Intervista a Samuela Marconcini

Empoli: no al gassificatore. “Sui territori decidiamo noi”

Il 14 dicembre abbiamo intervistato Samuela Marconcini dell’assemblea permanente No Keu di Empoli (FI) a proposito del progetto di costruzione di un nuovo gassificatore (a tutti gli effetti un inceneritore mascherato) nella frazione di Marcignana. L’ennesima truffa “green” a danno dei cittadini che però si sono organizzati dal basso per impedirne l’attuazione.

Come è nato il progetto del gassificatore di Marcignana e quali interessi ci sono dietro?
Tutto parte dal fatto che la Regione Toscana da molti anni non appronta un piano regionale per i rifiuti e quindi, per dirlo in maniera semplice, non ha fatto un conto di quali e quanti rifiuti produciamo e di quelli che possiamo ridurre nel breve periodo. Di conseguenza, non ha idea di che impianto ci sarebbe, eventualmente, bisogno.

Sul gassificatore la Regione ha fatto esattamente il ragionamento opposto! Cioè ha pubblicato un bando per una manifestazione di interesse rivolto ai privati, in cui sostanzialmente si chiedeva loro di presentare un progetto di impianto! Questo è il “peccato originale” con cui nasce il gassificatore di Marcignana, come anche circa altri 40 impianti di smaltimento previsti a livello regionale.

Nello specifico, il progetto del piro-gassificatore è stato proposto da Alia (società per la gestione dei rifiuti della Toscana centrale – ndr), insieme a Suez e NextChem (controllata della Maire Tecnimont): due enormi multinazionali che hanno interesse a costruire in grande e che non si muovono certo per un impiantino da poche migliaia di tonnellate di rifiuti l’anno. Infatti, qui si parla dello smaltimento di circa 256mila tonnellate annue di Plasmix (rifiuti misti di plastica – ndr) e CSS (combustibile solido secondario, ovvero tutte quelle plastiche che non si possono smaltire), quando, dai dati che abbiamo, le province di Firenze, Prato e Pistoia producono ogni anno solo 170mila tonnellate di questi materiali.

In una zona già martoriata dall’inchiesta sul Keu (i fanghi tossici prodotti dagli scarti dell’industria della pelle che sono stati usati per la costruzione della Strada Regionale 429 nell’empolese), qual è stata la risposta della popolazione al progetto e come vi siete organizzati?
Va detto, innanzitutto, che di questo progetto se n’è iniziato a parlare in sordina dalla primavera di quest’anno. In Consiglio Comunale a Empoli è stato annunciato l’inizio del percorso partecipativo, ma sono usciti pochi articoli sui giornali.

Nel frattempo, durante l’estate, alcuni abitanti di Marcignana sono venuti per caso a sapere del progetto, perché alcuni privati avevano venduto i loro terreni – quelli su cui dovrebbe sorgere l’impianto – alla Zignago Vetro, la vetreria più grande della Toscana, che ha la sua sede proprio in quella zona. Abbiamo così scoperto che la Zignago dovrebbe ricevere l’idrogeno prodotto dal gassificatore. La vetreria, quindi, userebbe l’idrogeno come combustibile.

I cittadini, a questo punto, hanno fatto 2 + 2 e hanno deciso di formare il comitato “Trasparenza per Empoli”, che, inizialmente, ha semplicemente cercato di saperne di più, con un atteggiamento non pregiudiziale ma neppure di accettazione passiva del progetto.

Poi, a ottobre, ci sono stati tre incontri a numero chiuso su un farlocco processo partecipativo istituzionale. La platea massima prevista era di 120 persone, ben poche se si considera che Empoli ha più di 48mila abitanti e che stiamo parlando di un progetto da 400 milioni di euro.

Comunque, nei primi due incontri è stato chiesto se il gassificatore avrebbe comportato emissioni inquinanti: prima è stato detto di no, poi invece è venuto fuori di sì, dato che si prevede l’emissione oraria di 17 tonnellate di CO2 e altre 16 tonnellate di fumi non meglio specificati.

Questa e un’altra serie di altre perplessità hanno portato i comitati cittadini a tenere un altro incontro il 25 ottobre all’ARCI di Ponterotto (frazione di Empoli – ndr), questa volta con esperti non coinvolti nel progetto.

Invitati a parlare erano Rossano Ercolini – direttore del Centro di Ricerca Rifiuti Zero del Comune di Capannori – ed esponenti del Comitato Rifiuti Zero di Livorno, che sono riusciti a bloccare un progetto simile presentato, nel 2019, all’interno della raffineria ENI di Stagno (LI). Le loro relazioni hanno scaldato gli animi e hanno portato la popolazione ad acquisire piena consapevolezza della nocività del progetto e così sono nati altri due comitati: “Marcignana Non Si Piega” – un gruppo formato da ultras dell’Empoli – e “Mamme a Tutto Gas”, composto dalle mamme della zona.

