Sabato 22 ottobre, Bologna sarà protagonista di un’importante appuntamento della lotta di classe, regionale e non, di fase: il corteo “Convergere per insorgere” (concentramento P.zza XX Settembre – ore 15:00) co promosso dal Collettivo di Fabbrica della ex GKN di Campi Bisenzio (FI) e dal movimento ambientalista e contro le grandi opere locale (tra cui Assemblea No Passante Bologna, Fridays for Future e Rete Sovranità Alimentare Emilia-Romagna). A questa chiamata, in pochissimo tempo, ha risposto tutta la regione: decine e decine di gruppi, comitati, associazioni, organizzazioni popolari non solo hanno già aderito e rilanciato la data (a cui si è aggiunto anche il Movimento 5 Stelle), ma si sono anche fatti promotori di un’articolata e ampia campagna di iniziative territoriali di avvicinamento (qui il programma in continuo aggiornamento). Che lo spettacolo teatrale “Il capitale”, nel quale gli operai ex GKN sono attori e protagonisti, in scena in questi giorni nel bolognese sia andato tutto esaurito da settimane è ulteriore segnale del fermento in atto.
L’Emilia Romagna, terza regione d’Italia per consumo di suolo, è uno snodo politico ed economico nevralgico per il paese e per gli interessi della classe dominante: il Partito Democratico (PD), il partito del cemento, dirige attraverso un sistema clientelare, speculativo e mafioso che incide pesantemente sulla vita delle masse popolari. Dalle speculazioni delle multiutility (come ad esempio IREN e HERA), alle grandi opere inutili e dannose (come ad esempio l’ampliamento dell’aeroporto di Parma, i rigassificatori a Ravenna, l’area di Gavassa a Reggio Emilia e il Passante a Bologna), al controllo dei flussi della logistica, alla repressione dei lavoratori (basti pensare a Piacenza e Modena), allo smantellamento del tessuto produttivo (come i 70 licenziamenti alla Cazoo di Reggio Emilia) fino alla privatizzazione del sistema sanitario regionale e la chiusura degli ospedali (sempre più da autonomia differenziata secondo il modello lombardo). Ecco servita l’eccellenza del “modello emiliano” a firma PD: un modello di sviluppo che saccheggia il tessuto produttivo, sfrutta e reprime i lavoratori e devasta il territorio. In questo contesto, risulta quindi giusto e “naturale” che l’esperienza dei lavoratori ex GKN si sia qui saldata con il movimento ambientalista, ambito nodale della lotta di classe territoriale.
Fare fronte comune per scambiare esperienze, per elaborare e applicare le misure che servono e per far valere tutta la propria forza è la strada su cui proseguire. Infatti, sotto la parola d’ordine di “Non una data ma un processo”, la convergenza in essere tra settori e territori dimostra la vitalità della riscossa operaia e popolare regionale, termometro della consapevolezza crescente che l’unica soluzione al marasma attuale è quella di organizzarsi e coordinarsi, qui e ora, dal basso.
L’assemblea regionale, il 5 ottobre scorso in un’aula occupata dell’Università di Bologna, l’ha dimostrato: i partecipanti, arrivati da ogni angolo della regione, erano così tanti che molti sono rimasti in piedi e/o nel corridoio e la massiccia presenza di gruppi e comitati organizzati ha posto all’ordine del giorno il protagonismo popolare. Il fatto stesso che l’assemblea si sia svolta in un’aula occupata dimostra l’importanza del ruolo del movimento studentesco, che in città porta avanti la lotta contro la privatizzazione dell’università (sempre più concepita come esamificio) e contro il modello della “città più progressista d’Italia”, partendo proprio dalla conquista di spazi di socialità. Che anche gli studenti, quindi, portino la loro lotta in piazza il 22 ottobre. Studentesse, studenti: convergete e insorgete anche voi con il movimento ambientalista e i lavoratori!
