Solidarietà a Juan Antonio Sorroche Fernandez

Esprimiamo la nostra solidarietà al militante anarchico Juan Antonio Sorroche Fernandez, condannato a inizio luglio dai giudici della Corte d’Assise di Treviso a ben 28 anni di reclusione perché considerato “colpevole di attentato a fini terroristici ed eversivi e di fabbricazione e porto di ordigni esplosivi” per aver collocato, nell’agosto del 2018, due ordigni rudimentali al K3, storica sede della Lega di Villorba, nel trevigiano.

Per arrestare Juan è stata messa in campo un’imponente operazione di polizia, con pedinamenti e uso di visori ad infrarossi per monitorare i boschi della zona; il processo è stato svolto in un tribunale “blindato” e i partecipanti al corteo di solidarietà svoltosi l’11 giugno sono stati identificati e minacciati di denuncia. Un uso quindi ingente di risorse e mezzi eppure nei fatti c’è stata solo l’esplosione di una bomba carta all’esterno della sede della Lega e il ritrovamento di un secondo ordigno inesploso, tant’è che l’accusa di tentata strage è caduta.

Juan per questo è stato condannato a 28 anni di galera mentre nel nostro paese chi le stragi le provoca davvero non fa neanche un giorno di prigione. Della Lega è ad esempio Attilio Fontana, responsabile della gestione criminale della pandemia in Lombardia e in particolare della strage di anziani nelle RSA in cui ordinò di trasferire i malati di Covid. Contro di lui non c’è stata nessuna operazione di polizia, nessuna misura cautelare, e l’inchiesta è stata presto archiviata. Lo stesso vale per il crollo del ponte Morandi, per la funivia del Mottarone, per l’incidente ferroviario di Viareggio, per le morti da eternit, per l’ecatombe di migranti nel Mediterraneo e tante altre stragi contro le masse popolari i cui colpevoli, tutti esponenti o servi della classe dominante, restano impuniti.

Questa è la giustizia borghese: un’arma con cui la classe dominante opprime le masse popolari e punisce chi si ribella al suo arbitrio. Ma è un’arma spesso spuntata, perché ogni attacco repressivo è anche occasione per sviluppare la solidarietà, il coordinamento e la mobilitazione.

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