Quindi, al terzo incontro istituzionale del 10 novembre, la popolazione organizzata ha preteso e ottenuto di partecipare in massa e senza prenotazione. Nonostante il sistema dei tavoli e facilitatori, la platea è riuscita a porre, comunque, una domanda secca e precisa: “se la popolazione esprimesse un netto dissenso al progetto, il gassificatore verrebbe fatto lo stesso?”. Su questo l’amministratore delegato di Alia, Alberto Irace, ha sparato prima una supercazzola, ma alla fine la risposta è stata “sì, andremmo avanti lo stesso”. Questo ha sollevato ancora di più gli animi della gente, ha portato al corteo del 26 novembre e all’opposizione decisa e compatta al gassificatore.

Dopo la partecipatissima assemblea del 29 novembre la sindaca Brenda Barnini sembra essere tornata sui suoi passi, almeno per il momento, a causa della insindacabile opposizione della cittadinanza. Ha passato la patata bollente alla Regione, con una dinamica, in un certo senso, simile a quella del rigassificatore di Piombino. Come valuti questo primo risultato in relazione alla mobilitazione popolare?
Innanzitutto, è bene ricordare che Brenda Barnini non è solo la sindaca di Empoli, ma è anche la vicesindaca della Città Metropolitana di Firenze, è stata selezionata tra gli “87 saggi” che dovrebbero rifondare il PD e, tempo fa, fu pure nominata responsabile nazionale del Welfare per il PD. Insomma, non è proprio l’ultima arrivata. Adesso, dopo l’assemblea del 29 novembre, aspettiamo che firmi nero su bianco la rinuncia al progetto, cosa che dovrebbe avvenire il 19 dicembre in Consiglio Comunale. Certo è che il rimpallo delle responsabilità tra Comune e Regione rende i cittadini estremamente scettici perché il Presidente della Regione Toscana è lo stesso che ha presentato l’emendamento Pieroni, che mirava a limitare i controlli sul Keu prodotto dalle concerie. E ora si sta comportando esattamente come fece col rigassificatore a Piombino: lì disse che era pronto a mandare i carrarmati… Sostanzialmente per lui la linea da seguire col gassificatore di Empoli è la stessa di Piombino.

La popolazione di Empoli è stata da subito accusata di essere nimby (“not in my backyard” ovvero “non nel mio cortile”-ndr), ma non è affatto così! La gente ha capito che questo gassificatore non ha alcun senso, è un progetto presentato come innovativo, ma in realtà si tratta di una tecnologia obsoleta e a rischio di esplosione (è infatti sottoposto alla legge Seveso III, che riguarda tutti gli impianti a rischio di incidente rilevante), quindi non può essere fatto a Marcignana, ma nemmeno nei pressi di altri centri abitati e, in definitiva, da nessuna parte!

La gente non è affatto stupida come si vuol far credere, è anzi interessata, vuole capire, chiede, pretende spiegazioni, chiarezza. Certo, lo fa con un istinto di pancia che però volentieri prende forma se indirizzato dai militanti che hanno più esperienza e che riescono a coordinare le varie componenti del movimento. Un esempio di questo è lo striscione di testa della manifestazione del 26 novembre, che è stato concordato in una riunione tra “Trasparenza Per Empoli”, “Assemblea Permanente No Keu”, “Marcignana Non si Piega” e “Mamme a Tutto gas” e su cui era scritto “Sui territori decidiamo noi”.

Come assemblea No Keu, di cui tu fai parte, vi siete legati anche alla lotta della Gkn, individuando il filo comune che lega le lotte per il lavoro a quelle ambientali. I comitati contro il gassificatore vedono anch’essi, il legame tra le varie lotte?
All’ultimo incontro a cui ho partecipato il 12 dicembre – in una frazione del comune di San Miniato, che è uno dei comuni che fanno parte del distretto del cuoio – ho di nuovo sottolineato come i nostri nemici, in quanto assemblea permanente No Keu, non sono affatto i lavoratori, gli operai, gli impiegati o i chimici che lavorano nelle concerie e che non è più possibile sottostare al ricatto tra tutela del posto di lavoro o tutela della salute e dell’ambiente. Questo vale anche per il gassificatore, perché l’impianto viene presentato come un’opportunità per creare nuovi posti di lavoro a Empoli e il retro-pensiero è che se noi smettiamo di produrre rifiuti allora perdiamo anche i posti di lavoro collegati alla loro gestione e smaltimento. Ecco, questo è l’ostacolo principale da rimuovere: l’idea che si debba andare avanti a produrre rifiuti perché ciò crea posti di lavoro.

Questa consapevolezza tra la popolazione c’è e probabilmente è molto più avanzata di quella che muove la nostra classe dirigente.

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