Il 1° aprile 2023 a Roma, al teatro Anfitrione, si terrà il VI Congresso nazionale del Partito di CARC. Con questo video illustriamo il contenuto della Risoluzione n.1 del Congresso che ha come tema l’aggressione Usa-Nato contro la Federazione Russa che si sta combattendo in Ucraina e il ruolo delle masse popolari e dei comunisti italiani nelle mobilitazioni contro questa guerra e le ripercussioni che sta avendo nel nostro paese.
Origini e natura della guerra in Ucraina
“Uccidere il bambino nella culla”. Questo l’obiettivo che si erano dati i gruppi imperialisti quando nel 1917 trionfò la vittoria della rivoluzione d’ottobre. Durante la seconda guerra mondiale, la borghesia vide sconfitto l’ennesimo tentativo di aggressione e disgregazione dell’URSS. Nel 1949 a fronte di questa sconfitta i gruppi imperialisti Usa crearono la Nato. Obiettivo della Nato non era, come dicevano i suoi promotori, quello di contenere i tentativi espansionistici dell’URSS. Anche perché la linea di politica estera sovietica era quella di sviluppare coesistenza pacifica con gli altri paesi e di essere al contempo punto di riferimento per le rivoluzioni proletarie di tutto il mondo.
I veri obiettivi per cui i gruppi Usa hanno creato la Nato erano la necessità di contenere la lotta dei comunisti e delle masse popolari nei paesi imperialisti da un lato e di tenere sotto controllo le tendenze all’autonomia dei gruppi imperialisti europei dall’altro.
Negli anni settanta ci furono due svolte. Innanzitutto il movimento comunista, per suoi limiti ed errori, esaurì la prima ondata delle rivoluzioni proletarie. Nel frattempo con l’esaurimento della fase di riaccumulazione di capitale post-bellica, il capitalismo entrò nella seconda crisi generale per sovrapproduzione assoluta di capitale.
In questa fase cominciò l’indebolimento in campo commerciale, monetario e finanziario dei gruppi Usa. Questo indebolimento si combinò con l’aumento dei contrasti con i gruppi imperialisti francotedeschi. I gruppi Usa avevano quindi quattro necessità di completare l’accerchiamento della Federazione Russa, di imporre l’acquisto delle loro merci ai gruppi imperialisti europei, accerchiare militarmente la Repubblica Popolare Cinese e sovvertire l’ordinamento politico in tutti i paesi che non riescono a strozzare finanziariamente come Cuba, Venezuela, Iran e Siria.
Questi i compiti attuali della Nato. È in questo corso delle cose che rientra la guerra per interposta persona condotta in Ucraina dagli imperialisti Usa contro la Federazione Russa.
Ruolo dei comunisti e delle masse popolari italiane contro la guerra
I comunisti e le masse popolari italiane devono mobilitarsi contro la guerra anti russa condotta dalla Nato in Ucraina. L’opposizione alla guerra è condivisa da gran parte delle masse popolari. Per questo noi comunisti dobbiamo metterci alla testa delle mobilitazioni di denuncia, protesta e boicottaggio delle operazioni militari, politiche ed economiche condotte dalla comunità internazionale dei gruppi imperialisti contro la Federazione Russa, contro la presenza di basi militari e agenzie Usa nel nostro paese e soprattutto contro l’economia di guerra che investe fondi dello Stato nel riarmo e li taglia dal servizio sanitario nazionale, l’istruzione pubblica e il resto del cosiddetto “stato sociale”.
Con la creazione della Nato l’Italia è diventata una sorta di protettorato Usa, violando la sua stessa Costituzione. Il protettorato Usa si combina con la gabbia dell’Ue promossa dai gruppi franco tedeschi.
La mobilitazione contro la guerra, quindi, ha anche un carattere di lotta per la sovranità nazionale. Noi comunisti siamo favorevoli alla lotta per la sovranità nazionale contro la Nato, la Ue e degli altri centri di potere a loro asserviti che dirigono il nostro paese come il Vaticano, le organizzazioni criminali e simili.
