Pubblichiamo di seguito i saluti scritti, inviati alla Federazione Toscana del P.CARC in occasione del suo VI Congresso che si è svolto lo scorso 11 marzo a Firenze.
La ricchezza del dibattito pubblico e i vari saluti pervenuti mostrano bene che la mobilitazione delle masse popolari per far fronte agli effetti più gravi della crisi si estende e si rafforza e che la rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato è oggi un obiettivo da perseguire per promuovere la costruzione della rivoluzione socialista nel nostro paese.
Cogliamo l’occasione per invitare tutti al VI Congresso Nazionale del P.CARC che si svolgerà il prossimo 1° aprile presso il Teatro dell’Anfitrione, in via di S. Saba 24 a Roma.
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Saluto di Ulisse, segretario generale del CC del (nuovo)PCI
Cari compagni,
anzitutto a nome del Comitato Centrale del (nuovo)Partito comunista italiano ringrazio il compagno Fabio Gambone della Commissione dell’Ufficio di Presidenza del congresso federale che ci ha invitato a parlare ai compagni che partecipano alla seduta pubblica del Congresso.
Da Genova a Firenze, da Milano a Crotone, da Cagliari a Niscemi si moltiplicano anche in Italia le manifestazioni della rottura tra le masse popolari e le classi dominanti e dell’insofferenza delle masse popolari per il corso delle cose che i vertici della Repubblica Pontificia (Vaticano, gruppi imperialisti NATO e UE, clan della Criminalità Organizzata e Associazioni Padronali) impongono nel nostro paese. Molti esponenti e organismi del movimento comunista cosciente e organizzato e anche della sinistra borghese denunciano il catastrofico corso delle cose: ottima cosa, ma a fronte del catastrofico corso delle cose noi comunisti dobbiamo non solo promuovere la mobilitazione e l’organizzazione delle masse popolari in proteste e rivendicazioni contro le classi dominanti, ma anche elevare il livello della resistenza, moltiplicare nelle aziende, nelle scuole e università, nelle zone d’abitazione il numero degli organismi operai e popolari che promuovono la resistenza, promuovere tra organismi operai e popolari il coordinamento a livello locale e nazionale, rafforzare in ognuno di essi l’indirizzo a costituire e imporre un proprio Governo d’Emergenza, costituito da persone di loro fiducia. La fiducia che sia la borghesia imperialista, che siano i vertici della Repubblica Pontificia a cambiare il corso delle cose è un’illusione che le classi dominanti per prolungare l’esistenza del loro sistema sociale fomentano senza successo tra le masse popolari. Per sua natura la borghesia oramai non può che condurre l’umanità alla guerra, all’abbrutimento delle menti e dei cuori, all’inquinamento della Terra e alla distruzione della vita. Questo perché ogni capitalista deve valorizzare il suo capitale: chi non lo fa viene sostituito da un concorrente.
