Wärtsilä: una prima posizione conquistata dagli operai

La lotta degli operai Wärtsilä di Trieste contro la chiusura della linea produttiva dei motori navali, che lascerebbe a casa 451 lavoratori su 970, ha conseguito un’importante vittoria.

Come avvenne anche nel caso GKN, anche qui i lavoratori hanno vinto il ricorso presentato in tribunale per attività antisindacale! La procedura di licenziamento collettivo è stata revocata e l’azienda condannata a risarcire ogni sigla sindacale coinvolta con il versamento di 50mila euro per danno d’immagine.

Chiaramente la lotta non finisce qui e i lavoratori lo sanno. Come giustamente evidenziano i componenti del Collettivo Lavoratori Wärtsilä e del Coordinamento Presidio Wärtsilä, la strada è ancora lunga.

Come si è arrivati a questo primo risultato? Se ripercorriamo le tappe del mese di settembre è evidente che esso è frutto dell’organizzazione, dell’unità dei lavoratori nel perseguire l’obiettivo di salvaguardare la produzione e i posti di lavoro e del collegamento tra le lotte presenti sul territorio.

Il 1 settembre al presidio si tiene un incontro con i lavoratori di altre aziende triestine in lotta, la Flex e la Tirso, per definire un percorso comune.

Il 2 settembre, sotto la spinta della mobilitazione operaia, la Regione Friuli Venezia Giulia presenta un ricorso contro l’azienda, parallelo a quello sindacale, richiamandosi alla recente normativa in tema di contrasto alle delocalizzazioni. Il ricorso regionale è però dichiarato inammissibile mentre viene accolto quello sindacale.

Il 3 settembre si tiene a Trieste una grande mobilitazione in sostegno alla lotta degli operai a cui prendono parte 15mila persone. La città di Trieste è con la classe operaia! Sono presenti anche una delegazione del Collettivo di Fabbrica GKN, che fin dall’inizio ha sostenuto la lotta, e una delegazione dei lavoratori del porto di Trieste, che in solidarietà con la Wärtsilä si rifiutano di caricare sulla nave UHL Fusion 12 motori navali prodotti in azienda e destinati alla Daewoo in Corea.

Il 7 settembre si svolge un incontro al MISE in cui l’azienda propone un fumoso piano di mitigazione per la gestione di quelli che ritiene esuberi. L’ipotesi viene respinta con decisione dai lavoratori che dichiarano di non accettare soluzioni che comportano la compromissione dei livelli occupazionali e produttivi dell’azienda.

Il 9 settembre il Collettivo Lavoratori Wärtsilä si reca al presidio degli operai Flex, per sostenere la loro vertenza contro il licenziamento di 80 lavoratori a cui non è stato rinnovato il contratto (in alcuni casi dopo anche 10 anni di servizio precario!).

Il 13 settembre l’azienda manda comunque ai sindacati il piano di mitigazione, che di nuovo viene rigettato e definito irricevibile.

Il 14 settembre il Collettivo Lavoratori Wärtsilä organizza una protesta spontanea, fermando lo stabilimento e tenendo un corteo interno alla fabbrica, per rimarcare il ruolo attivo dei lavoratori nella vertenza e la loro volontà di non firmare cambiali in bianco ai vertici sindacali. Nella stessa giornata il Collettivo annuncia il suo sostegno al Comitato No Ovovia (che si oppone alla costruzione di un’inutile opera speculativa con i soldi del PNRR) e la sua partecipazione allo sciopero per il clima del 23 settembre promosso da Fridays For Future.

Il 20 settembre la nave UHL Fusion lascia Trieste a stiva vuota, senza i 12 motori che doveva ritirare! La determinazione e la solidarietà dei portuali hanno segnato un punto importante per la vertenza.

Il 23 settembre arriva la notizia che il ricorso per attività antisindacale è stato accolto.

Anche se questo primo risultato non è privo di contraddizioni, dal momento che non tutela i lavoratori che in azienda lavoravano in appalto, fornisce comunque alla vertenza una nuova base di partenza. La strada è lunga, come dimostra anche lo sviluppo della vertenza della GKN di Firenze, ma l’esperienza già consegna insegnamenti e conferme preziose.

La prima è che la determinazione e la costruzione di un fronte ampio sono elementi essenziali per vincere ogni battaglia. La seconda è che quando la classe operaia dà il la alla lotta, tutte le masse popolari sono spinte a seguirla. È sempre suo il ruolo principale nella trasformazione della società!

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