Il 14 gennaio, con un ingente impiego di polizia antisommossa, è iniziato lo sgombero di Lützerath, un paesino nell’Ovest della Germania, occupato per settimane dal movimento ambientalista.
Il paese era disabitato da circa un anno e agli ultimi residenti si erano sostituiti i militanti ambientalisti, determinati a resistere per impedire l’avvio dei lavori di una miniera di lignite.
L’estrazione della lignite (un tipo di carbone fossile con basso potere calorifero) e il suo impiego su ampia scala sarebbero considerati “antieconomici” e altamente inquinanti, se non fosse che la Germania si trova a far fronte a una grave crisi energetica che rischia di paralizzare il paese.
Per limitare la crisi energetica il governo tedesco dà quindi il via libera a una miniera di lignite e il paese di Lützerath, che si trova proprio nel mezzo del progetto, deve essere abbattuto. Gli abitanti vengono allontanati, ma il movimento ambientalista lo occupa. Una battaglia campale fra manifestanti e polizia, durata tre giorni, si conclude con lo sgombero del paese, che verrà ora inghiottito dall’enorme voragine. Una voragine che non è solo quella della miniera.
Guerra, devastazione ambientale, speculazioni e oppressione, aspetti legati gli uni agli altri, sono la voragine in cui la borghesia imperialista sta facendo sprofondare il mondo. La battaglia di Lützerath l’ha solo resa un po’ più evidente.