Dobbiamo quindi promuovere ed estendere il Fronte Unito di tutti gli organismi e gli individui che promuovono la resistenza delle masse popolari. Ma dobbiamo anche promuovere l’unità dei comunisti, di tutti quelli che aspirano a instaurare il socialismo: cioè la “dittatura del proletariato”, la gestione pubblica pianificata delle attività economiche, l’accesso della massa della popolazione alle attività specificamente umane e alla gestione della vita sociale. Dobbiamo quindi elevare il livello di ogni organismo e gruppo del movimento comunista cosciente e organizzato: la sua comprensione delle condizioni, delle forme e dei risultati della lotta del proletariato e delle masse popolari contro la borghesia. Oggi molti sono demoralizzati perché i comunisti sono divisi: ma siamo divisi perché abbiamo subito una grande sconfitta, fino all’eliminazione di molte delle conquiste di civiltà e benessere che le masse popolari avevano strappato alla borghesia, allo scioglimento dei grandi partiti comunisti che avevamo costituito anche nei paesi imperialisti e fino alla dissoluzione del primo paese socialista della storia, l’Unione Sovietica di Lenin e di Stalin. Abbiamo subito questa sconfitta non perché la borghesia è forte: basta vedere il corso delle cose che essa impone per capire che non sa che pesci pigliare, che agisce alla cieca. Il governo Meloni sta facendo quello che prima di esso facevano i governi delle Larghe Intese e il governo Draghi. I governi Conte non hanno cambiato il corso delle cose perché non hanno fatto leva sulla mobilitazione delle masse popolari. Abbiamo subito la grande sconfitta a causa dei limiti di noi stessi nella comprensione del corso delle cose. Avevamo guidato le masse popolari a compiere imprese che hanno cambiato il corso delle cose, in alcuni dei primi paesi socialisti la nostra impresa continua. Ma nei paesi imperialisti noi comunisti abbiamo lasciato che i Togliatti e peggio ancora i Berlinguer dirigessero i partiti comunisti fino allo scioglimento e che Kruscev e i suoi successori dirigessero l’URSS fino alla sua dissoluzione. La lezione da trarre non è che la borghesia è forte, ma che noi comunisti dobbiamo comprendere più a fondo condizioni, forme e risultati della lotta che promuoviamo, della lotta che avevamo guidato le masse popolari a condurre. Quindi oggi non accontentiamoci di moltiplicare e rafforzare mobilitazioni e proteste. Dobbiamo e siamo in grado di creare le condizioni perché gli organismi operai e popolari costituiscano un proprio governo d’emergenza, lo impongano alla borghesia e al clero e, a fronte della reazione della borghesia e del clero alle misure che con esso gli organismi operai e popolari prenderanno, lo difendano fino a instaurare il socialismo.
Il (n)PCI appoggia e guida ogni compagno deciso a seguire questa strada, ad elevare la propria comprensione del corso delle cose e a riformare la propria condotta in modo da essere in grado di contribuire a questa grande impresa.
Noi dobbiamo promuovere ed essere alla testa di ogni mobilitazione delle masse popolari, di ogni loro settore, contro il corso delle cose che la borghesia imperialista impone, di ognuna delle rivendicazioni delle masse popolari anche se contrastanti tra loro: l’incompatibilità di misure necessarie al progresso dell’umanità deriva dall’arretratezza del sistema sociale che la borghesia ancora impone. Ma l’unità d’azione contro il nemico non basta, non porta lontano. Bisogna che ci uniamo organizzativamente e anzitutto intellettualmente. Senza teoria rivoluzionaria il movimento rivoluzionario del proletariato contro la borghesia non si sviluppa. Ma possiamo unirci. Il ritmo a cui ci uniremo dipende da ognuno di noi e da ognuno di voi, da quanto ognuno di noi e di voi si impegna a trasformare la propria concezione del mondo e la propria condotta.
La borghesia e il clero non hanno futuro. La situazione è eccellente: noi comunisti possiamo vincere e vinceremo!
