Qual è il ruolo dell’Unione Europea?

Capire per Agire

Il 27 gennaio la Città futura ha pubblicato l’articolo La reale natura dell’Unione europea. Lo rilanciamo perché pensiamo che articoli simili siano importanti per alimentare il dibattito interno al movimento comunista circa l’analisi della fase e sul che fare qui e ora per i comunisti del nostro paese. Con questo articolo ci inseriamo nel dibattito sull’analisi della natura dell’Ue e sulle sue origini e su quale sia il suo ruolo. Lo facciamo perché lo sviluppo del dibattito franco e aperto su tali questioni è un compito dei comunisti e uno degli aspetti decisivi per la rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato. Lo facciamo, inoltre, perché da questa analisi deriva la via da percorrere per spezzare le catene dell’Ue (e della Nato!) che opprimono le masse popolari del nostro paese. Di questo trattiamo anche nelle risoluzioni del VI Congresso del Partito dei CARC che si terrà a Roma il prossimo 1° aprile e che invitiamo a leggere e consultare a questo LINK.

Su quali basi è nata l’Ue? Con quali scopi e per quali necessità?

Come dice Renato Caputo nell’articolo, L’Ue non è certo un contenitore vuoto da riempire di contenuti progressisti o reazionari. Il ruolo oppressivo che questa istituzione svolge sulle masse popolari di paesi membri – o di quelli in via di diventarlo – è infatti strettamente legato alla sua natura. Questa si è trasformata nel corso dei decenni e sulla base delle mutate condizioni economiche e politiche.

La Comunità europea nasce in embrione dalla seconda metà degli anni ’40, a seguito della seconda guerra mondiale, e nel ’51 si costituisce come Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio (CECA). In primo luogo nasce per volontà dei gruppi imperialisti USA, allora pienamente dominanti, e in secondo luogo per volontà dei gruppi imperialisti dei singoli paesi. Il principale scopo era quello di imbrigliare e svuotare anche per questa via i “teatrini della politica borghese” dei singoli paesi europei, che gli esiti della seconda guerra mondiale e la lotta popolare contro il nazifascismo aveva reso permeabili alle forze popolari.

I revisionisti moderni (capofila dei quali in Italia era Togliatti) infatti né erano ancora del tutto affidabili né il loro predominio nei rispettivi partiti comunisti era ancora incontrastato. Non a caso la “costruzione europea” al suo inizio riguardò solo i paesi politicamente più “fragili” – dove il movimento comunista era più forte – tra cui l’Italia.

Revisionismo moderno
La corrente impostasi nei partiti comunisti e nei paesi socialisti a partire dal 1956 (XX Congresso del Partito comunista dell’Unione Sovietica). Nei partiti comunisti essa sosteneva la “via pacifica e parlamentare al socialismo” come unica universale via al socialismo, si opponeva all’accumulazione delle forze rivoluzionarie e all’internazionalismo proletario. Nei paesi socialisti essa sosteneva lo sviluppo dei residui elementi di economia mercantile e capitalista, la liquidazione degli elementi di comunismo, l’integrazione dei paesi socialisti nel sistema imperialista mondiale. Il revisionismo moderno, favorito dal periodo di ripresa e sviluppo attraversato dal capitalismo nel periodo 1945-1975, ha corroso i partiti comunisti e i paesi socialisti fino al loro crollo alla fine degli anni ’80.

A partire dalla metà degli anni Settanta per limiti ed errori del movimento comunista cosciente e organizzato giunse ad esaurimento la prima ondata mondiale della rivoluzione proletaria (1917-1976) e, compiuta la ricostruzione post-bellica ed esaurite le conquiste strappate dalle masse popolari dei paesi imperialisti, incominciò la seconda crisi generale per sovrapproduzione assoluta di capitale. Contestualmente si avviò l’indebolimento in campo commerciale, monetario e finanziario dei gruppi imperialisti USA. Solo a partire da queste mutate condizioni la Comunità Europea si trasformò da strumento di dominio USA sull’Europa in strumento di organizzazione dei gruppi imperialisti franco-tedeschi e di costruzione del loro dominio in Europa, per far fronte anche ai gruppi imperialisti USA. Nella sua costruzione salti qualitativi sono rappresentati dal Trattato di Maastricht (1992) e l’istituzione della Banca Centrale Europea (1998) e dell’Euro (2000). Con l’avvio della seconda crisi generale per sovrapproduzione assoluta di capitale del capitalismo si sono quindi polarizzate le contraddizioni tra gruppi imperialisti per trovare ambiti di valorizzazione del capitale. Queste contraddizioni oggi – che siamo in quella che definiamo fase acuta e terminale della crisi – si acuiscono ulteriormente e assieme a queste quelle tra gruppi imperialisti e masse popolari. L’Ue si è quindi sviluppata con tempi e velocità variabili proprio a causa da un lato della resistenza spontanea delle masse popolari contro il programma comune della borghesia (vedi movimento NO GLOBAL, mobilitazioni e organizzazioni euroscettiche e per la sovranità, ecc.), dall’altro a causa della lotta per bande in cui sono invischiati i gruppi imperialisti stessi, in particolare contro gli imperialisti USA.

