Compagni, marciamo uniti!

C’è l’emergenza di formare un blocco sociale, culturale e politico alternativo alla destra e al PD quindi dobbiamo quando è possibile essere uniti e ripetere anche in futuro questa importante esperienza

Un compagno del PRC sull’unità d’azione messa in campo per una manifestazione

Compagni di diverse organizzazioni negli ultimi mesi hanno messo in campo iniziative unitarie schierandosi senza se e senza ma dalla parte di operai, lavoratori e masse popolari vessati da carovita, delocalizzazioni, chiusure, sfruttamento, e repressione. Il 5 novembre a Napoli hanno percorso in uno spezzone unitario il corteo promosso dal Collettivo di Fabbrica della Gkn e dal comitato disoccupati 7 novembre,  allo stesso modo il 18 dicembre hanno sfilato congiuntamente a Prato nella manifestazione promossa dal sindacato Si Cobas (qui l’articolo tratto dal Bolscevico del PMLI). A Roma sono scesi in piazza per celebrare il centenario della fondazione dell’Unione sovietica. A Siena si sono stretti e uniti per la vertenza che riguarda gli operai della Whirlpool mettendo in campo manifestazioni, presidi, comunicati e volantinaggi davanti alla fabbrica congiunti.

Questi sono passi embrionali ma importanti per la rinascita del movimento comunista. Sono esperienze che come P.CARC promuoviamo e che chiamiamo tutti i compagni, ovunque collocati, a promuovere su ogni territorio. La situazione è tale che la risposta non può che essere unitaria da parte dei comunisti.

“La debolezza del movimento comunista cosciente e organizzato (partiti e organizzazioni che si rifanno al movimento comunista e che aspirano in qualche modo al socialismo) – e di conseguenza la debolezza del più generico movimento rivoluzionario – è la principale causa del fatto che le larghe masse sono alla mercé della propaganda di regime, dell’intossicazione dell’opinione pubblica, della diversione dalla realtà. Una situazione, questa, in cui la classe dominate sguazza per alimentare la guerra fra poveri.”
Da Un passo avanti RE01/2023

Se i lavoratori sono divisi, se autoctoni e immigrati sono contrapposti, se vaccinati e non vaccinati sono in lotta tra di loro – solo per fare solo alcuni esempi – è responsabilità dei comunisti. È urgente che i lavoratori trasformino l’attuale società, che siano loro a costruire i nuclei di potere in grado di reggere in piedi il paese e farlo marciare secondo le loro esigenze. Niente che non possano fare, pensiamo al Collettivo di fabbrica della Gkn oggi e a quello che furono i soviet! Devono però farlo quanto più compatti, al di là delle tessere sindacali e dell’appartenenza ai partiti. A noi comunisti lavorare perché non siano più divisi, per non promuovere noi stessi ulteriore frammentazione delle masse popolari in “fazioni”, che sono solo nocive. A noi organizzarli affinché costituiscano quanti più collettivi sul modello del CdF della Gkn diventando così loro stessi la soluzione ai problemi che li affliggono.

I primi passi concreti?

Esportare queste esperienze laddove non avvengono ancora e consolidarle dove hanno preso avvio è il primo passo da fare. Quei compagni che più sentono e comprendono la necessità di sviluppare l’unità d’azione si mettano a costruirla. Contro il senso comune, contro particolarismi e personalismi, è possibile costruirla!

Promuovere iniziative in cui invitare compagni di altre organizzazioni, promuovere iniziative congiunte su temi e questioni che possono già vedere l’unità d’azione, organizzare volantinaggi congiunti davanti alle aziende, alle scuole, agli ospedali, stendere volantini collettivi, scrivere striscioni insieme. Questi sono i primi passi che possono aprire a successivi passi! Su queste basi comuni – mettendo al centro sempre gli interessi delle masse popolari, dal lavoro al carovita e la solidarietà contro la repressione – si può sviluppare il dibattito, il confronto, per costruire l’unità su altri aspetti.

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