il compagno Ulisse, segretario generale del Comitato Centrale del (nuovo)PCI
Saluto di Camping CIG di Piombino (LI)
Alla Federazione Toscana dei CARC Come Coordinamento art.1 Camping CIG di Piombino vi ringraziamo per l’invito a partecipare al VI Congresso della Federazione Toscana dei Carc, in programma a Firenze per il giorno 11/3/23. Concomitanti impegni in altre iniziative di mobilitazione, nonché la temporanea indisposizione di alcuni componenti del nostro gruppo, ci impediscono purtroppo di essere fisicamente presenti al vostro congresso, ma ci teniamo a testimoniarvi la nostra riconoscenza per il lavoro che i vostri militanti svolgono nel nostro collettivo, in appoggio ai tentativi di resistenza che, ormai da alcuni anni, mettiamo in essere contro la progressiva demolizione (anche letterale) degli impianti siderurgici delle ex Acciaierie di Piombino; demolizione che priva la città della sua principale fonte di lavoro e benessere e priva l’ Italia di un grande stabilimento siderurgico (il secondo dopo Taranto) produttore di rotaie, vergella e altri laminati lunghi di alta qualità. La perdita di quelle produzioni metterebbe a rischio l’autonomia del Paese nella disponibilità di prodotti in acciaio che assicurano la sopravvivenza e lo sviluppo di diversi settori industriali metalmeccanici. Il vostro appoggio ha dato un significativo contributo allo sviluppo dell’attività del CCIG e alla elaborazione della sua linea di resistenza contro la liquidazione della siderurgia locale. Noi lottiamo nella prospettiva di uscire dallo schema della monocultura siderurgica verso una diversificazione produttiva, che renda compatibile la permanenza di impianti siderurgici ammodernati con un ambiente bonificato e con lo sviluppo di vari altri settori dell’industria e dei servizi. Con i militanti CARC presenti nel nostro gruppo, avete contribuito al consolidamento del CCIG, da una parte inserendovi nella discussione collettiva con spirito unitario e rispettoso delle varie componenti politiche che animano e caratterizzano il CCIG; dall’altra stimolando e facilitando la “messa in rete” del CCIG con altre realtà di lotta e resistenza operaia. Auspichiamo che il vostro congresso segni un importante passo in avanti della vostra presenza organizzata nelle realtà politica del Paese, a supporto dei comitati di resistenza che si vanno sviluppando, contro l’azione disgregatrice delle multinazionali; contro la complice passività e talora attiva collaborazione delle grandi organizzazioni “storiche” del sindacalismo italiano con le multinazionali di turno; contro quell’ampio arco di forze politiche che, al di là dei vetusti schemi di suddivisione tra destra e sinistra, vede oggi la oggettiva convergenza di centro destra e centro sinistra (con il PD in posizione egemone) che, all’ombra di una ideologia liberista e globalista, sottostando ai centri di potere del grande capitale finanziario internazionale (UE e NATO in primis) promuovono politiche di svendita della sovranità nazionale, di guerra, di devastazione ambientale, di distruzione del patrimonio industriale italiano, di precarizzazione del lavoro, di disoccupazione e miseria di massa. Auspichiamo inoltre che il vostro congresso segni un importante passo in avanti nel processo di coordinamento e unità delle lotte proletarie per l’occupazione, per la ricostruzione dello stato sociale, per l’unità dei comunisti, per il potere politico dei lavoratori. Vi preghiamo infine di inviarci eventuali documenti, risoluzioni o altro dovesse essere approvato nel corso dei vostri lavori congressuali e di segnalarci se fosse possibile seguire i lavori da remoto o accedere successivamente ad una registrazione.
Buon lavoro compagni!
Coordinamento art.1 Camping CIG
Saluto del Comitato Lavoratori Scuola Siena
Il Comitato dei lavoratori della scuola di Siena è attivo sul territorio senese dal 2020 e si è formato per contrapporsi alla didattica a distanza. Da quel momento è stato operativo sul territorio Senese sia per attività di denuncia e di proposta (abbiamo individuato degli immobili che durante il lockdown avrebbero potuto essere usati come aule) sia per attività pubbliche (assemblee e interventi durante i comizi elettorali). La scorsa estate, in occasione della festa della riscossa popolare, abbiamo portato la nostra esperienza al tavolo di condivisione delle lotte dal basso e abbiamo raccontato le nostre battaglie, forse piccole ma testimonianza sempre attiva dell’osservatorio sulla scuola e di laboratorio di proposte alternative. Le nostre priorità sono quelle di stare collegati e lavorare insieme alle realtà che operano affinché la scuola sia veramente democratica e antifascista, per questo i nostri interlocutori sono stati fin da subito gli studenti organizzati, i genitori associati e qualsiasi espressione della società civile che crede nella lotta dal basso di chi le cose le conosce perché le fa. Per questo abbiamo sostenuto fin da subito i lavoratori della GKN e loro hanno sostenuto noi (partecipando alle iniziative gli uni degli altri).
Anche gli ultimi raccapriccianti accadimenti di Firenze ci hanno visti in prima fila a protestare sia a Siena sia a Firenze lo scorso sabato, portando il nostro punto di vista. Continueremo a essere attivi e attenti perché c’è tanto lavoro da fare, ma quanto lunga sarà la strada dipende da noi.