Operato dell’Ue

In definitiva BCE e CE sono istituzioni che i gruppi imperialisti hanno creato per dirigere i governi dei singoli paesi europei e ridurli ad agenzie locali del sistema finanziario internazionale e per eliminare le conquiste strappate dalle masse popolari quando il movimento comunista era forte. In nome dell’Unione Europea, e spesso sotto questo paravento, infatti le autorità della Repubblica Pontificia impongono alla massa della popolazione sacrifici crescenti, rinunce crescenti a quello che resta delle conquiste che le masse popolari avevano strappato ai padroni, al clero e al resto dei ricchi durante la prima ondata della rivoluzione proletaria mondiale.

La sovranità nazionale del popolo italiano è calpestata dai grandi capitalisti italiani e stranieri che operano a livello internazionale. Per quanto riguarda il nostro paese sono i vertici della Repubblica Pontificia che hanno consegnato la sovranità nazionale ai grandi capitalisti italiani e stranieri. In cambio la borghesia imperialista nostrana ottiene mano libera non solo in Italia, contro le masse popolari italiane, ma anche in altri paesi.

A problema politico soluzione politica

Oggi la questione della sovranità nazionale rappresenta un interesse impellente per le masse popolari del nostro paese ed è una componente della lotta per instaurare il socialismo. L’assenza di sovranità nazionale, con la natura di protettorato USA e l’invischiamento sempre maggiore nelle maglie dell’Ue, è uno dei nodi che stanno all’origine del peggioramento costante delle condizioni di vita delle masse popolari, in particolare alla luce del coinvolgimento del nostro paese nella guerra USA-NATO.

Come scriviamo nella prima risoluzione del VI Congresso noi comunisti siamo favorevoli alla lotta per la sovranità nazionale contro l’UE, contro le altre istituzioni del sistema imperialista mondiale (FMI, Banca Mondiale, ecc.) e contro il loro braccio armato (NATO), convinti che il primo paese imperialista che romperà le catene della comunità internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti mostrerà la strada e aprirà la via anche alle masse popolari degli altri paesi imperialisti e ai popoli oppressi di tutto il mondo. Il passo e lo strumento per farlo, per non sottostare ai diktat dell’Unione Europea e delle altre istituzioni del sistema imperialista mondiale e condurre una politica tesa a mettere fine al protettorato USA, è la costituzione di un governo d’emergenza al servizio delle organizzazioni operaie e popolari e che da queste è imposto ai vertici della Repubblica Pontificia che governa il nostro paese.

Le masse popolari, con in testa le organizzazioni operaie e popolari che già oggi si sono dati e che devono elevarsi in quantità e qualità, possono spezzare le catene Ue e Nato e imporre le loro necessità e volontà. I comunisti devono lavorare per estendere queste esperienze e farle elevare, devono promuovere tale processo. È loro la forza che può permettere a un governo d’emergenza popolare di attuare le misure necessarie a rompere con l’Ue e le sue istituzioni – come il debito pubblico, i patti di stabilità ecc. – e a creare rapporti di solidarietà e collaborazione (tipo quelli già in vigore tra Venezuela, Cuba e altri paesi) e rapporti di scambio commerciale (trattati, accordi) con i paesi che vogliono anche loro sottrarsi alle costrizioni del sistema imperialista mondiale, del suo sistema finanziario, bancario e commerciale.

Compagni dobbiamo spezzare le catene dell’Ue e della Nato e la lotta per imporre oggi un governo d’emergenza popolare è il passo concreto per farlo!

Rispondi

Iscriviti alla newsletter

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

I più letti

Articoli simili
Correlati

Il 29 novembre è sciopero generale! Partecipiamo compatti e costruiamolo insieme

Scarica il Pdf Dopo che Cgil e UIL hanno proclamato...

Sull’esito delle elezioni in Liguria, Emilia Romagna e Umbria

Il Pd festeggia per la “vittoria” in Emilia Romagna...

Sciopero nazionale del personale sanitario, adesioni all’85%

Verso lo sciopero generale del 29 novembre

Lottare per la Palestina e lottare per il proprio paese

Parlare di unità, lottare per l'unità, praticare l'unità