Il grido di unità è in cerca di una bocca

Il salto di qualità necessario

Negli ultimi mesi ci sono stati grandi sommovimenti in tutte le organizzazioni sindacali di base. Queste organizzazioni sono spinte dalla situazione oggettiva a unire le forze e convergere. Un ostacolo al pieno dispiegamento di questa convergenza è lo scarso livello del dibattito franco e aperto tra queste organizzazioni e i soggetti politici che ne orientano l’azione. Lo scambio di comunicati tra Si Cobas e Usb prima della manifestazione unitaria del 3 dicembre, se da un lato esprime un ancora basso livello di confronto, dall’altro rappresenta la necessità di portare il dibattito sul piano più politico.

Questa necessità non piove dal cielo. È una manifestazione della lotta generata dalla situazione oggettiva. La crisi del capitalismo avanza e diventa sempre più necessario un salto di qualità, portare la mobilitazione sul piano politico, cioè sul piano in cui la mobilitazione sindacale contribuisce alla costruzione di un’alternativa di governo del paese. Bisogna quindi ragionare di qual è il sindacato che serve. Qual è il ruolo che i sindacati di base possono assumere per cacciare il governo Meloni e imporre un governo al servizio dei lavoratori e delle masse popolari.

I dirigenti dei sindacati alternativi e conflittuali – ma questo vale anche per quelli della sinistra dei sindacati di regime – se vogliono assumere un ruolo positivo per i lavoratori devono farsi promotori di questo salto di qualità, dell’unità d’azione per cacciare il governo Meloni e imporre un governo che faccia gli interessi della classe operaia e del resto delle masse popolari.

Il sindacato che serve

I sindacati conflittuali e di base sono già parte integrante del percorso di lotta per la cacciata del governo Meloni e devono diventarne sempre più protagonisti, farsi sempre più centro di riferimento degli elementi avanzati della classe operaia e delle masse popolari, di tutti coloro che sono alla ricerca di soluzioni a questa situazione.

La situazione oggettiva spinge alla convergenza e i lavoratori e le lavoratrici ne hanno bisogno per rafforzarsi e far fronte adeguatamente ai padroni e ai loro sbirri; pretendono unità (non solo dai sindacati di base, ma anche da noi comunisti) e dobbiamo lavorare per dargliela.

Il sindacato che serve è un sindacato che alimenta il confronto con le altre sigle, individuando gli appigli per promuovere unità d’azione e la alimentano in ogni occasione davanti agli attacchi della classe dominante.

Il sindacato che serve è un sindacato che fa politica e si assume la responsabilità di favorire la partecipazione allargata dei lavoratori e delle masse popolari. Che alla guerra dei padroni si risponde con un “piano di guerra”, quello degli operai, delle masse popolari e dei loro sindacati conflittuali!

Il sindacato che serve contribuisce a sviluppare l’azione sul terreno politico. Nel fare questo non solo fa leva sull’attuale forza e prestigio di cui godono le organizzazioni sindacali di base, ma anche attraverso il rafforzamento del proprio e degli altri sindacati di base e la crescente tendenza a non occuparsi solo di contratti e azienda ma di mettere le mani in pasta nella lotta di classe a tutto tondo (diritto alla casa, carovita, ecc.).

Che fare? Unità!

I sindacalisti, a ogni livello, perseguiranno la linea del confronto politico finalizzato alla costruzione dell’unità sindacale e dei lavoratori, daranno il loro importante contributo alla riscossa generale degli sfruttati e di tutte le masse popolari, spingendo ad organizzarsi tutti i lavoratori compresi i precari, i cassintegrati, i disoccupati: tutti uniti contro il “governo della guerra”, per l’attuazione delle misure necessarie e porre le basi della nuova governabilità dal basso. Tale governabilità per noi consiste nell’imposizione di un governo di emergenza, che chiamiamo Governo di Blocco Popolare.

È la via più rapida e indolore per avanzare nella costruzione della società diretta dai lavoratori per i lavoratori, il socialismo, unica soluzione definitiva alla crisi profonda, acuta e irreversibile del capitalismo. Unica via per prevenire la guerra in cui gli imperialisti USA, UE e sionisti intendono farci sprofondare.

Che sia questo l’oggetto principale del dibattito tra le organizzazioni sindacali conflittuali e di base del nostro paese. Questo il contenuto profondo del grido di unità dei lavoratori avanzati del nostro paese, un grido che è alla ricerca di una bocca. Che i migliori esponenti dei sindacati di base e conflittuali, al di là della sigla sindacale di appartenenza, diventino quella bocca e se ne facciano promotori. Il futuro è di chi osa conquistarlo, di chi osa superare i propri limiti, di chi mette al centro gli interessi della classe operaia e del resto delle masse popolali nella loro lotta per il potere.

Organizziamoci e coordiniamoci per strappare ai padroni e ai loro scagnozzi la direzione del paese, per riorganizzare le attività economiche e il resto delle attività sociali conformemente ai bisogni delle masse popolari!

Difendiamo con ogni mezzo legittimo, anche se illegale, le aziende e i posti di lavoro da smantellamenti e delocalizzazioni, difendiamo il diritto di sciopero e di riunione, il diritto al Lavoro utile e dignitoso!

Cacciamo il governo Meloni e imponiamo dal basso, con la forza di chi si organizza in ogni fabbrica e quartiere, il “nostro” governo di emergenza, che ponga fine alla guerra e all’economia di guerra!

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