Si terrà sabato 17 settembre alle 14.30, a una settimana dalle elezioni politiche, l’iniziativa promossa dall’Associazione Nazionale Vittime dell’Uranio Impoverito (ANVUI), Centro Sociale 28 Maggio – Rovato (BS), Donne e uomini contro la guerra – Brescia e dal Centro di documentazione “Abbasso la guerra”: un presidio popolare ai cancelli dell’aeroporto militare di Ghedi (BS) con ispezione all’interno della aerobase effettuato da una delegazione parlamentare per ora composta dalla On. Simona Suriano e la On. Yana Ehm.
Alla base della mobilitazione la necessità di mettere al centro della campagna elettorale il tema della guerra con parole d’ordine chiare: Fuori l’Italia dalla NATO!, Contro la partecipazione dell’Italia a tutte le guerre in corso!, Soldi per fare fronte alla crisi economica e ambientale e al carovita anziché per le spese militari!; Per sanità e istruzione pubbliche e di qualità, la lotta al carovita, per le bonifiche ambientali necessarie e gli investimenti per la lotta alla crisi climatica, per la creazione di posti di lavoro, per i lavori pubblici realmente necessari al paese e un reddito dignitoso per tutti/e!
Contemporaneamente si svolgerà a Iglesias (CA) una manifestazione di appoggio al presidio di protesta all’aeroporto militare di Ghedi (BS), organizzata dal Comitato riconversione RWM – Iglesias, Cagliari Social Forum, COBAS Scuola – Cagliari, Comitato Spontaneo di Autodifesa “Sa Defenza”, Comunità “La Collina” – Serdinia, Unione Sindacale di Base – Cagliari, Coordinamento Provinciale “Prepariamo la Pace” – Cagliari. Il Corteo si snoderà da Piazza Q. Sella per le vie della città nella quale l’azienda RWM Italia, che ha sede centrale proprio a Ghedi, produce grosse bombe da aereo e droni kamikaze su licenza israeliana.
Sugli stessi temi e nella stessa giornata Unione Popolare ha organizzato invece un presidio di protesta davanti alla base USA di Aviano (PN), alle ore 14.30.
Venerdì 16 settembre invece si svolgerà a Vicenza alle 16.00, in viale Sant’Agostino 130, angolo via Arsenale, un sit – in di protesta organizzato da Assemblea Vicenza, No Guerra No NATO, CUB – Confederazione Unitaria di Base e USB – Unione Sindacale di Base, in concomitanza della convention nella quale si riuniranno i vertici di Confindustria e contro la presenza di basi militari sul territorio vicentino da cui partono le missioni USA e NATO nell’Europa sud – orientale.
È prevista poi per giovedì 22 settembre alle 17.30 la mobilitazione organizzata dalla Federazione Toscana del P.CARC davanti alla base di Camp Derby (PI), il più grande deposito di armamenti USA esistente nel mondo e avamposto delle guerre al soldo della NATO a due passi dalle città di Pisa e Livorno.
Tutte le mobilitazioni contro la guerra che si svolgeranno nel corso dei prossimi giorni, hanno un denominatore comune: trasformare la campagna elettorale in un ambito di lotta e mobilitazione contro la sottomissione del nostro paese agli USA e alla NATO e contro l’attuazione dell’agenda Draghi, fatta di spese militari, militarizzazione dispiegata dei territori, partecipazione alle guerre, carovita, privatizzazione dei servizi essenziali e smantellamento dell’apparato produttivo del paese.
Tutti i candidati delle liste che si dichiarano contro l’agenda Draghi, appartenenti ad associazioni, sindacati e comitati che da anni lottano contro l’invasione USA e NATO e contro la partecipazione dell’Italia alle loro guerre, devono sentirsi chiamati a partecipare a iniziative come quelle qui elencate e a farsene promotori a loro volta, per tradurre i programmi, in alcuni casi anche radicali rispetto al tema della guerra, in azioni radicali.
Per uscire dalla NATO e porre fine alla sua dominazione sui nostri territori, le dichiarazioni di intenti non bastano, come non basterà questa campagna elettorale per quanto di rottura possa essere. La verità però è che fare dei passi in avanti nella lotta alla NATO oggi è necessario e anche possibile. Uno di questi è portare avanti una campagna elettorale di organizzazione, mobilitazione e lotta volta a ad alimentare la lotta contro la guerra, e far entrare in Parlamento il maggior numero possibile di eletti ostili al governo Draghi e alle politiche criminali della NATO cui le autorità italiane sono sottomesse.
Questi avranno l’onere di mettere i bastoni tra le ruote all’attuazione della sua agenda sostenendo, promuovendo e alimentando la mobilitazione popolare, decisa a portare a termine la battaglia per riconquistare i territori oggi ancora servitù militari USA e NATO, contro le spese militari e la partecipazione del nostro paese alle guerre imperialiste, contro il carovita, la privatizzazione di servizi essenziali e lo smantellamento dell’apparato produttivo.