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Il 1°Maggio 2022 si è svolto, al circolo Arci Tunnel di Reggio Emilia, il concerto della band P38, un gruppo presente sulla scena musicale già da tempo e che ha adottato nel suo linguaggio e nelle sue scenografie il richiamo alle Brigate Rosse come provocazione artistica. All’indomani del concerto, sia il gruppo che il presidente del Tunnel, Marco Vicini, sono diventati dei criminali da perseguire legalmente.
Il fatto che a maggio ricorresse la “Giornata della memoria delle vittime del terrorismo” e il 44° anniversario dell’omicidio di Aldo Moro con un fitto calendario di celebrazioni, li ha resi bersaglio perfetto della canea mediatica e di un’inchiesta per “istigazione a delinquere”.
In un paese in cui continuano a restare nell’ombra le responsabilità dello Stato e dei suoi “apparati” tanto nelle uccisioni di suoi “servitori” (come Enrico Mattei, Falcone e Borsellino) che nelle varie stragi che hanno insanguinato l’Italia commissionate ai terroristi neri (strage di Piazza Fontana, della stazione di Bologna, ecc.) e in cui le torture inferte negli anni Settanta e Ottanta ai rivoluzionari catturati sono tanto ammesse quanto giustificate, si sperperano soldi pubblici con indagini a carico di “pericoli pubblici” di tale caratura e si smuovono istituzioni comunali, prefetture e questure per fare loro terra bruciata attorno.
Dal 1° Maggio, al gruppo P38 è di fatto impedito di tenere concerti. Non solo perché chi organizza gli eventi si fa mille problemi e ha mille remore, ma anche perché laddove le remore vengono superate, intervengono direttamente le autorità a minacciare multe, denunce e rappresaglie, come nel caso del festival Festina Lente di Bacoli (Napoli) attenzionato niente di meno che dal Ministero degli Interni. Il circolo Arci Tunnel è stato oggetto della rappresaglia dell’Amministrazione Comunale: controlli continui, multe pretestuose, minaccia del ritiro della licenza con un pretesto.
Mentre gruppi musicali di destra si esibiscono in feste neofasciste senza che venga imputata loro l’apologia di fascismo, alla P38 è contestata l’istigazione a delinquere. Mentre in Sardegna il rapper Bakis Beks è stato condannato per oltraggio alle forze dell’ordine per un brano contro i poligoni militari, chi canta testi che inneggiano alla violenza sulle donne e agli stupri merita tutt’al più una nota pubblica di sdegno.
Il problema della disparità di trattamento non sta evidentemente nell’arte estrema, ma nel messaggio che essa veicola che viene punito o permesso sulla base di quanto è funzionale agli interessi della classe che sta portando il paese allo sfascio.
Anche la denuncia per istigazione a delinquere contro Marco Vicini è dimostrazione del fatto che la canea mediatica e l’inchiesta stessa sono uno strumento politico: con il pretesto di essere “l’organizzatore del concerto del 1° Maggio” Marco è stato denunciato per colpire un militante che lavora quotidianamente a Reggio Emilia a sostegno delle lotte operaie e popolari e per l’unità dei comunisti.
La realtà è che oggi nel nostro paese i responsabili dello sfacelo economico sociale e politico in cui siamo immersi sono all’attacco sul diritto di espressione e di parola di chi in qualsiasi modo si fa portatore di una visione del mondo diversa e ancor più di chi si organizza per contrastare lo stato di cose presenti e aprire alla prospettiva.
Lo dimostrano, in modo diverso, anche le liste di proscrizione dei presunti “filo-Putin” pubblicate dal Corriere della Sera (i giornalisti, attivisti e intellettuali che non si genuflettono alla propaganda di regime che a tutti i costi spinge per il sostegno attivo alla politica di guerra promossa da Usa e Nato) o i licenziamenti dei lavoratori che denunciano pubblicamente la mancanza di sicurezza sul lavoro o le condizioni infami che vivono.
Fare fronte alla censura significa per prima cosa non fare passi indietro, difendere il diritto di parola praticandolo, continuando a fare ciò per cui si è stati censurati e rivendicandolo in ogni contesto.
Facciamo appello agli artisti, agli esponenti della cultura e della scienza, ai circoli e alle associazioni che si vogliono sottrarre a questa svolta autoritaria, ai lavoratori e alle masse popolari tutte affinché prendano posizione, si schierino e parteggino.
Estendiamo e organizziamo la solidarietà per far fronte ad attacchi strumentali e repressione.
In solidarietà alla band P38 e a Marco Vicini, in solidarietà all’Arci Tunnel, in solidarietà e a sostegno di tutti coloro che non si rassegnano a subire i colpi di coda di una bestia morente che è il sistema di potere che strangola il nostro paese sotto tutti i punti di vista.