2 febbraio 1943 – La vittoria di Stalingrado

Il 2 febbraio 1943 la battaglia di Stalingrado si conclude, dopo mesi di durissimi combattimenti, con la vittoria dell’Armata Rossa.

Nei due anni precedenti le armate naziste erano penetrate in profondità nel territorio dell’Unione Sovietica, sembravano inarrestabili, destinate a conquistare il paese in una marcia trionfale. Ma quando, nell’estate del 1942, Hitler lancia l’attacco a Stalingrado, porta per il petrolio del Caucaso di cui tanto necessitano i suoi panzer, Stalin decide che l’avanzata nazista deve essere fermata. Il giorno successivo l’inizio dell’assedio giunge l’ordine a tutte le truppe sovietiche: “mai più un passo indietro”. Comincia così la battaglia che cambierà le sorti della Seconda guerra mondiale.

Inizialmente la superiorità dei nazisti è schiacciante. Bombardano e radono al suolo la città. Poi la invadono. Comincia allora una difesa disperata, tra le macerie, casa per casa, vicolo per vicolo. In tutto il mondo la classe operaia e chi si schiera contro la barbarie nazista segue ogni attimo della battaglia, sapendo che da questa dipende anche la loro sorte. Le perdite umane sono enormi, ma la città resiste. Questo dà all’Armata Rossa il tempo di riorganizzarsi, approntare una manovra a tenaglia, chiudere le forze assedianti in una sacca ed eliminarle. I nazisti cercano di riorganizzarsi ma sono sotto shock, mentre il mondo intero è sbalordito da questa incredibile vittoria. È un punto di svolta nella guerra: da questo momento l’Armata Rossa smette di ritirarsi e inizia un’avanzata che si concluderà solo nel 1945 a Berlino.

La battaglia di Stalingrado ha mostrato a tutto il mondo l’eroismo e la forza invincibile che il popolo può sprigionare quando lotta per una causa giusta, per il socialismo e la libertà. È costata il sacrificio di mezzo milione di cittadini sovietici: questi e gli altri milioni morti caduti nel corso della guerra sono stati il prezzo da pagare per difendere le conquiste del socialismo e liberare il mondo dalla barbarie nazista prodotta dal capitalismo. Neanche oggi che l’Unione Sovietica è comunque caduta e il mondo è sprofondato di nuovo in un’epoca di nera reazione, quel sacrificio appare vano: continua ad essere di esempio e ispirazione per i comunisti che in tutto il mondo preparano la nuova ondata della rivoluzione proletaria.

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