Crisi del sistema politico della Repubblica Pontificia significa anche che si acuisce la guerra per bande in ogni gruppo di potere che costituisce i vertici della Repubblica Pontificia. Ne è un esempio la faida che si sta consumando in Vaticano dopo la morte di Ratzinger, avvenuta il 31 dicembre 2022.
Dalle rituali celebrazioni di cordoglio alla rissa il passo è stato breve.
In un mese sono stati pubblicati due libri che attaccano a testa bassa Bergoglio: uno di padre Georg, segretario personale di Ratzinger, e uno del cardinale Muller, altro fedelissimo del pontefice tedesco. Mettono sotto accusa Bergoglio per alcune riforme (come la messa al bando dei riti in latino) e alcune condotte (governare attraverso un “cerchio magico” di fedelissimi scavalcando le gerarchie istituzionali, difendere dalle accuse di abusi e pedofilia i prelati a lui più vicini) che avrebbero “fatto soffrire Ratzinger”.
La replica di Bergoglio è arrivata in occasione dell’Angelus dell’8 gennaio. Con un linguaggio più simile a quello di uno sceneggiato sulla mafia che a un’omelia, ha risposto a padre Georg e al cardinale Muller che: “Il chiacchiericcio è un arma letale: uccide, uccide l’amore…”.
Nel frattempo la magistratura vaticana decide, proprio ora e dopo decenni, di riaprire il caso di Emanuela Orlandi: sembra che padre Georg abbia scritto, e nasconda, un dossier dettagliato sul rapimento o, almeno, di questo lo accusa Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela, che da anni si batte contro l’omertà del Vaticano.
Ma il circo appena iniziato è un’arma di distrazione di massa.
La guerra per bande nei vertici della Repubblica Pontificia – e dentro ogni centro di potere che ne fa parte – è un fatto reale. Ha raggiunto un’intensità tale che esce dalle “stanze dei bottoni” e diventa di pubblico dominio.
Ma i VERI motivi che la alimentano noi non li sappiamo: quelli sono gelosamente custoditi dietro le quinte del teatrino, un teatrino che da una parte è arma per “sputtanare” questa o quella fazione agli occhi delle masse popolari e dall’altra strumento per intossicare l’opinione pubblica con aspetti secondari, accessori e persino fuorvianti.
Gli attacchi a Bergoglio NON sono mossi dal fatto che “ha fatto soffrire Ratzinger”: sono la manifestazione di una faida per la quale chi attacca Bergoglio mira a schierare contro di lui una parte delle masse popolari per cause che sono – e devono rimanere – segrete.
È sul segreto che la classe dominante poggia parte della sua stabilità.
Si discuta pure del fatto che Bergoglio sia o meno colpevole di aver fatto soffrire Ratzinger! L’importante è che non si metta in discussione il ruolo del Vaticano, che non si abbiano gli strumenti per capire realmente ciò che succede nelle sue stanze.
Il Vaticano è un centro occulto di potere nel nostro paese. È il governoirresponsabile e di ultima istanza. Nella Repubblica Pontificia italiana non succede nulla che non sia concordato con il Vaticano (con la fazione che in esso predomina in un dato momento): dalle stragi di Stato alla guerra in Jugoslavia o in Iraq, fino alle forniture di armi all’esercito ucraino, passando attraverso i mille grandi e piccoli “misteri” che costellano la storia del nostro paese.
Anche il Vaticano è messo a soqquadro dagli effetti della crisi generale, a partire dal fatto che è un centro della speculazione finanziaria internazionale, del traffico di armi, del traffico di esseri umani, della speculazione immobiliare.
Anche a San Pietro, dunque, vige la legge suprema del capitalismo: cane mangia cane.
È questo, in definitiva, il motivo che rende il Vaticano una tigre di carta, come tutti gli altri gruppi imperialisti.
Non basteranno, quindi, mille o più preghiere per arrestarne il declino.