È questa la miglior “fotografia” di questa rete di convergenza, e dell’aspettativa montante, che si sta tessendo in regione. Prova ne è l’adesione al corteo del movimento contro il carovita regionale in costruzione e in cui sta confluendo parte del Movimento NO Green Pass: dalla lotta e denuncia contro la gestione criminale della pandemia, sta ponendo sempre di l’accento sulla questione della guerra e della speculazione. È questo un esempio concreto di cosa significa “convergenza”, mettendo al centro le questioni politiche discriminati di fase, riportandole nei posti di lavoro, nelle piazze e nelle strade. È una lotta: infatti, solo con un duro dibattito, la parte avanzata del movimento bolognese, sulla scia del Collettivo di Fabbrica, ha di fatto imposto la necessità di superare le contrapposizioni (tra cui quella tra genere e classe) e mettere al centro la convergenza. Senza abbandonare il confronto sulle differenze, è quindi emersa come linea avanzata quella dell’unità d’azione.
In sintesi, da quest’assemblea è emersa la forte volontà di non fare del 22 ottobre un fine, ma di renderlo un mezzo e cioè una tappa di lotta e di fronte comune contro la guerra, la devastazione ambientale, le privatizzazioni e il carovita. Se si guarda già oggi allo sciopero generale indetto dai sindacati di base del 2 dicembre, ai sommovimenti nella CGIL di questo periodo e passando per l’altra tappa nazionale dell’Insorgiamo Tour del 5 novembre a Napoli, è chiaro che il 22 ottobre è sì una tappa di un processo. Discorso simile è tutt’ora in corso rispetto al tracciato del corteo al fine di bloccare la tangenziale: la discussione in materia è viva (con la Questura che cerca di dividere il fronte) ed è un elemento di dibattito che dà contenuto al fare di ogni lotta una questione di ordine pubblico, rimarcando (praticandolo) che è legittimo fare tutto ciò che va negli interessi delle masse popolari, anche se è illegale. La decennale lotta del Movimento NO TAV in Val di Susa l’ha insegnato e dimostrato in grande stile.
Questi primi, luminosi, risultati portano in dote un’utile prospettiva, una conferma: la centralità della classe operaia e del suo ruolo rivoluzionario che, quando si muove, trascina con sé il resto delle masse popolari diventandone baricentro. Operaie, operai. Siete la spina dorsale della riscossa! “Per questo, per altro e per tutto” ci rivolgiamo ai lavoratori, scarsamente presenti il 5 ottobre, ovunque collocati: venite, convergete, partecipate e insorgete al fianco del movimento popolare il 22 ottobre! D’altronde, solo con l’organizzazione e la lotta, unendosi al movimento comunista che rinasce, si può costruire una società, quella socialista, in cui tutte le istanze (comprese anche quelle di genere) possono essere pienamente realizzate.
È necessario abbandonare la logica “degli orticelli e degli steccati” e fare già oggi di ogni azienda, capannone, scuola, ospedale, quartiere e città centrali di un nuovo potere che diriga il paese, quello della classe operaia e delle masse popolari organizzate. Mettersi in contatto con le organizzazioni promotrici, partecipare alla manifestazione, entrare a far parte delle reti di convergenza nazionale con GKN, Noi non paghiamo, eccetera è un passo concreto da poter fare subito!
Non aspettare che la situazione generale si aggravi (perché si aggraverà): non aspettare che si insedi il prossimo governo delle Larghe Intese e dell’Agenda Draghi per prendere in mano l’iniziativa. Aderire a e organizzare subito campagne, quanto più organiche e coordinate, contro il carovita, la NATO, lo smantellamento dell’apparato produttivo, delocalizzazioni e gli scempi ambientali in ogni dove così da avanzare verso un governo che faccia realmente, perché propria e diretta espressione, gli interessi delle masse popolari, un governo di emergenza popolare!
Come Partito dei CARC convergeremo su Bologna il 22 ottobre: il nostro spezzone è a disposizione di chiunque voglia tenere alta la bandiera rossa della riscossa, come la storia della lotta di classe dell’Emilia Romagna ci insegna. Contattateci per partecipare insieme al corteo!
Che la riscossa parta dall’organizzazione operaia e popolare. Che si moltiplichino iniziative e mobilitazioni diffuse e capillari. Che la manifestazione del 22 ottobre sia un’occasione per convergere, organizzarsi e rafforzare il movimento delle masse popolari. Che l’esempio del Collettivo di Fabbrica della ex GKN diventi strumento materiale per insorgere anche in Emilia Romagna!
La Segreteria Federale Emilia Romagna del P. CARC