Cresce il fronte del no al 41 bis

Solidarietà ad Alfredo Cospito

Dal 20 ottobre Alfredo Cospito è in sciopero della fame contro il 41 bis, il regime carcerario di massimo isolamento che, pensato per i boss mafiosi (questo il mantra che ripetono per giustificarlo), è stato esteso ai rivoluzionari prigionieri (si trovano in 41 bis, da oltre 17 anni, i militanti delle Br-Pcc Nadia Lioce, Marco Mezzasalma e Roberto Morandi).

Il tribunale ammette candidamente che nel caso di Cospito l’obiettivo era impedire che continuasse a scrivere lettere e articoli, cioè che continuasse a contribuire alla lotta di classe benché detenuto.

Quello che il tribunale non aveva messo in conto è che Alfredo trasformasse la carcerazione al 41 bis in uno strumento per far montare la mobilitazione, fuori e dentro le carceri.

Da settimane il movimento anarchico promuove iniziative di lotta sfidando limitazioni e divieti di manifestazione e rispondendo alla criminalizzazione mediatica delle azioni militanti con altre azioni militanti.

La campagna in solidarietà ad Alfredo Cospito è diventata una campagna politica contro il 41 bis, l’ergastolo ostativo e il sistema carcerario italiano: la resistenza di Alfredo e la mobilitazione di solidarietà hanno aperto una questione politica ingombrante per la Repubblica Pontificia italiana.

In solidarietà ad Alfredo si sono schierati organismi operai e popolari, dal collettivo di Fabbrica della Gkn al Calp di Genova, dalle organizzazioni sindacali di base ai collettivi e associazioni. Prendono posizione esponenti politici ed istituzionali: la vicesindaca di Bologna, Emily Clancy, a mezzo stampa ha fatto sapere di aver aderito all’appello rivolto al Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, promosso da intellettuali, giuristi e magistrati (a cui hanno aderito anche i presidenti nazionali di Arci e Anpi).

Il 12 gennaio persino una delegazione di parlamentari del PD fa visita a Cospito e parla con i suoi medici. Il Ministro Nordio prende tempo e risponde indirettamente con una nota dicendo che non è arrivata nessuna istanza “né da parte del detenuto, né da parte dell’autorità giudiziaria, che a fronte dell’aggravamento delle condizioni di salute può disporre una sospensione della pena o chiedere al Ministro una revoca del regime speciale”. Il giorno seguente l’avvocato di Alfredo presenta l’istanza. Il Tribunale la esaminerà il 20 aprile, fra tre mesi!

Nonostante le manovre sporche delle autorità giudiziarie la crepa nel muro di gomma si va allargando.

Il 23 gennaio il Consiglio Comunale di Torino approva con 27 voti favorevoli e 1 astenuto l’ordine del giorno che chiede al Ministro della Giustizia di rispondere in tempi brevissimi all’istanza di revoca presentata per Cospito. Il 24 gennaio anche Amnesty International scende in campo e invita lo Stato italiano a rispettare gli obblighi di protezione e il rispetto dei diritti umani del detenuto.

Le difficoltà sempre maggiori a gestire la situazione da parte del Governo emergono anche dall’atto che, il 23 gennaio, il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria recapita alla dottoressa di fiducia di Alfredo Cospito diffidandola dal rilasciare dichiarazioni sullo salute del prigioniero all’emittente Radio Onda d’Urto.

Un atto gravissimo che però viene prontamente respinto al mittente attraverso la denuncia pubblica dell’accaduto.

Dichiarazione del 19 gennaio 2023
Il sottoscritto Alfredo Cospito comunica al proprio avvocato Flavio Rossi Albertini che in pieno possesso delle mie capacità mentali mi opporrò con tutte le forze all’alimentazione forzata.
Saranno costretti a legarmi nel letto.
Dico questo perché ultimamente mi è stata adombrata la possibilità di un T.S.O. (trattamento sanitario obbligatorio). Alla loro spietatezza ed accanimento opporrò la mia forza, tenacia e la volontà di un anarchico e rivoluzionario cosciente.
Andrò avanti fino alla fine. Contro il 41 bis e l’ergastolo ostativo.
La vita non ha senso in questa tomba per vivi.

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