Cogliamo l’occasione per ringraziare il partito dei carc per averci sempre sostenuti e aver contribuito alla nostra visibilità sul territorio e alla nostra crescita come gruppo e come singoli. il comitato vi augura un buon lavoro.
Saluto della Rete Studenti Medi Toscana
Care compagne e cari compagni,
Siamo lieti di poter inviarvi questo contributo in occasione del vostro congresso regionale. Abbiamo lavorato spesso insieme negli anni, nelle piazze fiorentine e non, ritrovandoci più e più volte dalla parte giusta della barricata. Vi sono molte affinità nel nostro e nel vostro lavoro, a partire dal fatto che entrambi crediamo nell’importanza di presidiare tutti gli spazi sociali e le piazze dove si trovano lavoratori, studenti, precari. È importante lavorare e vivere costantemente luoghi della periferia come il Campino dove la vostra sezione fiorentina ha sede e altrettanto importante è riuscire a stare contemporaneamente in piazze “radicali” ma minoritarie e in quelle “moderate” ma di massa, come possono essere le piazze dei sindacati confederali. Anche noi, compagni, pensiamo che sia necessario lottare per un rivolgimento totale del sistema capitalistico che porti all’instaurazione del socialismo. I partiti che lottano per una riforma del sistema attuale, al fine di renderlo più umano, non sono realmente comunisti/socialisti, ma rimangono fermi all’interno del quadro del sistema politico borghese.
Con la consapevolezza che, a partire da questi punti in comune, ci ritroveremo nelle piazze e nei quartieri popolari, vi auguriamo un buon proseguimento dei lavori congressuali, al lavoro e alla lotta,
l’esecutivo regionale della Rete degli Studenti Medi Toscana.
Saluto di Cravos Firenze
Ci sono urgenze non più rimandabili e ignorabili nella nostra politica. Lo smascheramento del Governo Meloni, passato in poche settimane da forza antisistema a partito epigono dell’agenda Draghi, nel pieno solco delle riforme ultraliberiste degli ultimi anni, deve far prendere coscienza sui più grandi rischi a cui il panorama politico attuale ci espone.
Come associazione studentesca che mette il diritto allo studio al centro della propria attività politica, riteniamo necessario portare all’attenzione di questo congresso la grave crisi a cui sta andando e andrà incontro il sistema di finanziamento alle aziende regionali per il Diritto allo Studio Universitario. Questa crisi è generata da diversi fattori: in primis l’aumento delle soglie ISEE per l’accesso alle borse di studio dell’8.7% in base al decreto 1320. Se di per sé la notizia sembrerebbe positiva, il problema sta nel mancato aumento dei finanziamenti ordinari alle aziende regionali per coprire il previsto aumento dei costi. In sintesi: il governo chiede al DSU di erogare più borse di studio, ma non dà al DSU più soldi per erogarle. Risultato: aumenterà la platea degli idonei non beneficiari, si ridurrà la qualità dei servizi, molti di essi saranno esternalizzati, ci saranno molti tagli. Si prosegue, insomma, verso la piena monetizzazione delle borse di studio, situazione critica che denunciamo da anni, a cui la politica sta arrivando un passetto alla volta. Una possibilità per noi inaccettabile sotto tutti i punti di vista, primo fra i quali il solito smantellamento del welfare pubblico a vantaggio dei privati, che guadagneranno molti più soldi dall’ingresso dei borsisti nel mercato degli affitti immobiliari.
