Rilanciamo a seguire una testimonianza inviataci da una compagna su Unione Popolare, Green Pass e gestione autoritaria della pandemia. Buona lettura!
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Compagni,
vi riporto un aneddoto rispetto a quanto scrivete – ad esempio nel comunicato con le indicazioni di voto per Unione Popolare – sull’opportunità/necessità che Unione Popolare prenda una posizione chiara contro la gestione criminale della pandemia, in particolare Green Pass e obbligo vaccinale.
Alla manifestazione contro la NATO a Ghedi abbiamo posto apertamente la questione a Yana Ehm (che con Simona Suriano ha fatto un’ispezione parlamentare nella base). Lei ha specificato che a livello personale – e come gruppo parlamentare di Manifest@ – si è sempre opposta alla criminalizzazione del movimento NO Green Pass e alla persecuzione dei lavoratori e ha ribadito il suo sostegno al movimento popolare. È stata allora incalzata ad allargare il ragionamento sui temi del controllo digitale, ma ha affermato che sono dinamiche talmente ampie e dispiegate a livello internazionale che ha anche poco senso provare a opporvisi…
Sul motivo della mancanza di un discorso chiaro sul Green Pass e sull’obbligo vaccinale nel programma di Unione Popolare ha invece tergiversato.
Sui suoi tentennamenti si è inserita una compagna del PRC (che non conoscevo), affermando che le lacune del programma erano dovute al “poco tempo a disposizione per formularlo”, cosa che è stata contestata e ciò ha spinto la compagna ad ammettere che dentro UP ci sono posizioni diverse, ad esempio lei sarebbe a favore dell’obbligo vaccinale.
Compagni, vi scrivo non per dare un qualche giudizio su quanto espresso da Yana Ehm o dalla compagna del PRC, ciò che voglio mettere in evidenza è proprio la necessità che in UP si apra rapidamente un dibattito serio, franco, alla luce del sole su questi argomenti. Un dibattito che deve condurre quella coalizione a prendere una posizione netta di condanna della gestione criminale della pandemia fatta dal governo Conte 2 e dal governo Draghi, una posizione di solidarietà e sostegno a tutti quei lavoratori che sono stati sospesi e criminalizzati (per i lavoratori della sanità quella discriminazione è ancora in vigore e nessuno ne parla!).
Probabilmente il dibattito viene eluso per calcoli di tipo elettorale, ma in definitiva tenere sotto il tappeto ciò che invece deve emergere (ed emergerà) è un modo per minare il processo di costruzione dell’unità di cui invece c’è bisogno: senza chiarezza su questi temi, il percorso dopo il 25 settembre sarà ben più accidentato!
Onestamente non conoscevo la posizione di Yana Ehm e devo dire che l’ho apprezzata, almeno nella misura in cui ha dichiarato sostegno ai movimenti popolari. Non ho apprezzato il passaggio in cui ha sostanzialmente detto che su alcune cose è inutile mobilitarsi perché “sono già decise” o “troppo più grandi di noi” (non ha usato queste parole: questo è quello che ho recepito). Ma su questo non mi sento di farle una critica, piuttosto mi sento di spronarla ad avere più fiducia. E, mi permetto, più coraggio: quello necessario per portare a galla il dibattito sui temi della pandemia perché, diciamolo chiaramente, nessuna forza che abbia sostenuto direttamente o incidentalmente le politiche della classe dominante può pretendere fiducia da parte delle masse popolari!
FM