Da fine estate, le iniziative di lotta contro il carovita e il carobollette (così come quelle contro la guerra e la devastazione ambientale) si sono moltiplicate: da Nord a Sud, il paese è stato ed è attraversato da proteste, presidi e manifestazioni. Per dare prospettiva a questo sommovimento e per far valere la forza dal basso, nel prossimo periodo occorre riprendere, estendere e coordinare le iniziative di lotta per non dare respiro alle istituzioni e ai governi della classe dominante. Coordinarsi in un fronte unito è la strada da intraprendere: la nascita di vari coordinamenti popolari è un fatto tanto positivo quanto nociva è la contrapposizione, concorrenza tra gruppi e reti. Le divisioni, lo sappiamo, fanno solo il gioco di speculatori e politicanti. In questo, un esempio positivo, anche nella nostra regione, è la trasformazione in corso del Movimento NO Green Pass che in questa fase sta legando la questione dell’opposizione alla gestione criminale della pandemia alla guerra e al carovita. Un legame questo che pone le basi per allargare ed elevare il movimento di protesta, contribuendo a far sì che le questioni politiche discriminanti di fase vivano nelle piazze, nelle aziende e nelle scuole.
Infatti, quel che serve oggi, stante la situazione di straordinaria gravità in cui siamo immersi, è costruire un fronte comune che metta al centro, e si dia i mezzi per realizzare qui e ora, gli interessi delle masse popolari perché ciò che succederà nei prossimi mesi sarà quello che le masse popolari organizzate faranno succedere.
In questo contesto, la lotta contro il carovita è un ambito particolarmente di prospettiva perché 1. incide direttamente sulla vita di milioni di uomini e donne che devono e dovranno oggettivamente trovare e applicare soluzioni concrete, 2. consente di prendere misure immediate senza farsi legare le mani dalle regole e leggi della classe dominante (come ad esempio autoriduzioni, occupazioni di immobili, spese proletarie eccetera) e 3. è direttamente legata con la lotta alla guerra e alla difesa dell’ambiente. A questo fine, è essenziale alimentare e fomentare un’ampia mobilitazione nelle piazze, nelle aziende, nelle scuole e nei quartieri per impedire che il governo Draghi (ancora in carica), il governo di centro destra di Meloni & Co. (la sostanza non cambia) che va formandosi e l’amministrazione Bonaccini continuino la politica di lacrime e sangue a danno delle masse. Dobbiamo organizzarci dal basso!
In Emilia Romagna, queste tematiche sono diventate sempre più centrali nella lotta di classe regionale stante il fatto che ci troviamo nel sistema, clientelare e mafioso, del PD e dei suoi tentacoli, a partire dalle multiutility IREN ed HERA, baluardi della speculazione sfrenata a beneficio di capitalisti, affaristi e politici ma a danno di utenti e lavoratori. Se a questo aggiungiamo la devastazione ambientale (cavallo di battaglia del PD locale) con, ad esempio, il rigassificatore a Ravenna e il passante a Bologna è chiaro che la soluzione alla crisi in corso non può arrivare da chi ci ha portato nel baratro. Il denso calendario di mobilitazioni, assemblee, banchetti del prossimo periodo è un segnale importante: ogni iniziativa e attività che contribuisce a rendere ingestibile il paese al governo delle Larghe Intese e alle autorità borghesi è positiva e per questo è fondamentale agire in ogni territorio in maniera quanto più possibile coordinata.
I falò delle bollette promossi nell’ultimo mese sono state iniziative dimostrative fondamentali: ora si tratta di trasformare queste scintille in fuoco che brucia la prateria e solo l’organizzazione territoriale può realizzare ciò. L’assemblea pubblica dell’8 ottobre promossa da “Noi Non Paghiamo – Emilia Romagna” a Bologna (ore 16:00 a Corte3 in via Nicolò dall’Arca, 34) è quindi un’occasione importante per tessere unità d’azione, per costruire organizzazione e coordinamento e per sviluppare sano dibattito politico.
Le condizioni minime per realizzare questa prospettiva ci sono tutte sui nostri territori. Che fare?
La campagna, promossa dal Codacons, “Pagheremo appena potremo” che prevede di pagare solo il 20% dell’importo delle bollette e la stessa campagna “Noi Non Paghiamo” sono iniziative nazionali già strutturate (questa seconda sta radicandosi anche qui in Emilia Romagna in diverse città) ma stante il loro, per il momento, limitato raggio d’azione, l’adesione in massa a queste campagne è già di per sé un segnale importante. Che si estendano quanto più possibile è un primo, immediato, obiettivo e strumento pratico per avanzare.
Altro piano è quello di sviluppare una rete di banchetti e sportelli contro il carovita in ogni quartiere e territorio in cui abbiamo la forza per farlo (come dimostra l’Avvocamper, promosso da PLAT, a Bologna). Sportelli che propagandano le iniziative di lotta, che promuovono il ritiro della domiciliazione bancaria per il pagamento delle bollette e le campagne di autoriduzione. È questo l’aspetto decisivo per rendere capillare la campagna contro il carovita, per estenderla al grosso delle masse popolari, per passare con le autoriduzioni a imporre direttamente e dal basso le misure che le istituzioni borghesi non vogliono né possono prendere.
Creare momenti periodici ma ordinari di scambio di esperienze (di stimolo per altri) è un’ulteriore misura concreta per estendere le pratiche più avanzate (come il già citato Avvocamper), per trovare insieme le soluzioni e le misure e per fare rete e fronte comune da Ravenna a Piacenza, dai disoccupati, ai circoli ARCI fino ai piccoli commercianti!
“Oltre” l’autunno caldo: sono anni che la situazione è “rovente”, non attendiamo e aspettiamo oltre!
L’instabilità e l’ingovernabilità politiche del paese aumentano: dobbiamo approfittarne per avanzare verso un governo di emergenza delle masse popolari organizzate. Partiamo dalle masse popolari già organizzate e dalla pratica per usare TUTTE le mobilitazioni del prossimo periodo a questi fini, partendo dal carovita e andando oltre il carovita perché il problema è la gestione dei territori e del paese intero. È fondamentale e necessario legarsi ad ogni tipo di mobilitazione operaia e popolare così da far valere tutta la forza dal basso!
Convergiamo: già con l’occhio rivolto allo sciopero generale del 2 dicembre, per tutte le realtà presenti all’assemblea dell’8 ottobre a Bologna e allargando ad altre, è fondamentale fare propria la naturale confluenza nella giornata del 22 ottobre, data in cui la GKN e il movimento ecologista saranno in corteo a Bologna.
Valorizzare i risultati delle elezioni per rafforzare la resistenza delle masse popolari, costruire il fronte anti Larghe Intese e creare le condizioni per il Governo di Blocco Popolare!
Organizzarsi e coordinarsi in ogni città e quartiere!