontro nazionale dei portuali USB e la manifestazione lanciata dal Collettivo della Gkn). Per svilupparsi questo movimento deve partire dall’unire quello che tutte le mobilitazioni di questi mesi hanno in comune. Per emergere il filo rosso che lega tutte queste mobilitazioni necessita che ognuna di esse si incanali nella lotta per abbattere il governo Meloni. Un progetto che si può sviluppare solo se al CONTRO si aggiunge il PER.

Quel PER è il Governo di Blocco Popolare, un governo composto da personaggi che godono della fiducia degli organismi operai e popolari: gli organismi operai e popolari devono indicare il capo del governo, i ministri, il programma e le misure per attuarlo.

Il filo rosso che lega le mille forme di organizzazione e di mobilitazione in corso nel nostro paese è la base del nostro programma, della nostra lotta, del nostro governo. La fiducia in noi stessi e nel fatto che si può vincere è il carburante per far marciare la nostra macchina da guerra.

Non sono i padroni ad essere forti, siamo noi che dobbiamo far valere tutta la nostra forza!

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