Sabato 13 agosto alle ore 18.00 presso la Festa Nazionale della Riscossa Popolare (11-16 agosto presso il parco di Ricortola – Marina di Massa) svolgeremo il dibattito: “Bastonare Draghi. Cacciamo le Larghe Intese!”.
L’obiettivo di questo incontro, che intende mettere insieme organismi operai e popolari, dalla GKN, passando per i comitati contro il rigassificatore a Piombino, il Movimento no base né a Coltano né altrove, le reti ambientaliste fino ai comitati che lottano per la difesa della sanità pubblica e contro misure repressive e scriteriate quali il green pass, è alimentare il confronto sulla situazione attuale, lo scambio di esperienza nell’ottica di imparare l’uno dall’altro e definire nuove prospettive su come avanzare nella costruzione dell’unità che serve per invertire il catastrofico corso della situazione nel nostro paese.
La crisi di governo dimostra che ogni regime politico degli speculatori finanziari è per sua natura instabile: lo si vede in ogni paese imperialista, è un’instabilità dovuta all’esigenza di eliminare tutte le conquiste che le masse popolari hanno ottenuto quando il movimento comunista era forte nel mondo e che genera una resistenza popolare sempre più diffusa, coinvolge settori sempre più ampi delle masse popolari ed è oggettivamente di ostacolo all’attuazione dei programmi di lacrime e sangue dei governi e dei partiti delle Larghe Intese.
La decisione del Governo Draghi di intruppare l’Italia nella guerra degli USA contro la Federazione Russa ha ulteriormente destabilizzato la tenuta del governo, e con il passare dei mesi si sono rese più evidenti le conseguenze di questa politica guerrafondaia con l’inflazione dei prezzi dei beni di consumo e delle bollette di luce e gas promossa dai grandi speculatori delle Borse merci, con l’aggravarsi della crisi climatica acuita dalle politiche energetiche emergenziali che l’UE vorrebbe imporre agli stati membri, con il danneggiamento che le sanzioni economiche, commerciali e finanziarie contro la Federazione Russa stanno comportando al nostro paese.
Questo è il contesto di lotta e guerra in cui Draghi ci ha trascinato e qualsiasi successore del “governo dei migliori” non potrà che perpetrare questo stato di cose.
Per questo motivo è così importante che usiamo tutte le occasioni per ragionare insieme sul che fare e per impedire che il “disbrigo degli affari correnti” da qui alle elezioni del 25 settembre, si traduca in un ulteriore accelerazione nell’attuazione delle misure antipopolari (come sta già accadendo con l’approvazione di questi giorni del DDL concorrenza che viola apertamente il risultato referendario del 2011 sull’acqua pubblica).
Le dimissioni di Draghi ci mettono ancora di più di fronte al fatto che bisogna espandere e rafforzare la mobilitazione degli operai GKN, del comitato contro la base militare in provincia di Pisa, dei comitati contro il rigassificatore, bisogna moltiplicare le denunce, le proteste, le irruzioni in consigli comunali e regionali, i presidi davanti alle sedi delle aziende che speculano sui prezzi del gas e dell’elettricità. Estendere il boicottaggio e la denuncia delle operazioni militari, dell’invio di armi al dispotico governo USA-NATO di Kiev e dell’invio di militari italiani nei paesi confinanti con l’Ucraina. Queste sono le mille iniziative di base, lotta e resistenza da fare adesso, utili e necessarie ad alimentare il percorso verso l’autunno caldo e per rendere la campagna elettorale davvero funzionale a costruire un fronte unitario, ampio e variegato che sappia indicare alle masse popolari del nostro paese la prospettiva di governo che serve.