In questa lotta possono assumere un ruolo importante anche i vari gruppi sovranisti diffusi nel nostro paese. Per questi la riconquista della sovranità nazionale deve tradursi in lotta contro la Nato, la Ue, la delocalizzazione e vendita del tessuto produttivo ad opera delle multinazionali estere e il parassitismo Vaticano. Spezzare le catene dell’imperialismo a partire dal proprio paese è il compito fondamentale per i comunisti e il principale contributo che diamo alle masse popolari di tutto il mondo nella loro lotta per il potere.
Nell’azione contro la guerra dobbiamo tener conto che sono contrari alla guerra anche gruppi ed esponenti della classe dominante spinti delle contraddizioni interne ai gruppi imperialisti stessi. In particolare possiamo far leva sulla mobilitazione da pezzi del clero, delle istituzioni cattoliche e soprattutto delle forze armate e delle forze dell’ordine.
Anche in questo caso porre fine alla partecipazione dell’Italia alla guerra in corso in Ucraina è l’azione più efficace che le masse popolari italiane possono fare a tutela dei propri interessi e per venire in aiuto alle popolazioni colpite.
La lotta ideologica nel movimento comunista cosciente e organizzato
La guerra in Ucraina ha fatto emergere alcuni limiti ed errori ideologici che frenano la rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato nel nostro paese e a livello internazionale.
Le posizioni più diffuse sono:
– “né con Putin, né con la Nato”, “contro tutti gli imperialismi”. È una linea promossa dal FGC-FC, da Potere al Popolo e altri. A livello internazionale il principale promotore di questa posizione è il KKE, partito comunista greco,
– “contro l’imperialismo Usa, per un mondo multipolare”. È una linea promossa dal Partito Comunista e l’area raccolta intorno all’appello per l’unità dei comunisti e la rivista Cumpanis. A livello internazionale il principale promotore di questa posizione è il PCP, partito comunista portoghese,
– “sostengo alla resistenza ucraina contro l’imperialismo russo”, promossa dal PMLI insieme a partiti e organizzazioni che fanno ideologicamente riferimento al trotskismo, al bordighismo e ad alcuni settori anarchici.
– “sostegno alla Federazione russa contro il governo nazista ucraino” diffusa nella parte più identitaria della base rossa del nostro paese.
Si tratta di posizioni parziali o sbagliate.
Innanzitutto la Federazione Russa nasce dalla disgregazione per opera dei revisionisti moderni (avviata da Kruscev) dell’URSS. Questo paese si trova nella terza fase attraversata dai primi paesi socialisti, quella della restaurazione del capitalismo ad ogni costo.
Questo vuol dire che oggi il paese è diretto da una nuova borghesia composta dai più corrotti dirigenti del vecchio sistema sovietico, dai promotori di iniziative economiche private o criminali e dagli eredi dei borghesi e nobili rientrati dopo anni di esilio all’estero. Tutti questi soggetti sono oggi definiti oligarchi.
Vladimir Putin è esponente di quella parte degli oligarchi russi che non accetta di sottomettersi alla comunità internazionale dei gruppi imperialisti. Questo fa della Federazione un oggettivo antagonista degli imperialisti a livello internazionale. Questo fa della Russia – più che il faro dell’antifascismo internazionale – un paese che per sua origine e ruolo è quindi sbagliato definire un paese imperialista. È quindi sbagliato definire la guerra in corso una guerra inter-imperialista e mantenere posizioni di equidistanza mettendo sullo stesso piano i gruppi imperialisti e la Russia.
Altra questione è la teoria del multipolarismo. È sbagliato teorizzare a livello internazionale la coesistenza pacifica di più poli indipendentemente dal sistema vigente in ciascuno di essi. Lo scontro tra l’unipolarismo Usa e il multipolarismo promosso da Russia e Cina sostituisce la principale lotta a livello internazionale per i comunisti di tutto il mondo, quella di fare la rivoluzione socialista nei propri paesi e in particolare nei paesi imperialisti.