Veniamo al secondo fattore, che riguarda prevalentemente la Toscana: il definanziamento del DSU regionale da parte della Regione. A fronte di ormai un anno di proteste e richieste del tutto inascoltate dalle istituzioni, sotto le false promesse di una totale copertura del servizio tramite finanziamenti alternativi, nel bilancio previsionale del prossimo triennio il DSU scrive chiaro e tondo che se la Regione non integrerà almeno 6 degli oltre 11 milioni di euro che ha tagliato, l’azienda sarà costretta al taglio dei servizi esternalizzati, primo fra tutti le mense. I fondi che sono arrivati dal Fondo Sociale Europe, infatti (soltanto 3 milioni di euro), sono vincolati al pagamento delle borse di studio e non coprono tutte le spese accessorie (energia, personale, servizi ecc.), spese peraltro enormemente aumentate a causa dell’inflazione generata dalla guerra in Ucraina. Insomma, uno scenario piuttosto critico, di fronte al quale la nostra risposta deve essere da un lato quella di difesa nei confronti del servizio pubblico toscano e di grave attacco verso chi lo sta smantellando.
Eccoci dunque al terzo elemento di questa crisi: il PNRR. Spacciato come strumento di rilancio dell’economia sociale europea, nasconde tantissimi regali ai privati. Il capitolo dedicato all’housing universitario non da meno a questo proposito: il PNRR stanzia 660 milioni di euro, da destinare non alle aziende DSU, ma direttamente agli atenei, che avranno il compito di immetterli nel mercato privato degli affitti creando una rete di strutture housing e student hotel in cui studenti e studentesse possano abitare. Il giochino è semplice: tolgo soldi alle aziende che si occupano di DSU, li do agli atenei, costringo gli atenei a girarli ai privati per far vivere gli studenti a esclusivo vantaggio degli imprenditori. Invece di dare soldi al DSU, si finanziano i privati, che per giunta non pagheranno tasse IRPEF per i prossimi tre anni e saranno agevolati fiscalmente per i successivi nove.
Citiamo, infine, l’ultima grande crisi dell’azienda DSU Toscana: molte mense e residenze non sono a norma dal punto di vista strutturale, in particolare per quanto riguarda le certificazioni antisismiche e antincendio. Questo è particolarmente grave e evidente nei territori di Pisa e Siena e sta causando l’esclusione dalla graduatoria di molte persone.
La crisi del DSU e dell’abitare universitario sono il punto di partenza per guardare alla più generale crisi sociale e generazionale a cui andiamo incontro: ansia, depressione, stress, violenza e suicidi sono l’iceberg di un sistema economico oppressivo che non permette ai singoli e alla collettività di emanciparsi, di agire come tessuto sociale, di riconoscere l’oppressore e di avviare un processo di lotta di classe. Finché dovremo sopravvivere, non avremo le forze per lottare. Assistiamo inermi all’esplodere di conflitti di scala sempre più globale (mentre la nostra rettrice inneggiava alla guerra in piazza applaudendo Zelenski); assistiamo allo smantellamento e alla precarizzazione della ricerca, i cui frutti sono appannaggio esclusivo dei privati; viviamo un’accademia che rifiuta le humanities come strumento di conoscenza del reale e iper-specializza il nostro sapere tecnico per renderci ingranaggi di un sistema economico impari, regressivo, violento e assassino. Siamo asserviti alle logiche del profitto e del lavoro e non riusciamo a vedere oltre il male che viene fatto a noi stessi, privati della possibilità di empatizzare e lottare con chi ci sta accanto. Pensiamo alla lotta GKN, a tutte le rivendicazioni operaie in Italia, all’oppressione dei popoli che subiscono i conflitti degli eserciti e delle potenze globali, sia di quelli che vengono costantemente osannati dai media, sia di quelli che sono strumentalmente ignorati e quindi oppressi due volte, come il popolo curdo e il popolo palestinese. Tutte le lotte si tengono, tutte le rivendicazioni, a un certo punto si intrecciano.
È necessario, per questo motivo, evitare di amalgamarle, di confondere i piani, di buttare nel calderone della politica questioni opposte o contraddittorie, tentare di semplificare eccessivamente la realtà. Per vincere queste lotte bisogna abitare le contraddizioni, esaltare le differenze con chi fa femminismo di facciata, ambientalismo per profitto, “socialismo” nel PD. Il socialismo vero è un’utopia percorribile tenendo la barra dritta e riconoscendoci oppressi.
