La Sezione di Firenze Peretola del Partito dei CARC esprime la sua massima solidarietà a Luca Giordano, autista di Autolinee Toscane e delegato sindacale Cobas Lavoro Privato, sanzionato e sospeso per 5 giorni da lavoro per aver denunciato pubblicamente i disservizi del trasporto pubblico fiorentino.
Quello che il compagno ha denunciato nell’intervista incriminata non è altro che l’evidenza della realtà che vivono quotidianamente lavoratori e utenti. Da quando la gestione del trasporto pubblico toscano è passata ad Autolinee Toscane (AT) un anno fa, in seguito al bando regionale imposto dall’ex governatore Rossi e dal PD, la situazione già critica dovuta alla precedente privatizzazione del servizio non ha fatto altro che peggiorare: ogni giorno attese infinite e sempre più corse che saltano per la pessima organizzazione a monte, difficoltà a trovare autisti a causa degli stipendi bassi, dei contratti farsa e delle vergognose condizioni di lavoro, disservizi di ogni tipo per chi usa l’autobus per spostarsi. Per “tenere insieme” tutto questo, l’azienda alimenta continuamente la guerra tra poveri (ci sono almeno 4 contratti interni diversi) e colpisce chi non china la testa a questo stato di cose, lotta e cerca di organizzarsi con i colleghi.
E sono le stesse amministrazioni comunali, a partire dal sindaco Dario Nardella, e il presidente della Regione Eugenio Giani a denunciare il fatto che il trasporto pubblico è un colabrodo e a fare la voce grossa contro Autolinee Toscane… salvo poi fare orecchie da mercante di fronte alle migliaia di richiami dei cittadini e alle mobilitazioni dei lavoratori, addirittura organizzando un evento per festeggiare il primo anno di attività dell’azienda lo scorso 3 novembre. Ma al doppiogiochismo di questi soggetti e del Partito Democratico in particolare siamo abituati.
Lavoratori come Luca, che da sempre si mobilita per difendere i diritti dei suoi colleghi, che è attivo nei coordinamenti cittadini come Ogni Giorno è il Primo Maggio, che è stato tra i fondatori del Comitato Lavoratori ed Utenti Autolinee Toscane, che porta avanti insieme ai Cobas la campagna Noi Non Paghiamo, vanno ringraziati, non repressi!
Chi porta alla luce lo stato disastroso del trasporto pubblico locale e si mobilita per trovare delle soluzioni è una risorsa per le masse popolari, ma è una spina nel fianco per i padroni e le istituzioni (che infatti non hanno spiccicato parola di fronte alla sua sospensione) perché punta il dito e indica che “il re è nudo”. Di fronte all’evidenza i padroni reagiscono nel solito modo, con la repressione, appellandosi all’odioso vincolo di fedeltà aziendale e denunciando i lavoratori per “danno d’immagine” (!), una norma che, non a caso, risale al fascismo ma che nessun governo “progressista” o sedicente tale ha mai cancellato, usata per cercare di cacciare delegati combattivi come quelli di USB alla CSO di Scandicci, come Simone Casella della Worsp di Pisa e tanti e tante altre che non accettano soprusi e malfunzionamenti in silenzio, che con la loro denuncia fanno un “servizio pubblico” visto che queste carenze hanno spesso ricadute su salute e sicurezza dei lavoratori e delle masse popolari.
Ma sono i lavoratori e utenti che devono denunciare AT per questo disastro, altro che danno d’immagine! Abbiamo visto bene durante il periodo del Covid quanto i vincoli di fedeltà aziendale abbiano contribuito a coprire o non far venir fuori i mille problemi della sanità pubblica del paese, con migliaia e migliaia di morti che ci saremmo potuti risparmiare se solo le istituzioni locali e nazionali avessero pensato a risolvere i problemi, invece che nasconderli inutilmente.
I lavoratori e il resto delle masse popolari non possono più accettare ricatti del genere! Di fronte alla privatizzazione selvaggia di tutti i servizi pubblici – dalla sanità, alla scuola, alla fornitura dell’energia con il progetto della Multiutility – è nostro preciso diritto e dovere far emergere i problemi e soprattutto mobilitarsi dal basso per porvi rimedio! Le conseguenze della gestione privata dei capitalisti con la connivenza e la partecipazione delle istituzioni della classe dominante sono evidenti ormai a tutti, in una città come Firenze costruita a uso e consumo dei turisti americani e ricchi, ma dove un proletario non sa se passerà il suo autobus per andare a lavorare o quando riuscirà a tornare a casa, non riesce a pagare le bollette e non sa nemmeno se riuscirà a curarsi se sta male. Questo è il prodotto della gestione criminale della classe dominante degli ultimi decenni.
Quindi, contro la repressione e lo sfacelo totale di ogni ambito della società in cui viviamo, la soluzione è l’organizzazione dal basso dei lavoratori e delle masse popolari, che si mobilitano e coordinano tra loro per porre un freno agli affetti della crisi generale del sistema capitalista. La solidarietà incondizionata a chi viene colpito dalla repressione è il primo passo per far valere la nostra forza, colleghi e utenti devono imporre ad AT il ritiro del gravissimo provvedimento disciplinare comminato a Luca: con presidi di lotta, lettere di protesta, denuncia dei dirigenti per i LORO disservizi continui! Il secondo passo è quello di fare rete tra le organizzazioni operaie e popolari cittadine, rafforzando quelle che già esistono e facendone nascere di nuove nei posti di lavoro, nelle scuole e università e nei quartieri: è questo che temono i padroni di AT! Oggi ogni azienda e ogni istituto scolastico sono potenzialmente dei focolai di lotta e la mobilitazione del Collettivo di Fabbrica GKN mostra come anche pochi lavoratori organizzati ma decisi a vincere possano tenere testa a fior fior di capitalisti e fondi speculativi internazionali, dando fiducia al resto della classe operaia del paese.
E allora ribadiamo la nostra solidarietà a Luca e ai Cobas Lavoro Privato di Firenze e invitiamo tutti a partecipare e sostenere le iniziative di mobilitazione che i lavoratori di AT vorranno organizzare. Invitiamo inoltre tutti a prendere parte allo sciopero generale del sindacalismo di base del prossimo 2 dicembre.
La solidarietà è un’arma, usiamola!
Abolire i codici e vincoli di fedeltà aziendale!
Sezione di Firenze Peretola del P.CARC