Il ragionamento sulla natura delle 7 misure del programma del GBP ci permette di affrontare anche un’altra questione che emerge spesso: come si fa a costringere la classe dominante a ingoiare il GBP contro la sua volontà?
Alcuni esempi pratici di causa di forza maggiore sono stati fatti nell’articolo a fianco. Qui riprendiamo brevemente il concetto generale.
Quando la classe dominante è di fronte a una forza maggiore, essa fa buon viso a cattivo gioco.
In questo sta la sua resilienza: si adatta alle situazioni in modo da trarne il maggior profitto o almeno il minor danno possibile.
Tutte le domande che riguardano la difficoltà a far ingoiare il GBP ai vertici della Repubblica Pontificia italiana sono giuste, legittime, inquadrano un problema reale. Ma, compagni e compagne, attenzione a non cadere in quello scetticismo che poi conduce alla sfiducia, alla rassegnazione e al disfattismo.
La questione che bisogna porsi è attraverso quale strada portiamo le masse popolari a fare in modo che la loro iniziativa organizzata e la loro mobilitazione coordinata diventino la causa di forza maggiore di fronte alla quale la classe dominante preferisce fare un passo indietro anziché rischiare tutto in uno scontro dall’esito incerto.
L’ingovernabilità del paese – cioè l’impossibilità di gestirlo e di tenere le masse popolari sottomesse – è la causa di forza maggiore che i comunisti devono creare.
Rendere il paese ingovernabile non vuol dire solo, né soprattutto, promuovere scontri, assalti, ribellioni. Vuol dire sviluppare il ruolo delle organizzazioni operaie e popolari come nuove autorità pubbliche: le larghe masse trovano negli organismi operai e popolari le risposte, le indicazioni, l’autorevolezza e la serietà per mobilitarsi contro gli effetti più gravi della crisi; vuol dire che parti crescenti delle masse popolari non cercano più orientamento nelle istituzioni locali, nella Curia, nella Prefettura, nella Questura o nella ‘ndrina, ma nella rete di organismi operai e popolari che opera nella loro zona, che è coordinata con la rete che opera in altre zone. Fino al punto in cui sono quelle stesse reti, di comune accordo e coordinate, a scegliere il governo e i ministri di loro fiducia che devono dare un corso unitario al paese, un corso conforme agli interessi di quelle masse popolari che sono in mobilitazione.
Questa mobilitazione (che è certamente composta anche da scioperi, manifestazioni, occupazioni, blocchi, ecc.) è la causa di forza maggiore che porterà la classe dominante, facendo leva sulla sua resilienza, a ingoiare il GBP.
Otto vie per rendere ingovernabile il paese
Bisogna imparare dall’esperienza a praticarle e combinarle
1. la diffusione della disobbedienza e dell’insubordinazione alle autorità;
2. lo sviluppo diffuso di attività del “terzo settore”: le attività di produzione e distribuzione di beni e servizi organizzate su base solidaristica locale;
3. l’appropriazione organizzata di beni e servizi (espropri, “io non pago”, ecc.) che assicura a tutta la popolazione i beni e servizi a cui la crisi blocca l’accesso;
4. gli scioperi e gli scioperi alla rovescia, principalmente nelle fabbriche e nelle scuole;
5. le occupazioni di fabbriche, di scuole, di stabili, di uffici pubblici, di banche, di piazze, ecc.;
6. le manifestazioni di protesta e il boicottaggio dell’attività delle pubbliche autorità;
7. il rifiuto organizzato di pagare imposte, ticket e mutui;
8. lo sviluppo (sul terreno economico, finanziario, dell’ordine pubblico, ecc.) di azioni autonome dal governo centrale da parte delle Amministrazioni Locali sottoposte alla pressione e sostenute dalla mobilitazione delle masse (le chiamiamo Amministrazioni Locali di emergenza – ALE). Ogni ALE è un centro di riferimento e di mobilitazione delle masse, dispone di impiegati e di esperienza, di locali, di soldi e di strumenti: tutte armi importanti per mobilitare le masse in uno sforzo unitario per far fronte agli effetti della crisi, in primo luogo per attuare la parola d’ordine “un lavoro utile e dignitoso per tutti”.