Saluto di Olga Ignatieva, sopravvissuta alla strage di Odessa del 2 maggio 2014
Porto i miei cari saluti ai compagni del P. CARC e a tutti i partecipanti al congresso. Purtroppo per motivi di saluti non posso partecipare.
Vi volevo dire che io ho visto con I mei occhi i crimini degli ukronazisti a Odessa 2 maggio 2014, durante la Strage dove hanno bruciato vivi i cittadini: hanno sparato, accoltellato tanti miei compagni, hanno picchiato con i bastoni con i chiodi fino loro morte, hanno violentato le donne, hanno torturato tanti compagni prima di ucciderli…, voglio dire No alla NATO che porta guerre, No agli imperialismi occidentali che rovinano paesi e non soltanto quelli fuori, ma anche gli stessi Paesi europei!
Io sono riuscita a salvarmi dal quell’inferno nazifascista del 2 maggio 2014 ma circa 200 compagni no! Tutto questo era fatto con ordine del governo golpista filonazista e con sostegno di tutto l’occidente soltanto perché volevano mettere terrore a tutto il popolo in Ucraina, doveva aver paura a difendere i suoi diritti:
– parlare nella nostra madre lingua russa,
– avere e studiare la nostra storia russa-sovietica,
– avere e ricordare i nostri eroi sovietici e russi che combatterono contro il nazifascismo mondiale e contro gli invasori della nostra Terra,
– nostro diritto ad avere la nostra religione Ortodossa e per nostra fede nel comunismo, la chiara memoria e gloria dell’Unione Sovietica.
Proprio dopo il 2 maggio 2014 si ribellò il popolo di Donbass, ha capito che deve difendere la sua Terra con le armi altrimenti finirà come noi a Odessa. Ma vorrei ricordare a tutti voi che sia colpo di stati che guerra civile sono stati iniziati nel 2014 dalla spinta degli imperialisti anglosassoni!
La nostra disorganizzazione e la disunione delle forze di sinistra ha dato possibilità, partendo dalla caduta dell’Unione Sovietica, di prendere il potere da parte delle forze filonaziste nel Paese, che sta rovinando tutta la fortissima economia della Repubblica Socialista Sovietica Ucraina; hanno buttato tutta la popolazione di Ucraina cosiddetta indipendente in povertà, nell’ignoranza e prima di tutto hanno spinto l’Ucraina occidentale nell’odio contro la Russia e popolo russo…
Per questo vorrei dirvi che le forze di sinistra italiane devono trovare l’unione, devono essere uniti: soltanto così si può raggiungere tante cose, insiemi ed uniti con gli ideali e con scopi comuni!
Per concludere la mia lettera di saluto, vorrei ancora una volta sottolineare che ora la Russia in Ucraina sta combattendo sia che ukronazisti sostenuti da tutto l’Occidente e contro l’imperialismo americano, liberando la mia Terra storicamente e originalmente russa e il popolo di Ucraina dai nazisti; popolo ucraino che in realtà vuole e sempre chiedeva alla Russia di aiutarlo a liberarsi dalla barbarie ukronazista perché anche noi, russi-ucraini, vogliamo essere uniti con la nostra Patria Russia ed andare avanti creando società migliore per il popolo!
Ora anche la Russia sta liberandosi parzialmente dagli imperialisti anglosassoni che sono riusciti a prendere il potere negli anni ’90 in tutti settori della vita russa, ma prima di tutto in economia, nelle istituzioni e nella scienza. E quindi anche in Russia ora si muovono le cose e il Paese si sta liberando da questi vincoli occidentali!
Dobbiamo andare tutti noi, in Italia, avanti uniti per raggiungere una società migliore, la società per il popolo e non stare a sentire la propaganda occidentale; non dobbiamo avere paura di dire le cose apertamente, di dire di dare sostegno alla lotta russa contro l’imperialismo americano, e non dovete mai avere paura o vergognarvi della bandiera Russa che adesso insieme con la bandiera Sovietica della Vittoria combatte contro nazifascismo e imperialismo americano in Ucraina!
