Il 12 e 13 febbraio si vota per le elezioni regionali nel Lazio. Nel teatrino della contesa tra Rocca, l’uomo di Fratelli d’Italia o D’Amato, l’uomo del Partito Democratico, uno schieramento molto più forte leverà la sua voce. Sono gli elettori malcontenti del corso disastroso delle cose fatto di delocalizzazione dell’apparato produttivo, eliminazione dei diritti e delle conquiste delle masse popolari, privatizzazioni del settore pubblico dell’economia, carovita, emergenza abitativa, devastazione ambientale. Saranno la maggioranza relativa dei 4 milioni e 300.000 elettori chiamati al voto nel Lazio.
L’assenza di un fronte elettorale anti-larghe intese capace di convogliare il malcontento anche negli appuntamenti elettorali consente ai poteri forti della nostra regione di dormire sonni tranquilli rispetto a chi gestirà la prossima Amministrazione regionale. Sta alle forze anti-larghe intese, ai comunisti, agli antifascisti e a tutti i fautori delle parti progressiste della Costituzione del 1948, costruire i rapporti di forza, anche sul terreno elettorale, per rendere ingestibile il teatrino elettorale che con sempre più fatica, da minoranza nel paese, i partiti delle larghe intese mantengono in piedi.
Invitiamo al confronto su questi temi i candidati al prossimo Consiglio Regionale del Lazio nelle file delle due formazioni anti-larghe intese concorrenti: i compagni del PCI di Alboresi (che candida Sonia Pecorilli come Presidente) e di Unione Popolare di De Magistris (che candida Rosa Rinaldi come presidente)