Avanti insieme, uniti nella lotta contro guerra e carovita, per la difesa di diritti, salario e posti di lavoro!
Aderiamo all’assemblea del 6 novembre a Roma e invitiamo a partecipare, un’assemblea indetta dai sindacati di base per continuare a costruire il più unitariamente possibile, come avviene ormai da oltre un mese, lo sciopero generale del 2 dicembre e la manifestazione nazionale del 3 dicembre affinché abbiano la migliore riuscita.
La guerra, gli attacchi di Confindustria e dei padroni, la continuazione dell’attuazione dell’agenda Draghi da parte del governo Meloni, hanno come conseguenza l’aumento insostenibile dei prezzi delle bollette energetiche e dei generi di prima necessità, il caro affitti. L’accelerazione dello smantellamento dell’apparato produttivo, dalla Whirlpool agli stabilimenti ex-Fiat, alla Wartsilia, Tim, e Alitalia, alimenta anche la continua precarizzazione e limitazione dei diritti e degli omicidi sul lavoro; si somma alla devastazione ambientale aggravata dalle tante Grandi Opere spesso inutili se non nocive come i nuovi rigassificatori, che cercano di installare a Piombino e Ravenna.
A questo disastroso corso delle cose corrisponde anche l’aumento della repressione, come quella che ha colpito i dirigenti del SI Cobas e Usb e i lavoratori della logistica di Piacenza; ci sono le cariche agli studenti della Sapienza e viene approvato in fretta e furia un decreto legge “anti-rave”, che in realtà mira a colpire la mobilitazione operaia e popolare e chiunque protesta contro questo sfascio.
Sono tutte dimostrazioni che la guerra è anche a casa nostra, ma anche che il nemico di classe è debole e ogni toppa che mette è peggiore del buco che ha causato: per questo usa la repressione. Sta a tutti noi allargare queste falle sempre di più e darci l’obiettivo di cacciarli tutti!
Infatti, le mille mobilitazioni in corso nel paese contro il carovita, per difendere i posti di lavoro, contro la devastazione ambientale come quella del 22 ottobre scorso a Bologna promossa dal Friday For Future, dai comitati ambientali e Collettivo di Fabbrica Gkn, le tante manifestazioni contro la guerra e quelle dei disoccupati come quella di Napoli del 5 novembre, rappresentano la parte sana del paese e la volontà di resistere e difendere le conquiste strappate con la lotta dalle masse popolari e dal movimento operaio dalla Resistenza in poi.
I sindacati di base sono parte integrante di questo percorso di lotta e devono diventarne sempre più protagonisti, farsi sempre più centro di riferimento degli elementi avanzati della classe operaia e delle masse popolari, di tutti coloro che sono alla ricerca di soluzioni a questa situazione. E se non sono con noi a lottare oggi, arriveranno domani!
In questo contesto si svolgerà un’assemblea che è un’ulteriore tappa del percorso unitario e del coordinamento dei sindacati di base alternativi e conflittuali cominciato dopo l’uccisione del sindacalista Adil Belakhdim; un percorso cominciato nel giugno 2021 e proseguito con gli scioperi dell’11 ottobre 2021 e quello dello scorso maggio. Un percorso positivo, ovviamente non privo di contraddizioni, ma necessario e da perseguire con tenacia e forza, compagni!
Infatti, la situazione oggettiva spinge alla convergenza e i lavoratori e le lavoratrici ne hanno bisogno per rafforzarsi e far fronte adeguatamente ai padroni e ai loro sbirri; pretendono unità (non solo dai sindacati di base, ma anche da noi comunisti) e dobbiamo lavorare per dargliela, continuando su questa strada.
E’ importante che l’assemblea si confronti sulle tendenze positive che già oggi esistono, rafforzano e alimentano l’unità contro gli attacchi della classe dominante, che favoriscono la partecipazione allargata dei lavoratori e delle masse popolari. Così come valutiamo positivamente che il 2 dicembre si svolgano, oltre allo sciopero, presidi, picchetti e manifestazioni locali con l’obbiettivo di far confluire tutti alla manifestazione di Roma del 3 dicembre promossa dal SI Cobas e dai movimenti di lotta, per intervenire in profondità nei rispettivi territori alimentando la lotta e il dibattito sul “che fare” qui e ora. Alla guerra dei padroni si risponde con un “piano di guerra”, quello degli operai, delle masse popolari e dei loro sindacati conflittuali!
Per contrastare la sfiducia di chi vede lo sciopero del 2 dicembre come l’ennesima liturgia autunnale, vanno promosse assemblee sui posti di lavoro con delegati e militanti di tutte le sigle; vanno fatti volantinaggi congiunti e in aziende, capitaliste e pubbliche, dove i sindacati stessi non sono presenti, lanciando azioni di lotta a cadenza settimanale da qui allo sciopero che non lascino respiro in particolare alle aziende che sulle speculazioni energetiche e sui beni essenziali stanno ingrassando: dobbiamo avere spirito di conquista, i margini e gli appigli ci sono tutti!
In questo senso, sono un esempio i compagni di “Ogni giorno Primo Maggio” di Firenze, coordinamento cittadino composto dai principali sindacati di base, comitati di lotta (per la Casa, contro il raddoppio dell’Aeroporto), partiti politici come P.CARC e PRC e singoli compagni e compagne che stanno già propagandando lo sciopero nei mercati rionali e fuori dai centri commerciali, che nelle prossime settimane saranno davanti ai cancelli delle fabbriche. Con questa loro attività, dimostrano concretamente in cosa consiste l’unità d’azione e la politica da fronte che servono.
Con la costruzione e realizzazione dello sciopero generale, si contribuisce a sviluppare l’azione anche sul terreno politico, grazie alla forza e il prestigio che le organizzazioni sindacali di base si costituiscono sempre più mettendo le mani nella pasta della lotta di classe. Così danno il loro importante contributo alla riscossa generale dei lavoratori e delle masse popolari, spingendo ad organizzarsi tutti i lavoratori compresi i precari, i cassintegrati, i disoccupati: tutti uniti contro il “governo della guerra” e per l’attuazione delle misure necessarie inserite nella piattaforma, per porre le basi della nuova governabilità dal basso che per noi consiste nell’imposizione di un governo di emergenza, che chiamiamo di Blocco Popolare. E’ la via più rapida e meno indolore per avanzare verso il socialismo, la soluzione strategica alla crisi profonda, acuta e irreversibile del capitalismo, per prevenire la guerra in cui gli imperialisti USA, UE e sionisti intendono farci sprofondare.
Organizziamoci e coordiniamoci per strappare ai padroni e ai loro scagnozzi la direzione del paese, per riorganizzare le attività economiche e il resto delle attività sociali conformemente ai bisogni delle masse popolari!
Difendiamo con ogni mezzo legittimo, anche se illegale, le aziende e i posti di lavoro da smantellamenti e delocalizzazioni, difendiamo il diritto di sciopero e di riunione, il diritto al Lavoro utile e dignitoso!
Cacciamo il governo Meloni e imponiamo dal basso, con la forza di chi si organizza in ogni fabbrica e quartiere, il “nostro” governo di emergenza, che ponga fine alla guerra e all’economia di guerra!