Il Partito dei CARC saluta e augura buon lavoro ai compagni e alle compagne della Confederazione Unitaria di Base che parteciperanno al congresso nazionale e alla V Assemblea nazionale del 10, 11 e 12 marzo a Chianciano (SI).
Il Congresso è un’occasione importante per ogni organizzazione per dibattere, fare il bilancio dell’attività, analizzare il contesto, elaborare i compiti della fase e la linea da seguire per il futuro.
Un contesto che mostra e conferma le condizioni oggettive e soggettive sulla cui base è necessario che le organizzazioni sindacali di base e conflittuali, i militanti di base delle organizzazioni sindacali confederali, gli organismi operai e popolari organizzino e dirigano una mobilitazione generale contro il governo Meloni. Bisogna agire con urgenza per conquistare migliori condizioni di vita e di lavoro delle masse popolari e impedirne il peggioramento, per difendere salari, stipendi e pensioni, sanità, casa, scuola, servizi pubblici, per costruire un proprio governo di emergenza e in prospettiva un nuovo ordinamento sociale: la società socialista.
Il Governo Meloni non ha interesse a prendere le misure necessarie per calmierare l’aumento dell’inflazione e contrastare l’esplosione del carovita, per migliorare le condizioni economiche, di lavoro e di vita delle masse popolari! Non ha l’interesse politico a farlo poiché è emanazione della borghesia, risponde agli interessi dei capitalisti, delle organizzazioni criminali, del Vaticano e dei gruppi imperialisti USA e UE che spremono e opprimono le masse popolari.
Nel nostro paese i salari sono bloccati da oltre 30 anni e anzi hanno perso potere d’acquisto, la disoccupazione non diminuisce mentre vogliono eliminare il reddito di cittadinanza; i prezzi sono aumentati del +15,5% da dicembre 2020 a dicembre 2022, la povertà cresce (attualmente 5,6 milioni di persone vivono in povertà assoluta e la previsione è che ben 15 milioni, il 25,4% della popolazione, sono a rischio di povertà o di esclusione sociale), sono 10,6 milioni i pensionati (59% del totale) che hanno una pensione inferiore a 750 euro al mese.
La ricchezza del paese è nelle mani di pochi: il 5% della popolazione del nostro paese detiene il 41,7% della ricchezza nazionale netta, mentre l’80% detiene solo il 31,4%.
Il peggioramento delle condizioni delle masse popolari è destinato ad aggravarsi e l’aumento dell’inflazione è destinato a crescere se lasciamo che la classe dominante continui l’opera di devastazione del nostro paese. L’aumento dei prezzi e dell’inflazione non sono dovuti alla penuria di merce, alla difficoltà nel reperirla e nel distribuirla e neppure alle congiunture del mercato. La reale causa è la speculazione finanziaria che i gruppi capitalisti alimentano con l’appoggio e il benestare dei governi e delle istituzioni sovranazionali (FMI, BCE). Aumento del costo del gas, del petrolio, dell’energia in generale non sono dovuti all’aumento del costo della materia prima o delle lavorazioni per produrla e distribuirla, ma sono causati dalla speculazione. Questa ha ricadute dirette sulla crescita dei prezzi di ogni altra merce.
Un governo, quello di Meloni, che opera in continuazione con i precedenti in un contesto di crisi generale (economica, ambientale, sociale) e per tenersi a galla contribuisce ad alimentare la mobilitazione reazionaria, lo sviluppo della tendenza a una guerra sempre più dispiegata e guerreggiata: una tendenza che si accentua in ogni angolo del mondo.
Il nostro paese, su mandato degli USA, dell’UE e del Vaticano, è in prima fila nella promozione e nella gestione della guerra a cominciare dai traffici di armi in cui l’Italia e i suoi Governi ricoprono un ruolo di primo piano (come produttore e sponda), con la concessione delle basi militari NATO e l’intervento attivo delle nostre forze armate nel sostegno (logistico e non solo) all’aggressione alla Federazione Russa.
La classe dominante “affronta la crisi” attraverso il progressivo smantellamento dell’apparato produttivo del nostro paese, dalla Wartsila di Trieste all’ex ILVA di Taranto, dalle aziende ex FIAT (GKN, Irisbus, eccetera) agli stabilimenti ex FCA (licenziamenti, ecc). Un’opera che minaccia la sovranità e l’autonomia del nostro paese attraverso la svendita agli imperialisti europei ed extraeuropei di interi settori industriali, che non esitano a depredare e poi abbandonare come nel caso della siderurgia (una per tutte le acciaierie ex Lucchini di Piombino svendute alla Jindal SW) o come per la produzione di elettrodomestici (Whirlpool e Electrolux).
