Il 28 dicembre si è tenuta nella Galleria Principe di Napoli l’iniziativa “Resistenza, lotta e solidarietà contro la repressione” promossa dalla Segreteria Federale del P.CARC. Hanno partecipato alcuni esponenti della Consulta Popolare sanità e salute (in particolare il tavolo salute mentale e detenuti), del Prc, del Pmli, del Collettivo Galleri@rt e altre realtà.
Nella discussione è stato dato ampio spazio alla solidarietà con Alfredo Cospito, con Pietro Ioia, l’ex garante dei detenuti del Comune di Napoli arrestato il 18 ottobre 2022 (“fatto fuori” perché la sua attività al fianco dei detenuti e delle loro famiglie era scomoda), e con tutti quelli che lottano contro la repressione, per i diritti dei carcerati e contro gli effetti più gravi della crisi, a partire dai disoccupati di Napoli e da tutte le organizzazioni operaie e popolari poste sotto attacco dallo Stato.
I singoli e le organizzazioni partecipanti hanno deciso di stendere insieme un appello pubblico per alimentare la campagna di denuncia dell’operato degli organi repressivi dello Stato e per l’abolizione del 41 bis.
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Resistenza, solidarietà e lotta contro la repressione
Abolire il 41 bis, organizzarsi e unirsi contro ogni attacco repressivo!
Alfredo Cospito è un compagno anarchico da dieci anni incarcerato dallo Stato italiano. Ha subito una condanna per l’attentato contro Roberto Adinolfi, amministratore delegato di Ansaldo Nucleare (maggio 2012) e una condanna all’ergastolo per strage contro la sicurezza dello Stato: l’accusa è di aver fatto esplodere due bombe (2006) alla scuola allievi carabinieri di Fossano (Cuneo), senza morti, feriti o danni gravi. Per la sua corrispondenza con altri compagni e organizzazioni esterne al carcere, dall’aprile scorso il compagno è stato segregato in regime di 41 bis.
Recentemente, Alfredo ha iniziato uno sciopero della fame per denunciare l’accanimento repressivo nei suoi confronti. La sua iniziativa – sostenuta da altri rivoluzionari prigionieri e dal movimento anarchico e libertario – ha effettivamente riaperto la discussione pubblica sul 41 bis e sul regime carcerario italiano.
A seguito di un incontro pubblico tenuto in Galleria Principe di Napoli il 28 dicembre 2022, i singoli, le associazioni, le organizzazioni politiche e sindacali firmatarie esprimono la propria incondizionata solidarietà e complicità con Alfredo Cospito e tutti i comunisti, gli anarchici e rivoluzionari perseguitati dallo Stato borghese, detenuti nelle carceri italiane e sottoposti al regime del 41 bis. Quali che siano i reati che vengono loro contestati, le pene a cui sono condannati, le speculazioni circa la loro militanza, per noi sono compagni di lotta verso cui promuovere la più ampia solidarietà fra le masse popolari.
Siamo convinti che il regime del 41 bis sia la più infame delle misure che si possono infliggere, il cui fine principale è quello di privare i detenuti politici dell’agibilità politica e sociale e impedire che questi rendano il carcere ambito di lotta, organizzazione e insubordinazione alle autorità borghesi.
A poco serve la scusa del 41 bis come misura utile a isolare i mafiosi. Se la priorità fosse veramente quella si potrebbe fare una legge solo per questo! La realtà invece mostra che i mafiosi e i ricchi – quelli che per qualche motivo finiscono in galera – non sono certamente sottoposti alle stesse condizioni detentive degli altri. Un sistema sociale diretto dai ricchi per i ricchi non può che funzionare così!
Cosa fare quindi? Noi chiamiamo tutti i singoli, le associazioni, i comitati, le organizzazioni politiche e sindacali a firmare questo appello alla solidarietà, a promuovere iniziative di lotta e incontri pubblici che pretendano l’abolizione del 41 bis e la liberazione di Cospito e di tutti i detenuti politici. Attività che a partire da questo appello intendiamo mettere in piedi in maniera unitaria e partecipata.
L’assemblea ha inoltre deciso con questo appello di chiamare direttamente in causa la neodeputata Ilaria Cucchi, perché prenda a cuore questa battaglia di civiltà, proprio lei che per anni ha dovuto lottare per strappare verità e giustizia allo Stato italiano per aver ucciso suo fratello, Stefano Cucchi.
Resistenza, lotta e solidarietà contro la repressione sono le tre parole d’ordine che lanciamo a tutti quanti firmeranno quest’appello e daranno quindi la propria disponibilità a unire le forze.
Per aderire: carccampania@gmail.com oppure via sms o whatsapp al 3318484547