Festa nazionale della Riscossa Popolare: ecco come è andata

La Festa nazionale della Riscossa Popolare si è svolta come da programma, dall’11 al 16 agosto a Marina di Massa. A introdurla, due iniziative che ne hanno meglio definito il contenuto politico: il pomeriggio del 10 agosto un’assemblea tenuta dal Segretario Nazionale Pietro Vangeli a cui hanno partecipato membri e simpatizzanti del P.CARC, per inquadrare la Festa nella situazione politica e nella campagna elettorale; la sera del 10 agosto un corteo nel centro di Massa per “portare all’esterno” i contenuti della Festa e denunciare le provocazioni poliziesche (fermi, identificazioni) che la questura locale aveva condotto nei giorni precedenti contro i compagni che stavano curando i preparativi.

Come ogni anno, le cose da dire rispetto alla Festa sono molte e il fatto che la commissione che l’ha diretta non abbia ancora elaborato un bilancio organico comporta che si possa trattare solo di alcuni aspetti. Scegliamo quelli utili a fornire elementi di riflessione sia a chi vi ha preso parte sia a chi non lo ha fatto.

In termini generali, la Festa è andata bene. Sono stati raggiunti gli obiettivi economici, politici e organizzativi, a conferma di un consolidamento avvenuto nel corso degli anni.

Un elemento significativo: abbiamo dovuto chiudere anzitempo le prenotazioni per il campeggio perché i posti erano esauriti. Se da una parte ciò è testimonianza di una partecipazione superiore alle aspettative, dimostra anche una certa tendenza alla sottovalutazione dell’interesse, dell’adesione e della voglia di partecipazione che la Festa stava ricevendo. Non è affatto un discorso “organizzativo”, è un discorso tutto politico che attiene al non avere il polso (o avere sfiducia) di come e quanto il Partito stia crescendo, stia allargando la sua cerchia di contatti, stia diventando un punto di riferimento per una parte sempre maggiore delle masse popolari.

La lotta al minimalismo (e alla sfiducia in noi stessi e nelle nostre forze) si è manifestata in tutte le attività: è la tipica situazione in cui per raggiungere un certo grado di sviluppo occorre sì slancio, ma anche conservare la razionalità, il polso della situazione, altrimenti si rischiano dei passi falsi.

Che l’edizione del 2022 della Festa fosse lo specchio della lotta per lo sviluppo del Partito è reso evidente anche da altri due esempi, diversi fra loro, ma indicativi.

Il primo è che tutta la struttura organizzativa è stata pensata e impostata in modo che i compagni più esperti e di più lungo corso lasciassero ad altri la direzione di quelle attività in cui loro avevano già maturato una certa esperienza, passando ad altri e diversi compiti. In tal modo si è permesso anche alle nuove leve di sperimentarsi e assumere delle responsabilità.

Il secondo è che la Festa si è svolta in spazi più ampi rispetto al passato con quello che ciò comporta in termini logistici, di strumentazione, di allestimento, di squadre di lavoro, ecc.

L’esito? Non è filato tutto liscio! O meglio, tutto è filato in modo tale da svolgere ogni attività e rendere accogliente e funzionale un’area vasta il doppio degli anni passati. I problemi incontrati sono stati da stimolo non solo per “trovare soluzioni”, ma soprattutto per fare la necessaria autocritica rispetto a quel minimalismo di cui sopra. I problemi sono stati il frutto dell’insicurezza nel riuscire a fare “il salto di qualità”.

Un’ottima occasione per ragionare più a fondo sul nostro ruolo e sui riscontri crescenti che riceviamo dalla parte avanzata delle masse popolari.

Nel contesto su accennato siamo riusciti a curare meglio la costruzione della comunità del Partito e il suo consolidamento.

Questo sia attraverso attività comuni e momenti di formazione (simulate di come si sta in piazza, come si partecipa a un corteo o a un picchetto, ecc.) sia attraverso la gestione delle incombenze e dei mille imprevisti. Il risultato è che “si è fatta politica” in ogni momento e in ogni occasione, non solo durante i dibattiti e i seminari.

Abbiamo poi dato una particolare importanza all’aspetto artistico e culturale. Una significativa “innovazione” è stata la programmazione dei concerti che ha combinato qualità artistica e qualità politiche di chi si è esibito. Anche in questo caso, alcune “sbavature” ci spingono a portare più a fondo il ragionamento sull’ideazione del programma, ma nel complesso sono stati sei giorni artisticamente intensi. Con un picco: la partecipazione dei compagni turchi di Grup Yorum che, dopo aver condiviso il palco per alcuni brani con la Banda Bassotti la sera prima, hanno trasformato la giornata di Ferragosto in una manifestazione di solidarietà internazionalista partecipata dai compagni del Partito e dai tanti avventori della Festa, molti dei quali si sono sentiti coinvolti senza neppure conoscere la storia e il valore dei musicisti.

Anche in questo caso “abbiamo fatto politica” attraverso la musica e con essa abbiamo contribuito a costruire la comunità del Partito, legandola alla più ampia comunità di compagni e compagne che in tutto il mondo hanno la falce e il martello nel cuore.

La descrizione dei dibattiti richiederebbe tempo e spazio che in questo momento non abbiamo. Più immediata una sommaria ricostruzione delle attività del Caffè letterario a cura delle Edizioni Rapporti Sociali: non solo la presentazione di Questioni del Leninismo appena pubblicato, ma anche altre iniziative di carattere “più estemporaneo”. Che un peso importante nel movimento economico della Festa lo avessero il ristorante e il bar era cosa prevista, non avevamo invece previsto (ancora il minimalismo…) il significativo contributo dello stand delle Edizioni Rapporti Sociali!

Un altro elemento a chiusura: oltre a un’ampia partecipazione di giovani (al campeggio, nelle squadre di lavoro, ecc.) l’edizione 2022 è stata quella con la più alta partecipazione di bambini. Molti sono figli di compagni del Partito, altri erano bambini che pretendevano dai genitori di essere accompagnati alla Festa per dare una mano ai tavoli, alla vendita dei biglietti della lotteria, alla porta, alle pulizie insieme ai figli dei compagni. Ecco un altro modo attraverso cui si è costruita la comunità.Festa nazionale della Riscossa Popolare

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