Io sento dolore quando certe persone di sinistra e comunisti cercano allontanarsi dalla bandiera Russa!
Fuori l’Italia dalla NATO!
Unione di tutte le forze comuniste!
W l’Italia indipendente, sovrana e popolare!
W la Russia che sta liberando il popolo russo-ucraino in Ucraina dai nazifascisti!
Olga Ignatieva.
Saluto di USB Firenze
Car* compagn*,
Vi ringraziamo per l’invito al quale purtroppo non possiamo rispondere con una presenza fisica perché impegnati nella manifestazione nazionale di Piombino.
Condividiamo il senso politico di fondo delle vostre tesi congressuali. UE e NATO costituiscono anche per noi un nemico contro i cui colpi continua a soccombere il movimento delle lavoratrici e dei lavoratori. Riteniamo che la battaglia sul salario debba essere il collante che unisce le singole battaglie dei molteplici settori nei quali si differenzia il mondo del lavoro. L’opposizione alla guerra e l’antimilitarismo, invece, sono a nostro avviso la cornice generale dentro la quale dobbiamo muoverci.
La grande manifestazione di Genova del 25 febbraio ci sembra aver indicato la strada maestra da percorrere. Si tratta di una strada lunga e faticosa, ma riteniamo sia indispensabile percorrerla.
Alla lotta!
Un caro saluto
L’Esecutivo confederale provinciale USB
Saluto della CUB Firenze
BUON CONGRESSO AI COMPAGNI DEI CARC
La Cub di Firenze, impegnata oggi nel congresso nazionale Cub, augura buon Congresso Nazionale ai compagni e alle compagne del partito dei CARC. La questione principale che le organizzazioni, come le nostre, che perseguono sindacalmente e politicamente la lotta di classe, sta nella definizione degli obiettivi e nella strutturazione organizzativa necessaria per conseguirli. Di fatto oggi anche il sindacalismo di base è a un bivio, nel quale deve scegliere se limitarsi a un ruolo riformatore e riformista o invece rilanciare un ruolo antisistemico e rivoluzionario. Siamo convinti che l’impostazione necessaria debba essere la seconda! Da un punto di vista sindacale i pericoli riformisti stanno nella burocratizzazione delle strutture, in particolare nell’eccesso di funzionariato e nella ricerca ossessiva del riconoscimento aziendale e di rappresentanza istituzionale. Peraltro il tesseramento deve essere correttamente considerato elemento di organizzazione e non mera fonte di reddito a sostegno della struttura. Pensiamo che allo stesso modo, da un punto di vista politico sia necessario perseguire la lotta di classe senza aspirare necessariamente a ruoli e posizioni istituzionali, deriva conformista che ha purtroppo travolto molti partiti della sinistra italiana ma non il partito dei Carc. Invero crediamo vada riconosciuto, quantomeno dal nostro angolo di osservazione, la attuale arretratezza culturale della classe operaia italiana, oggi iscritta in modo maggioritario a sindacati concertativi e organici alle logiche del potere e anche, in numero significativo, sostenitori di partiti di centro-destra o di centro-sinistra, alfieri del neoliberismo e della borghesia padronale. Ciò va rilevato pur valorizzando le molte e importantissime vertenze in atto nel paese, da quelle industriali come Alitalia o Gkn a quelle di carattere ambientale e/o sociale. Occorre dunque impegnarsi ognuno nella sua sfera di azione sindacale o politica per sviluppare coscienza di classe e di massa e costruire, in virtù di questa, mobilitazioni sempre più ampie e diffuse. Per quanto ci riguarda continueremo a perseguire nella Cub e nel sindacalismo di base, la battaglia per questi principi ed obiettivi. Siamo convinti che nella sintesi di questo percorso saremo ancora uniti nelle lotte e nelle piazze. Buon Congresso!
Cub di Firenze 10/03/2023
W il VI Congresso del P.CARC!
Spezzare le catene di UE e NATO!
Avanti uniti per il Governo di Blocco Popolare, verso il socialismo!
La Federazione Toscana del Partito di CARC