Il socialismo è la cura –  La gestione della pandemia nei paesi socialisti 

16 agosto 2022 ore 16.00  – Caffè letterario alla Festa Nazionale della Riscossa Popolare

A due anni dallo scoppio della pandemia che ha investito tutto il mondo possiamo affermare questa ha messo a nudo, confermato o smentito alcune “verità” da tempo proclamate sul corso delle cose. 

Di sicuro ha mostrato al mondo intero due diverse gestioni dell’emergenza sanitaria, economica e sociale; due diverse gestioni della società. Da una parte la criminale e fallimentare gestione della pandemia dei paesi capitalisti, dall’altra quella superiore di quei paesi che –  in maniera diversa – conservano i progressi realizzati dai primi paesi socialisti. 

L’esperienza di questi paesi spazza via in maniera risoluta tutte le denigrazioni e l’intossicazione che da decenni la borghesia imperialista promuove per confondere menti e cuori delle masse popolari. La superiorità dell’ordinamento socialista rispetto a quello capitalista è anche oggi sotto gli occhi di tutti. O meglio, può essere sotto gli occhi di tutte le masse popolari quanto più propagandiamo e facciamo conoscere queste esperienze. 

Per questo organizziamo un’iniziativa di confronto sulla gestione della pandemia in quelli che sono stati i primi paesi socialisti, perchè pensiamo che tutti i compagni e tutti quelli che hanno esperienza diretta o indiretta della gestione della pandemia in questi paesi debbano concorrere a far conoscere queste esperienze. 

Nel nostro paese siamo in un contesto di guerra che non si limita a quella promossa dalla NATO contro la Federazione Russa, ma che riguarda la guerra che viene condotta da istituzioni e padroni ogni giorno contro le masse popolari: dallo smantellamento della sanità e la gestione criminale delle misure per la pandemia fino agli assassini quotidiani sul lavoro. 

L’emergenza sanitaria non è finita e non finirà perché il Covid c’è ancora, ma soprattutto perché prosegue lo smantellamento della sanità pubblica, di tutto l’apparato produttivo di beni e servizi del paese e la devastazione dell’ambiente a favore di speculazioni e profitti. L’emergenza non finirà insomma se la sua gestione rimane  in mano ai capitalisti. Abbiamo visto ignorate in questi due anni tutte le misure necessarie alla gestione della salute pubblica ma che nuocciono agli interessi di Confindustria e degli affaristi e speculatori annessi. Abbiamo visto invece promosse misure repressive e restrittive delle libertà personali, di associazione e manifestazione. 

Ma abbiamo visto anche dall’altra  parte i paesi in cui in misura più o meno ampia sussistono istituzioni e altri aspetti del sistema sociale creato nel corso della prima ondata della rivoluzione proletaria (socialista o di nuova democrazia), affrontare la pandemia con misure particolari e con migliori risultati. 

In termini generali, i risultati che questi paesi hanno ottenuto sono dovuti: 

– all’unità di interessi che lega le autorità pubbliche (statali e locali) e le masse popolari;

– al capillare sistema di organizzazioni di massa che raccoglie una larga parte della popolazione e fa capo al partito comunista;

– alla forte direzione pubblica di gran parte dell’attività economica del paese: settore pubblico dell’economia e pianificazione non solo orientativa (cioè tramite incentivi finanziari, fiscali e affini) ma anche amministrativa (tramite assegnazione di compiti e prescrizioni);

– a un sistema sanitario volto alla tutela della salute della popolazione.

Misure restrittive, anche gravi, prese in questi paesi sono state accettate dalle masse popolari e anzi in molti casi le hanno adottate spontaneamente. Questo è possibile laddove esiste la consapevolezza diffusa che esse servono realmente a garantire la salute pubblica e quando sono accompagnate da adeguate misure di sostegno e educazione a buone pratiche. Come accaduto ad esempio a Cuba e nella Repubblica Popolare Cinese, dove le misure di isolamento sono state affiancate alla distribuzione dei generi alimentari e alle visite mediche a domicilio. 

Quello che non è successo invece nel nostro paese, essenzialmente per una ragione: nel sistema capitalista al centro di ogni cosa non c’è il benessere collettivo, ma il profitto di pochi. Un sistema che promuove una repressione sempre più ampia per lavoratori e masse popolari e che tenta di impedire invece la loro partecipazione alla gestione della salute pubblica e della collettività. 

Sappiamo bene però che se la fase iniziale della pandemia non ha avuto un bilancio peggiore il merito è solo ed esclusivamente di operai e masse popolari che si sono organizzate per farvi fronte e sostenere chi ne aveva bisogno. 

Sono le masse popolari del nostro paese che oggi devono dichiarare lo stato d’emergenza e devono organizzarsi per far fronte alla situazione in cui versa il nostro paese. Perché pensiamo che non occorra solo guardare al socialismo come prospettiva di un futuro indefinito, ma iniziare a costruirlo qui e ora!

Nel senso comune delle masse popolari è forte la sfiducia in se stesse e nel movimento comunista, a causa dell’esaurimento della prima ondata della rivoluzione proletaria (1917-1976) e dei quarant’anni (1976-2016) di nera reazione che sono seguiti. 

Ma questi due anni hanno messo in luce, sotto i riflettori, che il socialismo nella scala storica dei sistemi sociali dell’umanità è un gradino superiore al capitalismo! Che non si tratta di due diverse gestioni della società, ma che solo il socialismo è la cura a tutti i mali delle masse popolari! 

Questo è quello che dobbiamo far conoscere su larga scala tra le masse popolari e che invitiamo ogni compagno e chiunque abbia esperienza di queste realtà a fare all’iniziativa che stiamo organizzando all’interno della Festa nazionale della Riscossa Popolare. Vi invitiamo a portare il vostro contributo per far conoscere nel modo più ampio di cui siete capaci questa dimostrazione della superiorità del sistema socialista, contro la sistematica denigrazione del socialismo condotta dalla borghesia e dal clero per intossicare e confondere menti e cuori delle masse popolari. 

Noi siamo certi che il socialismo sia la cura, ogni giorno lottiamo per costruirlo, per diventare i “medici” capaci di estirpare il cancro del capitalismo che affligge l’umanità intera. 

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