Insieme a tutto questo, sono effetti della guerra di sterminio non dichiarata dei padroni verso la classe operaia e verso tutti i lavoratori la continua strage di morti e gli infortuni sul lavoro, l’aumento delle malattie e delle patologie a causa dello smantellamento della sanità pubblica a favore di quella privata e dell’inquinamento dei territori, le morti come conseguenza del disagio sociale diffuso e alimentato a piene a mani dal contesto dei paesi a capitalismo avanzato e non solo.
Già ora esistono le condizioni per impedire il peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro delle masse popolari, per difendere e conquistare migliori salari, stipendi e pensioni!
Le organizzazioni sindacali, in particolare il sindacalismo di base, possono e devono organizzare la classe operaia e le masse popolari, mobilitarle nell’immediato nella lotta contro il governo Meloni e i governi della guerra, nella lotta per un’alternativa di governo del paese e inoltre per un diverso ordinamento sociale.
Una mobilitazione generale che, a partire dalla difesa delle condizioni delle masse, sia incanalata e diretta a creare le condizioni per costruire un nuovo governo che sia emanazione delle masse popolari stesse e che risponda ai loro interessi: solo in questo modo sarà possibile, già in questa fase, prendere le misure per ridurre l’inflazione e la speculazione, per migliorare le condizioni economiche, di lavoro e di vita delle masse popolari e per un nuovo ordinamento sociale.
Per fare questo, la trasformazione e il percorso che può e deve fare ogni sindacato conflittuale e di base consiste nell’alimentare il confronto con le altre organizzazioni sindacali e contemporaneamente costruire e alimentare l’unità d’azione; nello scendere sul piano della lotta politica e nell’organizzare e favorire la massima partecipazione dei lavoratori a questa; nello sviluppare l’azione sul piano politico intervenendo nella lotta di classe a tutto tondo: diritto alla casa, sanità e istruzione pubbliche, lotta al carovita, difesa ed estensione del reddito di cittadinanza, impedire la costruzione di nuove caserme e basi militari, ecc.
L’azione sindacale deve quindi inserirsi in questo solco, nel processo di difesa dei diritti e delle condizioni ma anche e soprattutto nell’organizzazione dei lavoratori per un cambiamento profondo, un cambiamento sociale.
La CUB è già oggi uno degli animatori di questo percorso e può alimentare ulteriormente il processo.
Ne sono esempi positivi la promozione della mobilitazione dei lavoratori (IKEA, ALITALIA) e di diversi settori della masse popolari come l’organizzazione dei diversi scioperi generali degli ultimi anni, lo sviluppo del coordinamento con le altre organizzazioni sindacali e organismi popolari, la lotta alla guerra, per il diritto alla casa, per la difesa della sanità e di un istruzione pubblica e gratuita, contro la repressione di classe: ne sono un esempio l’importante ruolo che CUB ha assunto nella lotta contro la norma liberticida quale è stato il Green Pass, la partecipazione a livello locale alla giornata di mobilitazione promossa dal CALP di Genova, ecc.
Complessivamente, si tratta di un processo che in questa fase deve essere indirizzato verso un cambiamento profondo, un cambiamento sociale il cui percorso passa per la costruzione di un Governo delle masse popolari organizzate, un governo di emergenza che noi chiamiamo di Blocco Popolare.
Un Governo di Blocco Popolare può:
– vietare la vendita di aziende ai gruppi industriali esteri;
– porre fine alle Grandi Opere speculative, inutili se non dannose e promuovere invece la creazione di nuove aziende dedite alle tante piccole opere oggi assolutamente necessarie;
– sospendere il pagamento dei mutui bancari, degli affitti alle immobiliari e ai grandi proprietari;
– rendere gratuiti i servizi di pubblica utilità;
– ritirare i militari dalle missioni all’estero;
– imporre al Vaticano il pagamento dei miliardi di tasse dovuti.
Solo un governo che sia emanazione diretta delle masse popolari e che risponda ai loro interessi potrebbe già oggi prendere le misure per ridurre l’inflazione e la speculazione, per migliorare le condizioni economiche, di lavoro e di vita, per difendere e creare nuovi posti di lavoro.
Questi sono i temi su cui riteniamo importante confrontarci e alimentare il dibattito, costruire percorsi comuni con i compagni e le compagne a partire dal congresso e oltre il congresso della CUB; vi invitiamo fin da ora a partecipare e portare un contributo al prossimo congresso nazionale del P.CARC, che si terrà il 1° aprile a Roma presso il Teatro dell’Anfitrione (via di San Saba 24).
Rinnoviamo l’augurio affinché il vostro congresso contribuisca a rilanciare la lotta sindacale e politica nel paese e a fare avanzare la lotta di classe con la crescente organizzazione dei lavoratori e delle lavoratrici.