BANDO AL DISFATTISMO! TAR O NON TAR, IL RIGASSIFICATORE NON SI DEVE FARE!
ALLARGARE ULTERIORMENTE LA RETE DELLA LOTTA, A PIOMBINO E NEL PAESE!
Il 17 dicembre si è svolta a Piombino l’ennesima mobilitazione per impedire l’installazione del rigassificatore nel porto questo è l’obiettivo che unisce i vari comitati che dall’8 giugno scorso si stanno impegnando in questa lotta e che da allora hanno organizzato molteplici iniziative (più di cinquanta!) di tipo differente: dalle manifestazioni, ai convegni, ai volantinaggi, ai flash mob, alle assemblee cittadine alle quali chiunque ha potuto partecipare per dire la sua e fare proposte.
Il flash mob del 17 è stato uno di questi momenti ed è stato importante per l’organizzazione, la mobilitazione, l’informazione, la partecipazione messa in campo … non è stato di certo un flop, come ha detto il consigliere comunale del PRC Callaioli e ha fatto più danno alla causa con tale considerazione senza avanzare proposte utili, ma concentrandosi sul numero di presenze piuttosto che sull’opportunità di ribadire un NO alla vigilia dell’udienza del TAR del Lazio chiamato ad esprimersi in merito al ricorso del Comune di Piombino, cercando nei fatti di spaccare il fronte di lotta.
Un numero di presenze più basso di altre volte a cosa si deve? Conta certamente il fatto che non siamo in campagna elettorale un momento in cui lo stesso Callaioli è stato particolarmente attivo e ha avuto un ruolo positivo portando le questioni del rigassificatore a Coltano l’11 settembre e in altre occasioni. Le ragioni per protestare e combattere sono rimaste tutte sul piatto a prescindere da bandiere o meno e una simile uscita non serve certo a sviluppare la lotta, anzi contribuisce ad alimentare malumori e concorrenze che servono solo al nemico di classe.
Un altro fattore che ha inciso, a proposito di elettoralismo, è che il partito di governo a cui fa riferimento il sindaco di Piombino, Fratelli d’Italia, ha fatto marcia indietro rispetto a quanto promesso: è in questo senso che i comitati sono rimasti soli! Ma non lo sono se teniamo conto dell’aspirazione a voler cambiare lo stato di cose presente che serpeggia in tutto il paese: ed è su questa che possono e devono contare!
C’erano pochi numeri anche per la sfiducia che nutrono tutti quelli che recriminano che non erano d’accordo ad organizzare l’iniziativa del 17 dicembre e che quindi non si sono attivati per una sua migliore riuscita.
Ebbene, cosa ne pensano i militanti del PRC, in particolare i tanti Giovani Comunisti che hanno sempre partecipato in modo numeroso alle iniziative promosse dai comitati in questi mesi?
Bando al disfattismo e alla rassegnazione!
Bisogna continuare a stare col fiato sul collo a istituzioni e SNAM, bisogna legarsi ad altri organismi compresi quelli che non sono esattamente affini ai promotori di questa di lotta. Questa è la realtà dei fatti e ciò su cui dobbiamo lavorare per trasformarla, altro che fare i settari.
Serve organizzare azioni di controllo popolare e conferenze stampa nei pressi del cantiere, elaborare esposti, spingere affinché le istituzioni preposte vigilino sul rispetto delle prescrizioni emanate e facciano intervenire la forza pubblica quando queste non sono rispettate: come è successo quando, dopo varie segnalazioni all’assessore all’ambiente, la stessa si è recata sui cantieri coi vigili urbani e hanno trovato irregolarità poi denunciate sulla stampa e anche durante la manifestazione dal sindaco (che nei giorni successivi SNAM ha attaccato, smentendolo).
Serve chiedere conto delle promesse elettorali affinché parlamentari come Chiara Tenerini di Forza Italia, Manfredi Potenti della Lega o Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana effettuino sopralluoghi nei cantieri, serve accertarsi se anche i consiglieri comunali e regionali possano fare altrettanto!
E nel frattempo è decisivo legarsi a tutte le altre vertenze del territorio come la lotta del Camping CIG contro gli ammortizzatori sociali che logorano e per il Lavoro utile e dignitoso sull’esempio del Collettivo di Fabbrica GKN, costruire il No Giani day insieme a tutti gli altri comitati che lottano contro le speculazioni sul territorio toscano e sulla nostra salute.
Certamente poi “il metodo Piombino” non riguarda solo questa città e l’installazione del rigassificatore nel suo porto è inserita in un piano di governo molto più complesso; per questo è fondamentale che i comitati continuino a costruire e rafforzare legami con altre realtà come la Rete Fuori dal fossile, con gli altri comitati contro i rigassificatori nel paese, con SOS Geotermia che lotta contro le centrali geotermiche in Amiata, con i No Aeroporto di Firenze, il movimento No base né a Coltano né altrove: tutti comitati sorti in contrasto all’imposizione di Grandi opere inutili se non dannose approfittando dell’emergenza del momento per scavalcare leggi e prescrizioni in materia di salute e sicurezza, per mettere le mani sui soldi del PNRR e continuare a macinare profitti a scapito dell’ambiente, dei cittadini e dei lavoratori.
Ma non solo: occorre arrivare a mobilitare quanto esiste di già organizzato fra i lavoratori e le masse popolari per imporre un governo che risponda a noi, che abbia la forza di bloccare progetti speculativi, di tirarsi fuori da questa guerra, di attuare i progetti che servono realmente al territorio come il ripristino di una Sanità pubblica ed efficiente che il Covid ha smascherato impietosamente, e di spendere i soldi pubblici conformemente alle esigenze delle masse popolari e non delle multinazionali di turno. Serve un governo di emergenza, che noi chiamiamo di Blocco Popolare, per arrestare la china di guerra, miseria e disastro ambientale in cui sempre più ci precipita questa classe dirigente, per invertire la rotta e avanzare verso il socialismo: il solo futuro alternativo per l’umanità.
E’ su questo “per” che dobbiamo unire tutti i “contro” oggi esistenti: facciamolo a Piombino fino all’intero paese!
Segreteria Federale Toscana del P.CARC