Il Vaticano e le prossime elezioni

È senza nessuna incertezza e sulla base dei fatti che affermiamo che la Chiesa di Roma è il gruppo di potere economico e politico più influente nel nostro paese ed è di fatto il governo occulto e di ultima istanza a cui le istituzioni italiane obbediscono. A dimostrazione di questa tesi prendiamo in considerazione due fatti, accaduti di recente e a poche settimane dalle elezioni: il meeting riminese di Comunione e Liberazione del 20-25 agosto e l’assemblea annuale di Confindustria del 12 settembre che, come di consueto, si è svolta in Vaticano.

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Intervento di Andrea De Marchis al presidio del coordinamento Unità Popolare per la celebrazione della breccia di Porta Pia

Il convegno di Rimini, che va avanti dal lontano 1980, è stato un evento di primo piano nella campagna elettorale, nessun altro evento, infatti, ha potuto vantare una simile partecipazione di esponenti politici (tant’è che sorge spontanea la domanda: siamo al meeting di Comunione e Liberazione o a Palazzo Chigi?) tra cui: il segretario del Partito democratico Enrico Letta, la presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, il segretario della Lega Matteo Salvini, il vicepresidente di Forza Italia Antonio Tajani, il presidente di Italia viva Ettore Rosato, il leader di Impegno civico Luigi Di Maio e il capo politico di Noi Moderati Maurizio Lupi. E ancora Carlo Calenda, Enrico Giovannini, Andrea Orlando, Roberto Speranza, Mariastella Gelmini, Giancarlo Giorgetti, Giuliano Amato e Paolo Gentiloni. E se non bastasse la nutrita schiera già citata, i presidenti delle regioni Stefano Bonaccini (Emilia-Romagna), Attilio Fontana (Lombardia), Eugenio Giani (Toscana), Nello Musumeci (Sicilia), Donatella Tesei (Umbria), Giovanni Toti (Liguria), Francesco Acquaroli (Marche) e Maurizio Fugatti (Provincia di Trento) hanno fatto carte false per partecipare al convegno, gentilmente e disinteressatamente patrocinato da Intesa San Paolo e Eni (come quasi tutte le iniziative del meeting),  in cui si sono confrontati sul PNRR “un piano di ricostruzione ancora maggiore di quello del Piano Marshall dopo la seconda guerra mondiale. Riusciremo a smentire chi già da tempo pronostica un fallimento su tutta la linea?”. Ovviamente, in quest’ammucchiata di esponenti politici non poteva mancare Mario Draghi, accolto da un’ovazione di sette minuti che ha fatto ben intendere “che chiunque avrà il privilegio di governare saprà rappresentare lo spirito repubblicano che ha animato dall’inizio il nostro esecutivo […] L’Italia è paese fondatore di Ue, protagonista del G7 e della Nato. Protezionismo e isolazionismo non coincidono con il nostro interesse nazionale”.

Alla luce di questo teatrino andato in scena a Rimini, a questa via crucis incessante di politici pronti a prostrarsi e mossi dall’intento di accreditarsi a un sistema di potere, quello del Vaticano, che non è secondo a nessuno nel nostro paese, e se ancora ci fossero dei dubbi, se i vari convegni, i dibattiti (e presumiamo legittimamente gli incontri a latere) avessero lasciato spazio ai dubbi sull’ingerenza della Chiesa di Roma nelle questioni politiche, ci pensa proprio Comunione e Liberazione a chiarire le cose con il documento “In cammino verso il bene comune”  in cui sono indicati nel dettaglio i criteri fondamentali per affrontare le elezioni politiche del 25 settembre.

Il secondo fatto, nel solco di quello precedente, è stato lo svolgersi dell’assemblea annuale di Confindustria dal palcoscenico privilegiato dell’Aula Paolo VI in Vaticano dove si sono riunite all’incirca cinquemila industriali con relative famiglie e in occasione della quale Papa Bergoglio ha indicato agli imprenditori presenti le principali “sfide” da affrontare.

Se non sapessimo dei traffici, delle speculazione e dell’ipocrisia in cui la Chiesa di Roma sprofonda inesorabilmente farebbe ridere di per sé che sia proprio la casa di Dio ad accogliere gli uomini e le donne di Confindustria che delle masse popolari (e quindi anche dei fedeli) fanno carne da macello peggiorandone giorno dopo giorno le condizioni di vita e di lavoro, ma fortunatamente non ci illudiamo: la propaganda “socialisteggiante” di Bergoglio è per l’appunto vuota propaganda fatta di false promesse che promuove rassegnazione (siamo tutti in attesa di un mondo migliore d’altronde) e nasconde ben altri interessi e malefatte. E quindi via libera al Bonomi di turno che a capo chino si reca in Vaticano con il suo seguito di industriali e imprenditori a ricevere la lezione dal Papa secondo cui “le grandi sfide della nostra società non si potranno vincere senza buoni imprenditori” poiché d’altronde “la ricchezza chiama a responsabilità: una volta che possiedo dei beni, su di me grava la responsabilità di farli fruttare, di non disperderli, di usarli per il bene comune […] Le tasse sono anche una forma di condivisione della ricchezza”.

Ecco la solita litania di Papa Bergoglio, criticare gli eccessi del capitalismo parlando di equa distribuzione quando si è a capo di uno dei più potenti gruppi imperialisti mondiali con proprietà e ricchezze sparse in tutto il mondo, esenti tasse, ad uso e consumo di pochi eletti. Bonomi dal canto suo rassicura il Papa e precisa che le “infime retribuzioni” non riguardano in alcun modo il mondo dell’Industria perché il settore in Italia è assolutamente estraneo a qualsiasi forma di “sfruttamento” e ringrazia “di cuore” il Pontefice per avere ricevuto le imprese “luoghi vivi della comunità” auspicando, tra gli applausi della platea “una benedizione di cui abbiamo tanto bisogno”. La messa è finita, andate in pace, verrebbe da concludere così il tragicomico siparietto. In realtà la questione è da prendersi seriamente.

Sulla base di questi due semplici esempi, infatti, e considerando che a pochi settimane dalle elezioni  i principali esponenti politici delle Larghe-Intese e il presidente di Confindustria si sono affannati per ricevere le direttive e il plauso del Vaticano, torniamo ora a dire, come scritto all’inizio di questo articolo, che la Chiesa di Roma è il gruppo di potere economico e politico più influente nel nostro paese ed è di fatto il governo occulto e di ultima istanza a cui le istituzioni italiane obbediscono  per avere man forte nel formare un Parlamento ben più sottomesso all’agenda Draghi di quanto sono riusciti a fare in passato, in sintesi per portare avanti il programma comune di lacrime e sangue contro le masse popolari.

Per questi motivi è preciso dovere dei comunisti italiani ragionare sul ruolo del Vaticano e farvi fronte: la sua eliminazione è un compito particolare per il movimento comunista italiano perché non è possibile fare dell’Italia un nuovo paese socialista senza eliminare questo cancro che divora il paese!

Per ricacciare indietro le ingerenze del Vaticano e imporre un governo d’emergenza delle masse popolari organizzate, il Governo di Blocco Popolare!
10, 100, 1000 mobilitazioni per rendere ingovernabile il paese!
Liberarsi della cupola del Vaticano. Liberarsi dagli oppressori, conosciuti e occulti!

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