Chi legge abitualmente i quotidiani si è sicuramente imbattuto in articoli che raccontano della bidella di Napoli che lavora a Milano e fa la pendolare (!) per risparmiare sull’affitto o le dichiarazioni del rider veronese che ha percorso 50 chilometri per consegnare un panino e si preoccupa di far sapere che la sua storia non deve prestarsi a “strumentalizzazioni sullo sfruttamento”.
Fra tanta spazzatura, gli articoli più frequenti e diffusi (non ne è immune nessun giornale) sono quelli che raccontano la storia di donne che lasciano il lavoro da dipendente per “creare contenuti” per un noto sito per adulti: “guadagnavo 1.000 euro e non ce la facevo a tirare avanti, adesso ne guadagno 5.000” è la testimonianza di tutte loro.
I nomi e i luoghi cambiano, ma il maldestro tentativo di manipolare l’opinione pubblica è costante. “Se non guadagni abbastanza, devi ingegnarti! Se ti ingegni e ancora non guadagni abbastanza, allora il problema è tuo, non sei capace. E se non sei capace, la colpa è tua, quindi non ti lamentare!”.
La propaganda di regime racconta una montagna di frottole alle masse popolari per convincerle che non c’è niente da fare se i lavoratori sono sempre più poveri e i ricchi sempre più ricchi.
Noi abbiamo rinunciato coscientemente al lusso “dello svago”, della notizia curiosa e della frottola spacciata per “buona novella”. Abbiamo coscientemente deciso di combattere la diversione dalla realtà.
Resistenza parla di quello che è necessario e possibile fare per avanzare nel movimento pratico che cambia le cose, per portare le classi oppresse a diventare classe dirigente; parla dei passi da fare per costituire un governo di emergenza delle masse popolari organizzate e avanzare, per questa strada, nella rivoluzione socialista nel nostro paese.
È abbastanza normale che ciò che viene pubblicato su Resistenza si possa leggere solo su Resistenza.
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